Il Ponte sullo Stretto e l’ottusità dei No per ideologia politica: i cavernicoli promettono “battaglia”

Le risorse ci sono. I lavori inizieranno tra qualche mese. Le opere accessorie sono in fase di sviluppo, eppure i no contro il Ponte sullo Stretto perseverano. Per partito preso

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Il Ponte sullo Stretto, l’infrastruttura più grande che il Meridione italiano abbia mai visto, continua a far discutere. Anche di fronte ad evidenze ormai conclamate il fronte del no, sebbene si stia sempre più assottigliando, persevera nell’opporsi ad un’opera che si rivela, sempre più, un’opportunità di sviluppo per il Sud e un grande valore aggiunto per tutto il Paese.

Le risorse ci sono. I lavori inizieranno tra qualche mese. Le opere accessorie sono in fase di sviluppo, in particolare per quanto riguarda la viabilità su strada (vedi l’ammodernamento della SS106) e quella ferroviaria, con particolare riguardo all’Alta Velocità.

Faremo battaglia in Parlamento e anche fuori dal Parlamento contro un’opera che riteniamo inutile enormemente costosa, che rischia di sottrarre ancora più risorse al Mezzogiorn“. Cosi Nicola Fratoianni, deputato di Sinistra Italiana a Messina, a Torre Faro, per un incontro sul ponte. “La Sicilia – ha aggiunto – ha una condizione infrastrutturale davvero imbarazzante. Siamo di fronte all’ennesima bufala propagandistica e all’ennesimo spreco di risorse pubbliche che andrebbero orientate in tutt’altra direzione per questo siamo contrari, non perché siamo contro le opere a prescindere, come qualcuno vorrebbe raccontare, ma perché facciamo un ragionamento che ha a che fare con le priorità, con i bisogni generali dei cittadini siciliani e non solo“.

Abbiamo presentato l’esposto – ha anche detto – non perché vogliamo accusare qualcuno, non è il nostro mestiere, ma perché pretendiamo di avere trasparenza che ad oggi non è stata garantita. Questo Paese ha bisogno di un’altra politica, che metta al centro la messa in sicurezza idrogeologica e sismica del Paese, che rilanci investimenti sul welfare per proteggere le persone più fragili. Siamo un Paese nel quale cresce la diseguaglianza in modo insopportabile e la maggioranza propone lo “spacca Italia” di Calderoli cioè fotografare le diseguaglianza e le differenze e di allargarle ulteriormente. In un Paese come il nostro chi nasce in alcune aree sa già di avere meno possibilità e un’aspettativa di vita diversa da quelle di chi nasce in aree più fortunate o più ricche, considero questo inaccettabile e penso che una forza politica che si interessa ai problemi della collettività, dovrebbe occuparsene“.

Bonelli: “stiamo pensando a un referendum sul Ponte sullo Stretto”

Questa è una battaglia politica nazionale su cui sarebbe anche utile cominciare a ragionare sulla possibilità di raccogliere le firme per un referendum per sapere cosa ne pensano gli italiani sul ponte e per abolire quel decreto ai sensi della Costituzione italiana“. Cosi Angelo Bonelli, strenuo difensore del no per partito preso, in quanto leader di Eurpoa Verde a Messina, a Torre Faro, nel corso di un incontro sul ponte.

Salvini – ha aggiunto Bonelli – la deve smettere di utilizzare le risorse del Paese per promuovere opere che sono dannose con un’operazione di ripristino di una vecchia gara d’appalto, da 3,9 miliardi di euro, passa, secondo il Def, a 14,6 miliardi di euro. Come ha detto il presidente dell’Anac questo è un grande regalo e francamente, in una situazione di questo tipo ci sentiamo di dover difendere gli interessi degli italiani“.

Vediamo che tipo di lavori inizieranno – ha proseguito – e cosa diranno gli organismi giurisdizionali. Salvini sa benissimo che non ci sono le risorse e lo dovrebbe dire anche al suo ministro dell’economia Giorgetti. Non ci sono risorse e le poche che c’erano per fare le opere utili per questo Paese sono state tutte dirottate per il Ponte sullo Stretto e per i prossimi 10 anni non potremo fare investimenti sul trasporto pubblico a causa di queste follie del ministro dei trasporti e delle infrastrutture“, ha sostenuto Bonelli.

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