Oggi l’antimafia “è nel nostro Dna civico, ma non è sempre stato così, non era scontato che fosse così. Per tanti anni nel territorio lombardo è stata negata la presenza della criminalità organizzata mafiosa, fino a quando i fatti hanno dimostrato palesemente il contrario. Oggi facciamo molto per contrastare le infiltrazioni mafiose e per mantenere solida e viva la cultura dell’antimafia, ma non bisogna mai sentirsi arrivati o troppo soddisfatti“. E’ quanto dichiarato dal Presidente del Consiglio comunale di Milano, Elena Buscemi, intervenuta questa mattina al Festival Internazionale dell’Antimafia organizzato da Wikimafia.
“Nell’ambito delle sue prerogative – ha proseguito – il Comune ha messo in campo una serie di azioni che vanno dalla gestione dei beni confiscati alle organizzazioni mafiose fino ai protocolli di legalità per la realizzazione di eventi e opere pubbliche“.
Milano, ha sottolineato Buscemi “nel corso dei decenni ha saputo maturare una profonda sensibilità in questo senso: parlare di Mafia è un dovere di tutti noi, cittadini e rappresentanti delle istituzioni, perché opporsi alla cultura e alla prepotenza mafiosa è prima di tutto – e allo stesso tempo – un fatto di coscienza individuale e collettiva, di partecipazione sana e attiva alla vita della società“. “Ed è bene non dimenticare che ci sono ancora luoghi in questo Paese in cui parlare liberamente di Mafia, dichiararsi antimafia non èc osì semplice“, ha concluso.
Roia: “dalla mafia infiltrazione silente, attenzione a Giochi e Pnrr”
“Bisogna continuare a parlare del problema della legalità e delle infiltrazioni della mafia. Si tratta di una infiltrazione silenziosa e invisibile, quindi di difficile percezione“. Lo ha spiegato il presidente del Tribunale di Milano Fabio Roia a margine del Festival internazionale dell’Antimafia.
“Ai giovani bisogna dire che é un impegno che riguarda tutti noi come cittadini e quindi non deve essere delegato, ci vuole una soglia di attenzione nella quotidianità perché le mafie si infiltrano dove c’è la traccia del denaro – ha aggiunto –. I punti di attenzione devono essere individuati in un’attività di prevenzione, dove ci sono opere importanti che stanno per essere costruite per i grandi eventi. A Milano avremo le olimpiadi invernali, abbiamo il Pnrr e ovviamente ci sono grossi appalti e la mafia tende ad infiltrarsi soprattutto nei subappalti dove i controlli sono molto complessi e difficili“.
“É una mafia che si presenta con il colletto bianco, una mafia che lavora sull’economia e questo é più difficile da contrastare e da percepire“, ha concluso.
Procuratore di Milano: “le riforme non preoccupano se non è propaganda”
“La politica deve avere gli anticorpi perché non ha senso aspettare, sperare che sia la magistratura a risolvere i problemi“. Lo ha detto il procuratore di Milano, Marcello Viola, a margine del Festival internazionale dell’Antimafia, commentando le inchieste che stanno coinvolgendo esponenti dei partiti. Gli anticorpi “deve averli la politica e devono averli anche i cittadini. Bisogna pensarci prima, bisogna pensarci per tempo, anche molto alle candidature, bisogna fare selezione e spetta proprio alla politica, non ad altri“.
“Le riforme non mi preoccupano – ha chiosato Viola –, i magistrati devono fare parte del procedimento di riforma, possono partecipare come tutti i cittadini“. “Non bisogna preoccuparsi, purché non si tratti di propaganda, o di pura polemica – ha concluso – per tutto il resto io non ho chiusure e sono disposto a discutere di tutto“.