I rapporti tra l’Italia e l’UE e quelle ‘strane’ parole di Juncker su Mattarella e Napolitano

L'intervista dell'ex Commissario UE Juncker e quei particolari rapporti con i Presidenti della Repubblica: "sono diventato uno specialista di cose che non dovevo sapere"

StrettoWeb

Jean-Claude Juncker, ex Presidente della Commissione Europea, ha parlato dell’Italia in un’intervista concessa domenica al Sole 24 Ore. Nello specifico, ha citato gli ultimi Presidenti della Repubblica: da Ciampi a Napolitano passando per l’attuale, Sergio Mattarella. C’è una frase in particolare però che ha suscitato l’attenzione, e la preoccupazione, di Francis Walsingham su Start Magazine. Quando Juncker dice: “Con Giorgio Napolitano e poi con Sergio Mattarella ho spesso negoziato, non dico in segreto ma senza troppa pubblicità, quando avevo dei problemi con i primi ministri italiani. O meglio, quando i primi ministri italiani avevano dei problemi con il presidente della commissione europea. Amavo i miei scambi con Giorgio Napolitano. Ascoltando le sue descrizioni della vita dall’interno del governo italiano sono diventato uno specialista di cose che non dovevo sapere…”.

Parole tutt’altro che banali, anzi. Parole che aprono a delle riflessioni. “Parole pesanti come macigni perché Juncker è stato presidente della Commissione dal 2014 al 2019 e presidente dell’Eurogruppo dal 2005 al 2013. Due crocevia fondamentali per la gestione della crisi finanziaria del 2009 e della crisi del debito del 2011-2012, che hanno messo in serio pericolo la tenuta dell’unione monetaria e della stessa UE”, scrive Walsingham.

Di che problemi si tratta?

“Di che problemi parla?”, si chiede il giornalista. “Forse a qualche tentativo di resistenza del governo Berlusconi e del suo ministro Giulio Tremonti, rispetto a soluzioni di politica economica che hanno zavorrato il nostro Paese per 10 anni? Oppure all’indecente pressione esercitata nell’autunno 2018 sul primo governo di Giuseppe Conte, dalla Commissione che riteneva un deficit/PIL del 2,4% una minaccia per la stabilità finanziaria dell’Italia, lasciandoci alla mercé dei mercati e facendo arrivare lo spread a 300?”.

E ancora: “Sarebbe interessante sapere a quale tipo di negoziato si riferisca Juncker. Già sapere che il presidente di Commissione UE negozia con il presidente della Repubblica e non con il capo del Governo è un fatto sorprendente. Ancor più se questo negoziato avveniva in occasione di ‘problemi’ tra il governo e la Commissione. Quindi, si potrebbe maliziosamente ipotizzare che, appena il governo italiano si metteva di traverso su qualche dossier, Juncker telefonava al Colle per chiedere una mediazione e convincere il governo? Con quale esito? Chi cedeva? Il Governo o la Commissione? Ma, ammesso e non concesso che si fosse trattato di un’attività legittima e consentita, oggi sarebbe interessante conoscere l’oggetto del negoziato”.

Perché Juncker non doveva sapere?

“Ma qui siamo ancora nell’ambito dei fatti risaputi o almeno da sempre sospettati. Perché è con quel ‘sono diventato uno specialista di cose che non dovevo sapere’ che si entra in acque inesplorate. Perché si tratta di cose che Juncker non doveva sapere? Cosa riferiva Giorgio Napolitano a Juncker circa la “vita del governo italiano”, “descrizioni” così delicate al punto che nemmeno Juncker avrebbe dovuto saperle? Risposte che sarebbe opportuno ricevere ufficialmente nelle aule parlamentari. Almeno”, si legge in ultimo su Start Magazine.

Insomma, Walsingham fa intendere abbastanza bene ciò che vuole dire. O comunque prova a porsi delle domande su cui sarebbe opportuno avere delle risposte. Poco altro da aggiungere. Juncker ‘scavalcava’ il Presidente del Consiglio? E perché c’erano cose che non poteva sapere? Queste le due domande sicuramente più importanti.

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