Fenice, Ballarino: “o il Sant’Agata o facciamo la squadra. Vendere? Dipende, ma mi tengo l’1%”

Reggina: l'intervista al patron e Direttore Generale della Fenice Amaranto Nino Ballarino su passato, presente e futuro

StrettoWeb

Il patron e Direttore Generale della Fenice Amaranto, Nino Ballarino, è stato intervistato da Antonello Placanica per il settimanale Forza Reggina. A due giornate dal termine, alla vigilia del match del Granillo contro la Sancataldese (l’ultimo dell’anno in casa) e con vista playoff. Arrivato a Reggio perché “siete finiti in serie D – dice – se eravate in B, io non c’ero. E’ colpa mia?! Ma se devo lottare contro di voi e tutto il resto, in C non ci arriviamo!”. E poi riparte dall’inizio: “La vera ‘colpa’ è di Virgilio (Minniti, il presidente, nda), mio partner da tempo… gli voglio bene, potrebbe essere mio figlio… Tra una battuta e l’altra aveva cominciato a dirmi “che facciamo, la pigliamo la Reggina?” Dallo scherzo, mentre ero in vacanza, siamo passati alla realtà ed in appena cinque giorni abbiamo preparato tutto. Le quote dell’associazione, in attesa che diventi società, sono al 60% mie ed al 40% sue”.

“Per quanto riguarda l’aspetto tecnico – continua – è venuto naturale rivolgermi a Maurizio Pellegrino e Giuseppe Bonanno con cui c’è un’amicizia decennale ed una fiducia estrema. Non sono pentito, le sfide mi piacciono. Dopo avere smesso da tempo, non pensavo di ricominciare a fare calcio, ma vedendo una città che porta tutti quei tifosi a manifestare in uno stadio vuoto, ho pensato che Reggio meritasse qualcosa di importante”.

Il nome Fenice

Sul nome Fenice, tutt’ora criticato, prova a giustificarsi: E’ stata la fretta. L’avevamo chiamata Reggina la Fenice come simbolo di rinascita. Al momento del deposito della documentazione abbiamo scoperto che non si poteva utilizzare il nome Reggina, e di getto l’abbiamo sostituito con Amaranto. Avessimo avuto un po’ più tempo e lucidità…”.

Il marchio

Non solo nome, ma anche marchio Reggina. Secondo il giornalista, non avrebbe molto senso. Tutta la piazza lo vuole, rappresenta la storia, “nonostante – chiede l’intervistatore – l’inutilità e il legame con uno dei peggiori periodi, tra penalizzazioni e fallimenti, della storia amaranto”. Ma Ballarino ribadisce: “Per rispetto nei confronti dei tifosi che ce lo chiedono, faremo il possibile per accontentarli”.

Gli obiettivi in campionato

Dagli aspetti extracampo, a quelli di campo. “L’obiettivo primario è fare una squadra per vincere il prossimo campionato di D. Con intelligenza e cura dell’aspetto economico per riportare la Reggina piano piano dove è stata cacciata. In caso di ripescaggio, abbiamo tutte le condizioni per richiederlo, a partire da quelle economiche. Abbiamo già avuto contatti in Lega e Federazione, per avere maggiori opportunità speriamo di vincere i playoff e poi dipenderà da cosa succederà a livello nazionale, dai posti disponibili. Pure con le istituzioni locali collaboriamo per la buona riuscita delle cose. Certamente, le voci che arrivano da Reggio non aiutano. Credo che con Minniti abbiamo fatto i passi giusti per far crescere la Reggina. Mi riferisco all’aspetto societario, e oggi abbiamo una società pronta a vincere. Per quanto riguarda la squadra, nessuno dei migliori andrà via”.

Un giudizio generale sulla stagione: “Positivo, anche se speravamo di ottenere molto di più. Però abbiamo fatto un miracolo. Già la situazione era complicata di suo, poi con tutti gli attacchi che abbiamo ricevuto potevamo essere allo sbando. Abbiamo costruito un’intera squadra in dieci giorni, nonostante abbiamo ricevuto numerosi rifiuti da parte di calciatori che non si fidavano di venire a Reggio dopo tutto quello che era accaduto; mentre adesso non se ne vuole andare nessuno. E ancora, la decisione di farci giocare subito e tutte quelle partite di seguito perché una volta ammessa, le altre società”.

“D’altronde, ci siamo giocati il destino del torneo nelle prime dieci partite. Mi sarebbe piaciuto fare il miracolo di vincere il campionato! Quale il momento più bello e più brutto? Di momenti belli davvero non ce ne sono stati. Posso dire però della bellezza di aver avuto la possibilità di conoscere un popolo meraviglioso, dell’impegno immane da parte di tutti quelli che credono nel progetto Reggina e che ringrazio. Il momento più brutto, quando sono stato attaccato sotto l’aspetto personale“.

All’imprenditore siciliano viene chiesto perché difficoltà ed ostracismo a questa società: “Non essendo reggino, credo di avere la colpa di essere meridionale, di non provenire da Roma in su. O forse, semplicemente, di essere una persona normale, vera. Non mi apprezza chi non mi conosce. Peraltro in società, oltre al vice Fabio Vitale, ci sono reggini, il presidente, il club manager Giuseppe Praticò… Comunque, ci sono due aspetti ben diversi, quello reale, dove mi
sento accolto, e quello, per lo più negativo, dei social. Ma deve essere chiaro che chi parla male della società non vuole bene alla Reggina. Per quanto riguarda poi gli attacchi indirizzati alla mia persona, tutto ciò che è stato detto e scritto è nelle mani del mio avvocato”.

Il Sant’Agata

Non può mancare la domanda sul Sant’Agata: “E’ un problema di visione. Trenta anni fa aveva un senso investire nel centro sportivo e nel settore giovanile. Ci piacerebbe, abbiamo alcuni giovani bravi, che interessano società di serie A: probabilmente li perderemo perché il 30 giugno saranno liberi. In serie D è preferibile un giocatore già completo piuttosto che crescerlo. Abbiamo tre squadre under 19, 17, 15 nella parte alta delle classifiche, abbiamo mantenuto il centro sportivo spendendo tre volte di più di quanto previsto e alla fine siamo costretti ad allenarci a Campo Calabro. Tenendo conto delle condizioni in cui versa, prima di decidere il da farsi attendiamo alcune risposte dalla città metropolitana. Al momento i soldi o li spendiamo per il centro sportivo o per la prima squadra”. Dunque, Ballarino ribadisce il pensiero già espresso la prima volta: il Sant’Agata oggi non è in programmazione, significherebbe togliere risorse per la costruzione della squadra”.

Vendita o offerte per la società

“Oltre il Sant’Agata, l’altra questione è su una eventuale vendita. Ballarino fa capire che non è intenzionato. “Abbiamo preso un impegno con la città. Ad uno che ha tanti soldi la cederemmo, tenendoci l’1% per partecipare alla rinascita della Reggina. In questo momento riteniamo di stare svolgendo un servizio per Reggio Calabria, ma avremo un atteggiamento di apertura se dovesse presentarsi un reggino. Ma allora, quando ve ne andate?… Appena ci portano un’alternativa seria”.

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