Reggina, cosa significano le parole di Falcomatà sui nuovi investitori e perché se ne è accorto solo ora

Le parole del Sindaco di Reggio Calabria sugli amaranto, sulla Fenice e su potenziali nuovi soggetti, hanno sorpreso: la riflessione

StrettoWeb

Inutile girarci attorno: le parole di Falcomatà hanno sorpreso. Ieri a Radio Febea il Sindaco di Reggio Calabria ha parlato anche della questione Reggina, della Fenice Amaranto e di nuovi investitori. Se dovessero arrivare, non gli chiuderebbe le porte, anzi. Una considerazione per certi versi scontata, logica, ma di certo non dal primo cittadino, da questo primo cittadino, dal momento che a scegliere la società di Ballarino è stato il suo fedelissimo Brunetti. Ci saremmo aspettati la solita risposta scontata, in difesa del club scelto dal Vice Sindaco, quest’ultimo che al contrario – invece – continua a difendere e giustificare a spada tratta la Fenice.

Certo, una dichiarazione del tipo “ad oggi ci sono loro e vanno supportati”, avrebbe potuto far infuriare la tifoseria, ma avrebbe allo stesso tempo rappresentato la realtà del momento e la decisione della politica cittadina. Non è stato così. Falcomatà ha detto apertamente che non si può vivacchiare, lasciando intendere che in questa stagione si è vivacchiato e che le possibilità economiche sono quelle che sono. Realtà, anche questa. Nulla di così assurdo, offensivo o incredibile. Discorso che si ricollega alla frase “per quello che la città rappresenta”. E, lo sappiamo, Reggio Calabria non può stare quarta o quinta in Serie D. Anche Trocini lo sa e lo ha detto.

Il Sindaco va controcorrente: traspare insoddisfazione

Dunque il Sindaco di Reggio Calabria si espone, andando controcorrente alla scelta del suo fedelissimo. Non si è espresso negativamente sulla scelta, ma sembra trasparire una insoddisfazione in merito a questa proprietà, che garantirebbe – StrettoWeb lo scrive da mesi – solo di vivacchiare, anche dovesse arrivare una Serie C (ad oggi pura utopia). Non sappiamo se qualcosa bolle in pentola sul fronte nuovi investitori, e non sappiamo se Falcomatà sia a conoscenza di qualcosa, al netto del vociare sull’impegno della politica a smuovere le acque per questa estate.

Il Sant’Agata e la sentenza sull’omologa

Di certo tanto passerà dal bando per il Sant’Agata e dalla sentenza sull’omologa della Reggina 1914, il cui esito tarda ad arrivare. Di certo, però, c’è anche un altro fatto: perché Falcomatà se ne è accorto solo ora? Quando parla di vivacchiare, di apertura a nuovi soggetti, sembra quasi caduto dalle nuvole, quasi come se finora non avesse vissuto la città. Che si potesse solo vivacchiare lo diciamo da tempo, dall’inizio, ma c’è anche chi non si esprime a parole, bensì coi fatti: la piazza, la tifoseria, praticamente inesistente al Granillo. Neanche gli abbonati vanno più e i vuoti in Tribuna e Curva Sud sono evidenti. Questa è la dimostrazione più lampante della disaffezione dell’ambiente. E la categoria non c’entra.

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