Ponte sullo Stretto, la scelta avventurosa della Schlein

Sull’opera di attraversamento il PD ha preferito l’interesse di pochi proprietari di case a quello di milioni di cittadini

StrettoWeb

Con la manifestazione contro il Ponte sullo Stretto di ieri, a Messina, la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha avuto modo di ribadire la contrarietà del secondo partito del Paese al Ponte sullo Stretto. Lo ha fatto alla presenza di centinaia di proprietari di case di Ponte Faro, preoccupati per il destino delle loro abitazioni.

Qualcuno, come ad esempio Fernando Rizzo, Presidente di Rete Civica per le Infrastrutture nel Mezzogiorno, ha subito ricordato alla leader DEM che a Genova nel 2019 per la ricostruzione del ponte Morandi, si abbattevano 266 appartamenti, tutte prime abitazioni, di impiegati, operai, persone comuni. Il sindaco, Bucci, era del PD, e ribadì il prevalente interesse collettivo della città all’interesse privato dei cittadini coinvolti. Evidentemente, qualcosa è cambiato in questo partito, se la segretaria in persona, facendo il ragionamento contrario, si oppone all’Opera pubblica di fronte alle esigenze dei proprietari di 168 abitazioni costituite per 2/3 da seconde e terze case estive di villeggiatura.

Il ragionamento di Rizzo sottolinea efficacemente l’incoerenza “territoriale” di questa sconcertante posizione della Schlein che, non a caso, è stata accolta con non pochi malumori all’interno del PD. Un esponente siciliano di grande rilievo come Antonello Cracolici, ad esempio, ha sottolineato che i ponti “non sono né di destra né di sinistra”.

La frase può sembrare banale, ma ha un significato profondo. Le infrastrutture, infatti, vengono fatte per tutti, a prescindere dalla loro idea politica. Il Ponte sullo Stretto, una volta costruito, potrà essere utilizzato da milioni di cittadini, anche dai più accaniti nopontisti. Anche dai proprietari di case da demolire, nel frattempo risarciti del valore di mercato dell’immobile, incrementato del disagio subito, come prevede il Testo Unico degli Espropri (per l’occasione ignorato dalla Schlein e dagli stessi interessati). Viceversa, la sua mancata realizzazione priverà milioni di cittadini, senza distinzione politica, dei suoi benefici. Parliamo di un decimo, almeno, della popolazione italiana, non degli abitanti di uno sperduto paesino di montagna.

Che senso ha, allora, dire che si tratta del “Ponte di Salvini”, come banalmente è stato detto? Sono tutti leghisti, i siciliani? Sono tutti contrari i militanti degli altri partiti, PD incluso, in Sicilia e non solo? Senza considerare che parliamo di un’opera destinata a durare 200 anni… Gli italiani si ricorderanno ancora di Matteo Salvini nel XXIII secolo, quando attraverseranno il Ponte?

Con tutta evidenza, la posizione nopontista può andare bene per movimenti di opinione dalla forte spinta ideologica, che non si preoccupano di ingaggiare battaglie di minoranza sulla base delle loro granitiche convinzioni. Una forza che si candida a governare il Paese, mediando le posizioni e proponendo soluzioni condivise, dovrebbe riflettere a lungo prima di schierare un’opera pubblica di così ampio utilizzo nelle file dei partiti avversari.

Chiediamoci cosa succederebbe al Ponte sullo Stretto se, durante la sua costruzione, il PD, con o senza la Schlein, andasse al governo. Verrebbero fermati i lavori? Si inizierebbe a demolirlo? Vuole assumersi questa responsabilità un grande partito di governo, per far felici i suoi probabili compagni di coalizione, espressione della “decrescita felice” e di un ambientalismo chiassoso, molto spesso di facciata e, in questo caso, infondato?

A tal proposito, un’ultima riflessione. La Schlein è giunta a Messina utilizzando l’aereo anziché il treno. Scelta legittima, in considerazione dei tempi di percorrenza, ben diversi, fra i due mezzi. Ma occorre anche considerare che in media, un passeggero che viaggia in aereo produce 285 grammi di CO2 per chilometro, mentre uno che viaggia in treno ne produce soltanto 14 grammi. Avrà detto la Schlein a Bonelli che, per raggiungere Messina in aereo anzichè in treno, ha inquinato oltre 20 volte di più? E che, se ci fosse stato il Ponte, prendendo un treno ad Alta Velocità, lo avrebbe evitato e sarebbe arrivata prima?

Condividi