Divieti, tasse, censure, intolleranze e ipocrisie: l’inarrestabile fascismo della sinistra

Blaterano di pericolo fascista per qualsiasi avversario politico abbiano, ma gli unici veri fascisti sono loro: i politici di sinistra che vessano cittadini con divieti, tasse, censure e intolleranze tipiche di un regime

StrettoWeb

E ci risiamo: da sinistra si alza forte l’urlo del pericolo fascista riferito al governo Meloni, e tanti allocchi ci credono davvero. Blaterano di “Tele Meloni” sui social, sono convinti di vivere in un Paese che sta perdendo la democrazia, si lamentano persino delle forze dell’ordine che – com’è sempre accaduto nella storia della Repubblica – fanno il loro sacrosanto lavoro. Che sciocchi. Perchè non vanno in villeggiatura in Iran? Sarebbe una bella esperienza di vita. Chissà cosa penserebbero, al loro ritorno in patria. Fatto sta che l’unico vero pericolo di fascismo che c’è oggi in Italia è quello della sinistra. E non stiamo scherzando. Lo praticano davvero, dove e quando governano loro, con divieti, tasse, censure, intolleranze e ipocrisie.

Predicano antifascismo e vorrebbero addirittura scrivere i discorsi del Presidente del Consiglio o dei loro avversari politici, eppure mai nessuno ha imposto loro che termini devono utilizzare o che linguaggio devono adoperare. Non è forse fascista chi vuole imporre agli altri le proprie idee e il proprio linguaggio? Vorrebbero che Giorgia Meloni si dicesse “antifascista“, eppure il premier l’ha già fatto più volte in tutte le sedi, istituzionali e non, in modo inequivocabile. Ma le parole lasciano il tempo che trovano e il punto vero è che oltre alle dichiarazioni, Meloni e tutto il centrodestra hanno dimostrato con i fatti di essere antifascisti: stanno governando l’Italia nel modo più liberale possibile, fortemente schierati con il blocco delle democrazie occidentali in politica estera, al fianco di Israele e quindi degli ebrei nel delicato scenario Medio Orientale, mentre in Italia dopo 18 mesi di governo hanno incrementato le libertà senza negare alcun tipo di diritto ad alcuno.

La sinistra, che invece si riempie la bocca di antifascismo, continua ad adottare politiche fasciste. E’ vero che il fascismo (per fortuna) è morto e sepolto da 80 anni e non c’è alcun pericolo che possa tornare, ed è quindi verissimo che anche l’antifascismo non ha più alcuna ragione di esistere: è come l’antimafia, che ha un senso soltanto finché esisterà la mafia. Senza mafia, non ci può essere antimafia e quindi senza fascismo non ci può essere antifascismo. E’ paradossale, però, che la bandiera dell’antifascismo oggi venga sventolata proprio da quei partiti e movimenti che nei fatti, con leggi, decreti, ordinanze e delibere, il fascismo lo mettono in campo ogni giorno. Oggi non sono più al governo (anche qui, per fortuna!) ma lo sono stati fino a un anno e mezzo fa e abbiamo visto come hanno governato l’Italia durante la pandemia: nel modo più restrittivo e tirannico possibile. Hanno seguito il “modello cinese“, non certo una democrazia liberale, e hanno imposto prima il “lockdown“, poi il “coprifuoco“, infine il “green pass“. Tutta roba fascista anche nell’etimologia. E guai a lamentarsi: eri complottista, negazionista e via dicendo. Non avevi diritto di parola: contava solo quello che decidevano loro e basta. Eppure hanno impedito alle persone di uscire di casa, poi ne hanno autorizzate soltanto alcune in base ad un lasciapassare sanitario, il tutto in nome della sicurezza. Esattamente come faceva il fascismo. E in nessun altro Paese democratico e liberale il governo è stato così rigido nella pandemia così come l’Italia di Conte, Speranza, Movimento 5 Stelle e Pd. Anzi, nei Paesi (Regno Unito, Germania, Svezia), o negli Stati (Florida), o nelle Città Metropolitane (Madrid) in cui governanti illuminati hanno tutelato prima di tutto le libertà dei cittadini, c’è stato un numero di morti e di contagi enormemente più basso rispetto a quelli del nostro Paese.

Oggi la sinistra fa le barricate perchè il governo Meloni fa rispettare le leggi dello Stato nei confronti dei Comuni di sinistra (vedi caso-Bari), e invece durante la pandemia erano proprio loro del Pd ad impugnare le ordinanze delle Regioni come la Calabria in cui non c’erano contagi per 15 giorni e l’allora governatore di destra Jole Santelli decideva di aprire i locali con i tavolini all’aperto per restituire un minimo di libertà. Non sia mai, apriti cielo: “dovete stare tutti chiusi” tuonava quel grande Statista di Boccia da Roma, affermando il potere centrale proprio come i Ministri del Regime, mentre sul territorio c’erano gli squadristi dei delatori pronti a telefonare alla polizia se ti vedevano in giro senza mascherina o dopo le 22.

Hanno sparato con gli idranti su innocenti manifestanti lavoratori, e adesso si scandalizzano se i poliziotti si difendono con i manganelli dalle violenze di estremisti facinorosi. Sono ipocriti e intolleranti, i soliti comunisti che si dicono liberali e professano l’antifascismo. Per dieci anni hanno rotto le scatole su Berlusconi che “scappava dai processi“, e adesso candidano alle europee Ilaria Salis proprio per farla fuggire dall’ennesima condanna per comportamenti violenti. Gli anarchici sono tornati in piazza con le bandiere dei terroristi di Hamas, a sostegno dell’Iran e della sfera del fanatismo islamico che vuole distruggere le democrazie e le libertà occidentali. Ma dov’erano gli anarchici quando per anni sono stati costretti a stare chiusi in casa, o a vaccinarsi, vedendosi negate le loro libertà fondamentali e i loro diritti inalienabili? Quelle leggi le imponeva la sinistra e quindi andavano bene a tutti.

Una sinistra che ancora oggi continua a comportarsi in modo fascista laddove governa: a Torino e Milano i Sindaci hanno imposto addirittura il divieto di fumo all’aperto, “se ci sono persone nel raggio di cinque metri” a Torino e invece “nel raggio di dieci metri” a Milano. Ridicolo. Milano dove non sarà possibile consumare gelati e bevande dopo la mezzanotte. Mentre anche a Roma, sempre il Pd, ha esteso la Ztl alle auto considerate non inquinanti. A Bologna la Giunta, sempre del Pd, ha imposto il limite di velocità a 30km/h in tutta la città, mentre a Reggio Calabria sempre il Pd ha raddoppiato il costo dei parcheggi a pagamento del Lungomare da 1 a 2 euro l’ora e per difendere la scelta i dirigenti hanno avuto addirittura il coraggio di dire che “non si capisce perchè la gente deve andare in auto proprio sul Lungomare“. Ma perchè non dovrebbe andarci, in auto sul Lungomare, se è una strada aperta al traffico e con i parcheggi? Perchè dovrebbe andare in un’altra strada e non in quella? Perché la sinistra quando governa deve poter sindacare sulle libertà delle persone, arrivando addirittura a decidere dove devono andare e cosa devono fare i cittadini?

Abbiamo quindi una sinistra che ovunque governa impone divieti, aumenta le tasse, pratica censure violente come accaduto all’Università per Daniele Capezzone e David Parenzo, è antisemita tanto da rifiutare la Brigata Ebraica dalle manifestazioni per il 25 aprile ed essere schierata dalla parte dei terroristi di Hamas nella guerra in Medio Oriente, e non accetta il risultato della democrazia. Antonio Scurati, neo paladino dell’antifascismo militante, si è lamentato che i fascisti che oggi governano l’Italia “non marciano su Roma, ci arrivano con libere elezioni“. Che significa mettere in discussione la democrazia: se chi vince non va bene a loro, le elezioni e la democrazia non vanno bene. Devono decidere sempre loro chi deve governare, con buona pace dell’opinione popolare. La democrazia è una festa, un grande successo di senso civico e partecipazione, quando si fanno le primarie del Pd o quando la sinistra vince le elezioni. Se invece vince la destra, gli elettori sono tutti ignoranti trogloditi che non dovrebbero votare perchè non hanno scelto il Pd. E così da anni raccontano che la sinistra vince nei quartieri ricchi delle grandi città e la destra nelle periferie degradate o nelle campagne, come a voler sminuire quel voto. Proprio la sinistra che storicamente era orgogliosa di rappresentare le istanze proletarie raccogliendone il consenso!

Oggi parlano della “peggiore destra estremista” riferito a Giorgia Meloni, ma dicevano le stesse cose quattro anni fa contro Salvini e dieci anni fa contro Berlusconi: non è importante che sfumature abbia il leader della destra del momento, basta che in Italia ci sia qualcuno che non sia di sinistra e superi il 15% di consenso elettorale che automaticamente diventa un pericoloso fascista. Anche se, come ha sempre dimostrato la destra al governo sia con Berlusconi che oggi con Meloni, è l’unica coalizione liberale che esiste in Italia. L’unica incondizionatamente schierata con l’occidente, e quindi con le democrazie liberali, in politica estera. L’unica che abbassa le tasse, diminuisce l’interventismo dello Stato, incrementa le libertà per i privati, i singoli, le imprese. E l’unica che agisce senza negare i diritti dei cittadini. Ieri hanno stravinto anche in Basilicata, con il 57% dei consensi, e a sostenere la coalizione di destra c’erano anche i partiti di Renzi e Calenda. Un altro successo dopo l’Abruzzo. Stavolta in una storica roccaforte rossa. E in Piemonte si vota tra poco con Alberto Cirio lanciatissimo alla riconferma con il 60% delle preferenze in base ai sondaggi: sarebbe la prima volta nella storia del Piemonte che alle Regionali viene confermata la coalizione uscente. Com’è già successo poche settimane fa in Abruzzo. Evidentemente la gente si è stancata del fascismo della sinistra. Il 25 aprile gli italiani lo celebrano votando a destra, in coerenza con i valori della Festa della Liberazione. Oggi a negare libertà e diritti sono i partiti della sinistra, in Italia e in Europa. E del 25 aprile è rimasta l’attualità dell’esigenza di libertà. Una libertà che, con buona pace dei comunisti, è rappresentata al meglio proprio da Meloni & company.

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