Fenice Amaranto, pagata una delle mensilità arretrate a calciatori e lavoratori. Niente da fare per marzo, aumentano i malumori

Nella giornata di ieri, La Fenice Amaranto ha pagato in enorme ritardo a calciatori e lavoratori lo stipendio del mese di Febbraio. Resta in sospeso marzo

StrettoWeb

Nella giornata di ieri, mercoledì 10 aprile, i calciatori e i lavoratori de La Fenice Amaranto hanno ricevuto lo stipendio del mese di Febbraio. Si trattava di una delle due mensilità rimaste arretrate e non pagate dal club. Il pagamento, arrivato in grande ritardo, non ha eliminato i malumori del gruppo, anzi. Quando arriverà lo stipendio di marzo e perchè ci sono questi ritardi? E come si concluderà la stagione? Che garanzie ci sono sul pagamento degli stipendi dei mesi futuri?

Fino a Gennaio, La Fenice Amaranto aveva pagato regolarmente tutte le retribuzioni mensili all’inizio del mese successivo. L’ultimo pagamento era stato a inizio Febbraio, per la mensilità di Gennaio. I primi problemi sono iniziati un mese fa, a inizio Marzo, quando il pagamento del mese di Febbraio non arrivava. Dalla dirigenza del club, veniva comunicato ai diretti interessati che per generiche ragioni di “cambiamento di regime fiscale“, il pagamento fin lì effettuato a livello mensile, sarebbe diventato bimestrale. Che significa, non vi paghiamo oggi lo stipendio perchè d’ora in poi vi pagheremo due mesi alla volta. E quindi il prossimo pagamento arriverà a inizio aprile, per il bimestre febbraio-marzo.

La scorsa settimana su StrettoWeb abbiamo pubblicato la notizia del mancato pagamento degli stipendi, con i magazzinieri che hanno persino bloccato la squadra impedendo un allenamento. Notizia mai smentita da una società che solitamente è pronta a replicare alle nostre verità dopo pochi minuti. Adesso che è arrivato il pagamento di una mensilità (ieri, 10 Aprile, è stato pagato il solo mese di Febbraio), stanno aumentando i malumori perchè i lavoratori si sentono presi in giro in quanto si aspettavano un pagamento bimestrale. Che non è arrivato. Quindi quella del cambio di regime fiscale era una scusa, e la società ha davvero problemi a pagare gli stipendi.

Il vero dramma è che tutto questo succede dopo appena sei mesi dalla nascita del nuovo club, scelto dall’Amministrazione Comunale in nome di un business-plan e di garanzie bancarie che avevano convinto fortemente Brunetti, al punto da preferire Ballarino ad un multimiliardario molto esposto politicamente (e che quindi avrebbe evitato ogni tipo di brutta figura) come Bandecchi, tra l’altro sostenuto da un 50% di imprenditori reggini che anche loro stessi pur presi singolarmente avevano un fatturato superiore a quello di Ballarino. E, dramma nel dramma, a Reggio Calabria tutti coloro che erano dotati di un minimo di intelletto già a settembre avevano compreso che sarebbe andata a finire così (e lo dicevano allora, non certo oggi col senno di poi).

La domanda rimane sempre la stessa: dov’è Brunetti? Cosa fa? Aveva garantito che si sarebbe assunto le responsabilità su questa società. Che cosa intendeva? Quando diceva che avrebbe preferito “dieci anni di serie D, ma fatti con dignità” pensava già di dare la Reggina a una società che avrebbe fatto davvero dieci anni di serie D, perdendo contemporaneamente anche la dignità? Se – come sembra da indiscrezioni e retroscena – agli amici più stretti confida di essersi pentito della sua scelta, perchè non lo ammette pubblicamente?

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