Ogni categoria ha il calcio che si merita, ha le strutture che si merita, ha i calciatori che si merita, ha gli allenatori e i Presidenti che si merita, ha i tifosi che si merita. Poi ci sono le piazze come Reggio Calabria che passano dalla Serie B alla Serie D in un attimo. Che vorrebbero rimanere in Serie B e che per questo in Serie D stanno stretti. Non entrano. Sono in gabbia. Se qualcuno vi chiede cosa significa la Serie D, voi fategli vedere le immagini dei tifosi della Reggina ieri nello stadio del Real Casalnuovo. In gabbia non è un modo di dire, erano proprio in gabbia. Sembravano quelle per rinchiudere i leoni che abbiamo visto al Circo a Reggio Calabria qualche settimana fa. Niente tribune, visuale della partita zero, erano lì dietro la porta a guardare non si sa che. E’ la Serie D, come detto, e non bastavano gli assistenti a Portici che erano i collaboratori delle due squadre.
C’è poco da fare. E’ la categoria che ad oggi tocca a Reggio Calabria. Poi però c’è una squadra che riesce a ottenere la promozione in Serie C con quattro giornate d’anticipo, senza mai perdere, andando a +13 sulla seconda e battendola nella gara più importante. No. Il Trapani di quest’anno non è mai stato in Serie D. C’era solo simbolicamente. Se vi chiedono cosa significa Serie D, non nominategli il Trapani di quest’anno. E’ infatti, a tutti gli effetti, una squadra di Serie C, anche più forte di tante altre che militano nel girone C. Se pensiamo a Kragl, Crimi, Cocco, alla loro storia. Poco da dire.
Le parole del Presidente Antonini sullo stadio nuovo e sull’obiettivo Serie B
Il Presidente Antonini è il classico personaggio divisivo, nel calcio. Politicamente scorretto, ma vero, non di certo nascosto dietro le maschere del finto buonismo e delle apparenze. Qualche mese fa, quando lottava punto a punto con il Siracusa, diceva che avrebbe vinto il campionato in anticipo e con 15 punti di distacco. E’ la verità, ci ha azzeccato. E poi ha speso, ha investito e vuole continuare a farlo. A proposito di strutture, ha dichiarato: “lo stadio deve arrivare prima possibile a 20.000 posti. Deve essere uno stadio all’avanguardia dal punto di vista tecnologico e fruibile tutto l’anno. Stiamo lavorando per la migliore soluzione. Questa può essere un ampliamento del Provinciale o uno stadio nuovo“, ha detto in riferimento all’ipotesi di uno stadio nuovo o all’allargamento di quello attuale, perché i 7 mila di ieri sono pochi per un sold out.
Ma non solo questo. Ha parlato anche di obiettivi futuri. E la scritta nelle maglie di ieri, “Non C basta”, è alquanto eloquente. La C sta stretta. “Stiamo provando a convincere giocatori importanti a scendere di categoria. Sappiamo dove dobbiamo migliorare, sarà difficile ma stimolante. Con questi nomi e con questo pubblico vogliamo andare in Serie B. Quando sono arrivato mi guardavano come fossi un pazzo, ma dentro me pensavo che fosse energia positiva. Questa mi ha spinto di più a realizzare ciò che abbiamo concretizzato. Ringrazio la mia famiglia, perché sono stato assente dedicando 20 ore al giorno a questa avventura”.