Reggina, l’affondo di Ripepi: “la Fenice? Da oggi la chiamerò la Brunetta”

La diretta del Consigliere Massimo Ripepi, che attacca il Vice Sindaco Paolo Brunetti in una diretta riguardante la Fenice

StrettoWeb

Da questo momento in poi la chiamerò la Brunetta, è una sua scelta, l’ha voluta lui e la difende con tutto il cuore, nonostante i risultati, preannunciati non da me ma da i vari commentatori sportivi, tranne i venduti. Ormai Brunetti è diventato un mistificatore professionista, abituato con Falcomatà, sono diventati come il gatto e la volpe”. Comincia così la diretta di Massimo Ripepi, che ha parlato della questione Fenice, delle parole di Brunetti e della replica dell’imprenditore Jo Scuncia a StrettoWeb.

“Io convocherò il Comune, perché sono stati loro a dire che avrebbero controllato, ma non l’hanno mai fatto. Dice pure: ‘vi sfido a venire a vedere le carte’. Ora se la prende pure con gli imprenditori reggini. Dice pure che non li conosce, dopo che li hanno chiamati. Questo solo perché c’è Bandecchi di mezzo e c’è stata un evento politico al Teatro Cilea. Se l’è presa con gli imprenditori di Reggio che hanno redatto il business plan in fretta e furia, chiamati da loro. Dovresti vergognarti di andare in giro per le radio a dire questo”.

“Brunetti fa prima le cose e poi, quando viene scoperto con le mani nella marmellata, tenta di giustificarsi. Pensiamo alle piste ciclabili, dove hanno bloccato i lavori dopo le tante segnalazioni. Poi, in una trasmissione televisiva, ha ammesso che fanno schifo. Dopo la mistificazione c’è l’ammissione”, aggiunge. “Quando dice ‘sono contento che non l’ho data a Bandecchi perché ha sputato ai tifosi e parlato in quei modi delle donne’, significa che Brunetti non avrebbe dato la Reggina a Berlusconi se avesse fatto la domanda, perché anche lui ha fatto battute. Come si fa a giudicare un Presidente che ha fatto la Serie B? Non dire sciocchezze, non mistificare la realtà, perché prima o dopo tutti se ne accorgeranno. Già quasi tutti se ne sono accorti”, conclude poi Ripepi.

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