Il 25 aprile, Festa della Liberazione di… Reggio Calabria

Oggi, 25 aprile, metaforicamente (e anche un po' provocatoriamente) chiediamo una liberazione anche per Reggio Calabria

StrettoWeb

Una liberazione anche per Reggio Calabria. Senza voler scomodare – e sembreremmo anche blasfemi – le motivazioni della festa di oggi, 25 aprile, metaforicamente (e anche un po’ provocatoriamente) chiediamo una liberazione anche per Reggio Calabria. Una liberazione fisica ma anche astratta. Una liberazione carnale e anche morale. Una liberazione di oggetti materiali ma anche della mente, nel pensiero, negli ideali.

Oggi chiediamo che Reggio Calabria venga liberata dal degrado e dai rifiuti. Chiediamo una città più pulita, appunto libera. Una città senza micro e macro discariche. E possibilmente coi mastelli vuoti, dal momento che era l’unico sistema che funzionava.

Oggi chiediamo che Reggio Calabria venga liberata da malaffare, dalla malavita. Forse chiediamo troppo, ma le testimonianze di imprenditori coraggiosi (e sono sempre di più) sono un segnale che fa ben sperare.

Oggi chiediamo che Reggio Calabria venga liberata da quella mentalità clientelare, del “comparato”, del favoritismo, del “ma viu eu che conosco a tutti”. Chiediamo più onestà e civiltà. Qui no, non è chiedere troppo.

Oggi chiediamo che Reggio Calabria venga liberata da una classe politica che da anni ormai, a tutte le latitudini – Destra e Sinistra, tranne rare eccezioni – non riesce a offrire molto di buono. Lo dimostrano i fatti, ma lo dimostra anche il malcontento generale, nonché le ultime elezioni.

Oggi chiediamo che Reggio Calabria venga liberata dalla Fenice Amaranto, non per niente scelta da quella stessa politica di cui sopra. Una società, la Fenice, che non ha mai fatto nulla per dimostrare credibilità nei confronti della piazza, disunita e disaffezionata, come dimostrano le presenze allo stadio e non solo.

Poi, ovviamente, non tutto deve essere liberato. Ci sono cose, o persone, che vorremmo rimanessero. Anzi, se possibile, si incrementassero dentro il territorio. Vorremmo non liberare i nostri giovani, ma anzi far sì che crescano qui. Vorremmo liberare la creatività e fantasia di tanti imprenditori che negli ultimi anni si sono “adagiati” a una situazione di declino generale. Perché il vero motore della città sono loro. E vorremmo anche liberare, ma da altri posti d’Italia e del mondo, tanti turisti che possano venir qui ad apprezzare la nostra terra. Che di certo è già bella, ma sarebbe ancora più bella se venisse liberata da tutte le storture di cui sopra. Anche qui, chiediamo tanto? Buon 25 aprile.

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