De Luca e Basile come Bonelli e il Pd: combattono il “Ponte sullo Stretto del Tirolo”

Cateno De Luca e Federico Basile si scoprono No Ponte per beceri opportunismi politici, tra l'altro calcolati male. E scimmiottano l'estrema sinistra

StrettoWeb

C’è da non crederci. E infatti se ci avessero detto che sarebbe successo, non ci avremmo creduto. Cateno De Luca e il suo fedelissimo Federico Basile, oggi Sindaco di Messina, si sono scoperti improvvisamente “No Ponte” e stanno scimmiottando la sinistra nella lotta politica contro la realizzazione della grande opera dello Stretto. Pochi giorni fa il Presidente della Regione Calabria, il cosentino Roberto Occhiuto, poneva giustamente la riflessione dell’assurdità che fossero proprio meridionali e italiani e tifare contro la realizzazione del Ponte, che porterà straordinari benefici proprio all’Italia e in primis al Sud. “E’ sconcertante“, commentava Occhiuto.

Ed è ancor più sconcertante che oggi sulla barricata cavernicola, retrograda, reazionaria, anti scientifica e ideologica del no pontismo, si siano schierati anche Cateno De Luca e Federico Basile. E’ grave e sconcertante perchè da Sindaci, di Messina e Taormina, non rappresentano affatto il sentimento maggioritario nel loro territorio. E’ gravissimo e sconcertante perchè, da Sindaci di Messina e Taormina, non fanno l’interesse sociale, economico, culturale e ambientale, del loro territorio.

E’ ancor più grave e drammaticamente sconcertante che lo fanno in modo falso, bieco, opportunistico, in quanto fino a ieri sera erano schierati fortemente a favore del Ponte sullo Stretto. Entrambi, infatti, De Luca e Basile, hanno partecipato alle imponenti manifestazioni pro-Ponte che negli anni hanno mobilitato i cittadini siciliani e messinesi. Alcune le hanno persino organizzate! Ed è incredibile che adesso Cateno De Luca, per racimolare qualche voto in più alle elezioni europee per la sua accozzaglia di improbabili e improponibili liste da circo alla disperata ricerca di raggiungere la soglia di sbarramento, si ritrovi sul Ponte – da politico messinese – sulle stesse posizioni di Angelo Bonelli, Nicola Fratoianni, Elly Schlein e i grillini, cioè l’estrema sinistra. Un errore strategico in ogni caso, perchè i No Ponte continueranno a votare per l’estrema sinistra in quanto il loro è un No ideologico a prescindere per ogni opera di sviluppo e progresso. Nessun No Ponte voterà De Luca alle europee. Invece Cateno perderà i voti di tutti i sostenitori del Ponte che, per chissà quale motivo, lo apprezzavano. Fino a ieri.

In una dichiarazione surreale, il Sindaco di Messina Federico Basile ha detto ieri che la città ‘da 20 anni è bloccata sulla parola “ponte'”. Sa bene, Federico Basile, che non è un cretino, che è esattamente l’opposto: Messina continua a fare passi indietro proprio per l’assenza del Ponte. I No Ponte hanno governato a lungo la città, la Regione e lo Stato e avevano promesso le alternative al Ponte, ma non sono stati in grado di farne neanche una. Hanno fallito in toto. Il Ponte, che non c’è, non può certo avere le responsabilità del degrado odierno e dell’arretratezza della città, sempre meno popolosa, sempre più povera e isolata. Il Ponte, invece, è la soluzione. E Basile dovrebbe sostenerlo con forza. In coerenza con le idee che ha sempre espresso fin qui, e soprattutto con il mandato elettorale ricevuto dai messinesi mentre si dichiarava pro Ponte. Se vuole diventare No Ponte, come Accorinti, prima dovrebbe dimettersi e presentarsi nuovamente alle elezioni da No Pontista: chissà se vincerebbe ancora…

Invece, proprio scimmiottando Bonelli, il Pd e la sinistra in genere, ha avuto il coraggio di scrivere “Il ponte? Prima Messina“. Come se il Ponte fosse sullo Stretto del Tirolo. Come se collegasse Alto Adige e Valle d’Aosta. Si copre di ridicolo, Basile. Così come tutti i politici di sinistra che parlano di “scippo nei confronti del Sud” per i fondi che il governo ha stanziato per il Ponte sullo Stretto. Umberto Bossi parlerebbe di “scippo nei confronti del Nord” e dal suo punto di vista avrebbe ragione: si tratta di soldi pubblici, dello Stato e quindi che arrivano da tutti i cittadini compresi i settentrionali, per il più grande investimento della storia dell’Italia unita nelle Regioni del Sud. Ma se le grandi opere del Nord come la TAV e il MOSE si possono fare con i soldi pubblici che arrivano anche dai contribuenti meridionali, perchè non dovremmo fare una grande opere al Sud con anche i soldi dei contribuenti settentrionali? La differenza è che al Nord nessuno si sognava di remare contro le grandi opere che avrebbero portato sviluppo e progresso al loro territorio, eccezion fatta per la solita estrema sinistra ideologizzata. Al Sud, invece, siamo abituati a farci del male da soli. D’altronde siamo terroni proprio per questo. E Cateno De Luca e Federico Basile oggi portano la bandiera dell’autolesionismo. I messinesi e i siciliani non se lo dimenticheranno.

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