La situazione della “movida” di Reggio Calabria è andata totalmente fuori controllo nel centro storico della città, nel quadrante compreso tra via Zecca, via Zaleuco, via Giulia, via Diana e via Camagna, intorno a Villa Zerbi tra il corso Garibaldi e il Lungomare. La situazione è letteralmente insostenibile ogni weekend: le notti di sabato e domenica sono un inferno per i residenti che non riescono a dormire, sono costretti a prendere farmaci che li intontiscano per addormentarsi.
Numerosi gli appelli alle autorità competenti, a partire dal Prefetto Clara Vaccaro. Proprio Prefettura e Questura hanno disposto controlli interforze: Polizia e Carabinieri irrompono ogni notte di ogni weekend, tantissime le sanzioni comminate ma la situazione non si risolve.
Il problema principale è la musica, che viene tenuta ad alto volume fino alle tre, a volte fino alle quattro del mattino. Eppure la legge sull’inquinamento acustico prescrive ai locali l’obbligo di avere un piano di contenimento del rumore che deve essere firmato e redatto da un tecnico abilitato e iscritto in un apposito albo regionale. Si tratta di una condizione essenziale per continuare l’attività dei locali. La verifica amministrativa compete agli uffici comunali, ma a monte c’è un’altra enorme pecca del Comune che non ha ancora la classificazione sonora e deve utilizzare le ordinanze sindacali in sostituzione. In ogni caso, i locali non possono tenere la musica alta a quegli orari se non sono autorizzati e insonorizzati.
I verbali comminati sono almeno una decina negli ultimi tre mesi, anche per musica dal vivo non autorizzata. Poi c’è l’effetto collaterale principale di questa situazione che sono gli effetti dell’alcool che si ripercuotono nei comportamenti dei giovani. A dicembre avevamo già documentato quanto fosse critica la situazione in questa stessa area, adesso dopo mesi nulla è cambiato. E la gente non ce la fa più.