Reggina, Scuncia stizzito replica a Brunetti: “le bugie hanno le gambe corte”. E quel retroscena del giorno prima…

L'imprenditore reggino, che era insieme a Bandecchi e Myenergy, risponde al Vice Sindaco, reo di aver negato di conoscerlo, parlando del business plan

StrettoWeb

Jo Scuncia non ci sta. E risponde per le rime, arrabbiatissimo. L’imprenditore reggino, che faceva parte della cordata con Bandecchi e Myenergy, è stato chiamato in causa, indirettamente, dal Vice Sindaco Paolo Brunetti, ospite di Video Touring. Parlando di Reggina, di scelta della Fenice Amaranto e di business plan, l’ex Sindaco f.f. – che in estate scelse poi Ballarino – nella trasmissione “Momenti Amaranto” – si è lasciato sfuggire un passaggio legato ai documenti della cordata sconfitta.

“50% Bandecchi e 50% Myenergy con gli altri imprenditori? Non è così. Vi invito a vedere le carte – ha detto – Chi sono gli altri imprenditori oltre Myenergy? Myenergy si è dimostrata seria investendo nella Viola, ma gli altri di questa Cooperativa chi sono? Io Myenergy l’avevo incontrata anche prima che arrivasse Bandecchi, aveva un progetto importante con i pannelli fotovoltaici. Sulla scorta della dimostrazione di serietà, questi due business plan sono tutto e nulla, uno è scritto meglio di un altro, ma c’erano dei soggetti individuati che ho potuto vedere de visu, invece nell’altro c’erano riferimenti a cooperative”.

In pratica, Brunetti ha negato di conoscere chi fossero gli imprenditori legati a questa Cooperativa, in cui oltre a Scuncia c’era anche Salvatore Maio. In realtà, però, li conosceva e li conosce bene. Scuncia così ha voluto replicare alle parole dell’ex primo cittadino attraverso StrettoWeb, perché “un conto è lo sport e la nostra attività, un conto sono le persone e l’aspetto personale. Quando si dice che gli altri sono seri e io no, sinceramente un po’ mi girano… Non sanno i sacrifici che abbiamo fatto per fare in fretta e redigere il business plan, non abbiamo dormito per due giorni. Anzi, lo sanno bene. E spiego perché”.

“Latella il giorno prima mi ha pregato: ecco che successe quel pomeriggio…”

E’ così che vengono ripercorsi i fatti e i l’imprenditore parte dall’inizio. “Io ero per i fatti miei, non volevo più avere a che fare, ma il pomeriggio prima della scadenza viene a trovarmi Gianni Latelladice Scuncia – pregandomi di venire al Comune per capire se riuscivamo a chiudere con Bandecchi. Mi convince. Vado in Comune e trovo un rappresentante di Bandecchi, Latella, Brunetti, MyEnergy e Tonino Quattrone. Prepariamo il bando la notte e lo inviamo la mattina dopo. Lo statuto è pubblico, si vede tutto, con nomi, soci e percentuali. Brunetti lo ha letto, ha visto che eravamo noi nella Cooperativa, sapeva chi eravamo e ci aveva incontrati prima. Non posso pensare che non abbia letto, ma non vorrei che avesse fatto come per le piste ciclabili, che non legge e poi succede quello che succede…”.

Entrando nel merito del business plan, Scuncia continua: “il business plan della Fenice sembra la copiato di quello del Catania dell’anno prima, presentato dopo il fallimento, è molto colorato, con la previsione eccessivamente ottimistica dei 10 mila spettatori a partita. Noi parliamo con Brunetti e inviamo questa domanda, andiamo a Palazzo San Giorgio e diciamo chi siamo. L’errore che ho fatto, forse un errore bonario, è stato non mettere il nome”. Scuncia evidenzia: “anziché mettere Cooperativa reggina, avrei dovuto mettere il mio nome, visto il mio 10%, ma noi abbiamo messo Cooperativa reggina perché l’idea era che chiunque volesse partecipare poteva farlo. L’idea era di allargare questa Cooperativa a tutti gli imprenditori reggini. Ho ricevuto tantissime telefonate in merito e non sto scherzando”.

Tornando a quei giorni concitati, successivi alla presentazione del business plan, l’imprenditore reggino continua: “siamo tornati al Comune, ci siamo presentati. Brunetti conosceva tutto e tutti, insieme a Latella. Sapevano chi erano quelli della Cooperativa. Però succede che Latella esce fuori e dice: ‘forse faranno il concorso istruttorio per capire chi è questa cooperativa‘. Ma come: ‘se ci avete pregato voi di farla ora dite che non sapete?’ Siamo quelli che avete incontrato”, fa notare.

“La Fenice tre giorni prima della scadenza era già a Reggio e ha prenotato la sala dell’E-Hotel”

“Quella di Brunetti – rimarca – è una scusa, perché ci ha delegittimato. Se poi mi devo sentir dire che questi di Catania sono seri e noi no, mi gira un po’. Purtroppo non abbiamo un’amministrazione seria. Brunetti dice che si prende la responsabilità e poi cosa fa se questi fanno cilecca?”. Tra l’altro, fa notare ancora togliendosi qualche sassolino dalla scarpa, “perché – dopo che scelgono la Fenice – gli stessi che ci hanno scartato ci hanno chiesto di dare una mano alla nuova società? E ci riferiamo al Comune, nelle persone di Latella e Brunetti. Se non ci conoscevamo prima, come facevano a chiamarci poi per chiederci una mano? Senza dimenticare – aggiunge – che questi della Fenice tre giorni prima della scelta erano già a Reggio e avevano affittato la sala per la conferenza stampa all’E-Hotel”.

Tuttavia, conclude, “la Fenice non ha colpe, loro sono stati scelti e tireranno fino a quando potranno. Il problema è di chi li ha scelti, perché ha detto una marea di falsità. Ma le bugie hanno le gambe corte. Noi nel business plan avevamo messo a garanzia un tifoso, uno degli sponsor, uno del Comune. Loro invece hanno messo solo uno del Comune. E poi mi devo sentir parlare di serietà, come se noi non lo fossimo…”. In conclusione Scuncia, sempre tramite i nostri microfoni, afferma pubblicamente: invito Brunetti a un confronto pubblico se vuole…”.

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