Brunetti persevera: “Ballarino ci ha garantito il calcio a Reggio”. E sul business plan della Fenice continue prese in giro a tifosi e cittadini

Il Vice Sindaco di Reggio Calabria Paolo Brunetti è tornato a parlare della questione Reggina, della Fenice Amaranto e del business plan

StrettoWeb

Paolo Brunetti continua a prendere in giro i reggini e la loro intelligenza. Non sappiamo se viva in un mondo tutto suo oppure finga, ma in quest’ultimo caso bisogna ammettere che non gli riesce benissimo. Sulla Fenice Amaranto ormai tutti hanno capito. Erano già in tanti questa estate, sono aumentati ancor di più negli ultimi tempi, specie dopo le ultime uscite di Ballarino. Soprattutto quelle sul Sant’Agata: “al momento i soldi o li spendiamo per il centro sportivo o per la prima squadra”, ha detto al periodico “Forza Reggina”. Una dichiarazione che fa il paio con: “siamo più per chiedere al Comune un pezzo di terreno per un centro sportivo tutto nostro”.

Tra coloro che hanno perso la pazienza c’è anche Alfredo Auspici, che nelle ultime settimane sui social non manca di punzecchiare un po’ tutti. Così, a margine di Fenice-Sancataldese di ieri, ha scherzato con Brunetti al Granillo: “è finito un campionato di Serie D, ora ne dobbiamo fare altri 9”, ha affermato. “E perché? Un altro solo”, la risposta di Brunetti. “Ma lei ha detto che ne dovevamo fare 10”, ha chiesto ancora Auspici. “No, non ho detto questo, non cominciate a capire solo quello che volete. La gestione Ballarino ci ha garantito il calcio a Reggio Calabria, è chiaro che la Serie D non basti. E’ stato un anno transitorio, ma speriamo che si faccia di tutto affinché un altro anno il campionato si vinca. Niente ripescaggio? Quello sì, ma la Reggina deve vincere, non deve sperare nel ripescaggio. E’ già successo due volte, ora bisogna vincere il campionato”, ha precisato Brunetti. Sui 10 anni di Serie D, cerca di rigirare come al solito la frittata. Ma è stato lui a dire: “meglio dieci anni di Serie D con dignità che altro…” e questo lo possiamo affermare senza timore di smentita. Smentiamo invece totalmente i due ripescaggi di Brunetti: “è già successo due volte”, dice, ma in realtà è successo una sola volta, con Praticò, dopo il campionato di Serie D con Cozza della ASD Reggio Calabria. Brunetti, in pratica, non conosce neanche la storia.

Grave, gravissima, poi, la frase su Ballarino che “ci ha garantito il calcio a Reggio Calabria”. Forse i primi di settembre la città stava sognando? Era dentro un altro Universo? C’era oppure no un’altra cordata, e anche migliore? Come si fa a deviare la realtà dicendo che senza Ballarino non ci sarebbe stato calcio a Reggio Calabria quando sullo Stretto era pronto un manipolo di ragazzi reggini volenterosi ed entusiasti, supportati dalla forza economica di Bandecchi e dall’esperienza di Belardi e Taibi? Sembra incredibile, ma si continua a perseverare con frasi a effetto che però ormai hanno finito gli effetti e scaricato le batterie.

“Solo due punti del business plan non sono stati rispettati”, ma non è vero

Ma non è tutto. A far sobbalzare tutti dalla sedia è quanto ha affermato sempre il Vice Sindaco dopo, quando gli è stato fatto notare che il business plan non è stato rispettato. Qui l’ex f.f. dice più di una bugia. “Alcuni punti del business plan non sono stati rispettati. Ora bisogna vigilare affinché vengano rispettati tutti. Due punti non sono riusciti a completare: il calcio femminile e la gestione sospesa del Sant’Agata, in attesa dell’assegnazione della Città Metropolitana”. Sì, l’ha detto davvero. Brunetti ha detto che non hanno rispettato soltanto due punti, di cui uno addirittura in sospeso per il bando della Città Metropolitana sul Sant’Agata.

Falso. Falso. Falso. Nel business plan (è pubblico, lo abbiamo reso pubblico anche su StrettoWeb e lo riproponiamo qui di seguito) si parlava anche di 10 mila spettatori allo stadio (non arrivano neanche a 2 mila, seppur la società ne conteggi quasi il doppio, sommando i paganti al numero degli abbonati fissi, che però allo stadio non ci vanno più); di vittoria del campionato al primo anno con salto dalla C alla B il prossimo; poi si parlava di femminile e anche di una persona del Comune che avrebbe vigilato all’interno. Fa strano che Brunetti dica “ora bisogna vigilare”. Finora non si è vigilato affatto, come si evince dai ritardi nei pagamenti degli stipendi e dai dubbi sulle modalità di regolarizzazione dei lavoratori del club (se non ci fosse stato StrettoWeb, neanche sugli abbonamenti da poter sottoscrivere esclusivamente pagando in contanti!!!). I punti del business plan non rispettati, quindi, non sono due, bensì cinque. E, a parte la femminile, sono tutti gravi, nel senso che hanno rappresentato i motivi per cui è stata scelta questa società. Quello che viene da chiederci è quali punti del business plan sarebbero rispettati. Che Ballarino e Minniti respirano? Che ogni domenica sono riusciti a mandare in campo 11 persone con una maglietta amaranto addosso? Che la Terra è rotonda?

Ma Brunetti l’errore non lo vuole ammettere e non lo ammetterà mai. Così, come per la balla dei parcheggi a 5 euro a Catania, devia la realtà per far credere ai reggini che le sue non sono scelte sbagliate. Il problema è che ormai non gli crede più nessuno.

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