È notizia di qualche giorno fa la consegna dell’ennesima TBM (Tunnel Boring Machine) da utilizzare per lo scavo di una delle tante gallerie dell’asse ferroviario ad Alta capacità Messina-Catania-Palermo. Un’altra è stata scaricata sulle banchine del porto di Reggio Calabria ed è in attesa di essere trasportata in cantiere. Altre ne sono arrivate nei mesi scorsi. Una sta scavando la galleria Taormina nei pressi di Trappitello, nel comune omonimo. Un’altra la galleria Sciglio, la più lunga della Messina-Catania con i suoi 9.242 metri. Un’altra ancora è al lavoro sulla Messina-Palermo, per il raddoppio della tratta compresa tra Ogliastrillo (nei pressi di Cefalù) e Castelbuono.
Ma il bello deve ancora venire. Sull’asse ME-CT-PA le gallerie da scavare sommano in totale 93 km di tunnel, quasi tutti “a doppia canna” (ovvero costituite da 2 tunnel affiancati). In altre parole, 186 km di tunnel a binario unico, sufficienti per andare da Palermo a Catania senza vedere mai la luce. Per scavare questa enorme quantità di gallerie, come ha dichiarato il commissario straordinario per la Palermo-Catania-Messina, Filippo Palazzo, le TBM da impiegare nei diversi lotti della linea ad Alta Capacità saranno, a regime, almeno 24, tutte all’opera contemporaneamente nei prossimi anni.
Le gallerie ferroviarie tra Messina e l’imbocco del Ponte sullo Stretto
A queste macchine si aggiungeranno, già a partire dal prossimo anno, quelle necessarie a scavare oltre 18 km di gallerie ferroviarie tra Messina e l’imbocco del Ponte sullo Stretto. Una situazione da guinness dei primati, che pone la Sicilia al centro dello scenario ingegneristico mondiale e richiede uno sforzo industriale e logistico senza precedenti. Allo scopo, è già attiva a Belpasso, nei pressi di Catania, una fabbrica di elementi prefabbricati (detti “conci”) da utilizzare per rivestire di queste gallerie, a completamento dello “scavo meccanizzato”. Ad un’altra simile, necessaria a coprire l’enorme fabbisogno di questi conci, si sta già lavorando nei pressi di Enna. Ma si pensa anche ad impianti per la manutenzione di queste macchine se non, addirittura per la loro costruzione. Alla faccia dei benaltristi in servizio permanente effettivo, da sempre sostenitori della tesi secondo la quale in Sicilia, al posto del Ponte, occorrerebbe realizzare altre opere, a cominciare dai raddoppi ferroviari. Adesso che a queste opere si stanno già realizzando, che scusa inventeranno?
A proposito di scuse, accennavamo in premessa ad una TBM in attesa a Reggio Calabria di essere trasferita in cantiere per iniziare a scavare altre gallerie sulla Giampilieri-Letojanni. Per muovere la macchina da lì, occorre il nulla osta per attraversare alcuni centri abitati, e fra questi quello di Roccalumera: si tratta, infatti, di un trasporto eccezionale, (l’elemento principale della TBM, la testa fresante misura 9,3 metri di diametro), da effettuare nottetempo per non bloccare il traffico dei piccoli comuni della costa ionica messinese. Stranamente, il nulla osta era stato concesso mesi fa, ma successivamente revocato dal sindaco del centro rivierasco, proprio alla vigilia del trasferimento della macchina in cantiere. Al di là dei motivi della revoca, che possono essere più o meno legittimi, la situazione eccezionale che stiamo vivendo richiederebbe, da parte delle istituzioni locali, un altrettanto eccezionale spirito di collaborazione, volto a risolvere i problemi, anziché a crearli.
Tanti benefici
D’altronde, le opere che si stanno realizzando comportano benefici innanzitutto al territorio direttamente interessato: nell’immediato, dal punto di vista occupazionale, dato che tali opere che daranno lavoro a residenti, imprese, professionisti e fornitori locali. In prospettiva, perché tali infrastrutture rimarranno a servizio proprio del territorio attraversato contribuendo anche ad un suo riordino urbanistico: si pensi, ad esempio, all’eliminazione della vecchia sede ferroviaria, spostata a monte con il raddoppio, e dei relativi passaggi a livello o, nei casi migliori, striminziti sottopassi, che scompariranno. Accanto al guinness dei primati ingegneristico, insomma, facciamo in modo di non meritare anche quello del ridicolo.