“Un numeroso pubblico attento e interessato ha seguito il dibattito sul tema “Per una sanità pubblica, gratuita e qualificata. Risanamento e funzionalità della sanità in Calabria”. Dopo l’apertura del comp. Lorenzo Fascì, della Segreteria Nazionale del Movimento, che ha presieduto i lavori, la relazione introduttiva è stata svolta dal comp. Antonio Sgambelluri, già consigliere comunale di Siderno, che ha messo a punto i temi centrali della discussione ed ha avanzato proposte innovative e di grande spessore per affrontare i gravi problemi dell’Ospedale di Locri e della sanità a Siderno e nell’area della Locride“. Lo si legge in una nota del Movimento per la Rinascita Comunista.
“Subito dopo sono intervenuti i relatori: Maria Teresa Fragomeni, Sindaco di Siderno, Pino Mammoliti, Presidente Tribunale Diritti del Malato, Gianni Calabrese, Assessore Regionale al Lavoro e il comp. Nicola Limoncino, del Coordinamento nazionale del Movimento.
Si è poi avuto un dibattito molto ampio con diversi interventi (Sainato, Rubino, Firmo, Figliomeni, Tripodi, Passafaro) che hanno arricchito il confronto portando importanti contributi alla discussione.
Le conclusioni sono state tratte dal comp. Michelangelo Tripodi, Presidente Nazionale del Movimento, che ha ringraziato i compagni per aver promosso questa importante iniziativa sulla sanità, che rappresenta un tema fondamentale per la vita di tutti i cittadini.
Tripodi ha denunciato come la legge n. 833 del 1978, che aveva istituito il servizio sanitario nazionale e dato piena attuazione all’art. 32 della Costituzione che garantisce il diritto alla salute, a 46 anni dalla sua approvazione sia stata totalmente svuotata e che con il progetto di autonomia differenziata sarà definitivamente affossata con una importante parte del paese, il Mezzogiorno d’Italia con i suoi cittadini, che pagherà prezzi altissimi sull’altare di quella che giustamente è stata definita la secessione dei ricchi e che darà un colpo mortale ai diritti dei cittadini del sud, a partire dal diritto alla salute.
Già oggi, con gli ultimi dati del 2022, emerge che solo otto regioni hanno raggiunto gli standard minimi dei Livelli essenziali di assistenza, e tra queste non ci sono purtroppo, le regioni del sud; risulta, quindi del tutto evidente che con l’autonomia differenziata il disastro della sanità, che già versa in condizioni molto gravi e precarie, si annuncia in maniera irreversibile e catastrofica. La sottrazione di ingenti risorse alla Calabria e al Sud derivante dallo sciagurato progetto dell’autonomia differenziata unitamente alla drammatica situazione dell’emigrazione sanitaria che già oggi solo per la Calabria registra una spesa di circa 400 milioni all’anno che dalle casse della regione vanno direttamente ad ingrassare i portafogli e i profitti della sanità privata del Nord ( vedi Humanitas, San Raffaele, IEO, ecc.) e che rischia di crescere ulteriormente prosciugando ulteriori risorse, avranno un effetto boomerang sull’intero sistema sanitario regionale mettendo in ginocchio quel poco che rimane di sanità pubblica.
Sulla questione del 118 e delle centrali operative il Movimento chiede una revoca del provvedimento assunto che cancella la centrale operativa avente sede a Reggio Calabria ed il suo immediato ripristino, a garanzia che i servizi di emergenza saranno erogati con equilibrio e senza privilegi in tutta la regione e a tutti cittadini.
Il Movimento per la Rinascita Comunista ritiene che di fronte a questa situazione non basta la politica dei pannicelli caldi e si deve passare a misure e riforme innovative e strutturali per ripristinare il diritto alla salute gratuita, efficiente e di qualità per tutti i cittadini. Non si può più accettare la favoletta di chi dice che i soldi non ci sono e la coperta è corta, se poi invece si scopre che solo negli ultimi anni la spesa per la spesa per la sanità è stata tagliata di ben 25 miliardi, mentre la spesa militare e per gli armamenti è cresciuta di ben 37 miliardi di euro.
In Italia mancano i posti letto (in 25 anni siamo passati da 365.000 posti letto a 191.000, posti letto); mancano i posti nelle terapie intensive come si è clamorosamente scoperto nella fase emergenziale del Covid19; mancano i medici tant’è che, come sappiamo, in Calabria si registra una vasta presenza di medici cubani grazie all’iniziativa apprezzabile e coraggiosa del Presidente della Regione on. Occhiuto; la medicina sul territorio è stata completamente smantellata con abbassamento generale della qualità del servizio e l’ospedalizzazione che è diventata l’unica risposta sanitaria esistente con aumento dei costi e grave carenza delle prestazioni e delle tutele per i cittadini.
Il Movimento per la Rinascita Comunista dice no all’autonomia differenziata e chiede un rilancio forte del diritto alla salute, attraverso queste proposte: aumentare la spesa per sanità in Italia che è del 6,8% del PIL, raggiungendo almeno la media pro-capite europea che significa che in Italia la spesa sanitaria pro-capite va aumentata di circa 750 euro; abolire i ticket odiosi anche perché i cittadini già contribuiscono con i propri contributi al Servizio Sanitario; eliminare l’intramoenia negli ospedali, che rappresenta una sorta di privatizzazione strisciante; eliminare le liste d’attesa, garantendo tempi brevi e certi per le prestazioni sanitarie ai cittadini: del resto non si capisce come sia possibile, in un piccolo e povero paese come Cuba, che un cittadino possa effettuare una TAC gratuitamente entro una settimana negli ospedali pubblici e qui in Italia, dove ci riempiamo la bocca di essere un paese del G7, questo non possa essere possibile se non a pagamento; riqualificare i servizi sul territorio e rilanciare le strutture per la prevenzione; cancella definitivamente il numero chiuso nelle facoltà di medicina per avere medici in misura sufficiente alle esigenze e alle necessità della popolazione italiana.
Il Movimento per la Rinascita Comunista intende portare avanti nei prossimi mesi questa piattaforma con forza e determinazione e chiede a tutti coloro che sono disponibili di dare il proprio contributo per rafforzare il Movimento e per dare voce ai lavoratori e alla parte più debole del popolo“, conclude la nota.