Il Madagascar espelle l’ambasciatore UE per difendere la legge che prevede la castrazione dei pedofili

Il Madagascar deve affrontare un esame per la sua gestione della legge sulla castrazione

StrettoWeb

Il Madagascar ha chiesto all’Unione Europea (UE) di sostituire il suo ambasciatore nella nazione insulare a seguito delle critiche a una recente legge che consente di punire gli stupratori di bambini attraverso la castrazione. Secondo un portavoce dell’UE, il Madagascar ha formalmente chiesto a Bruxelles di sostituire l’inviato in mezzo alle crescenti tensioni sulla controversa legislazione.

“Il ministro degli Esteri del Madagascar ha inviato una lettera all’Alto Commissario per esprimere la sua insoddisfazione… e chiedere all’Ue di procedere alla sostituzione del capo della sua delegazione in Madagascar”, ha detto Nabila Massrali all’AFP da Bruxelles. Massrali ha indicato che l’UE sta valutando la richiesta “in consultazione con il governo malgascio“, osservando che a settembre sono previste rotazioni regolari degli ambasciatori.

Clara Randrianjara, capo delle comunicazioni del ministero degli Esteri del Madagascar, si è astenuta dall’approfondire la questione, dicendo che “questa lettera avrebbe dovuto rimanere riservata”.

La frattura diplomatica è scaturita dall’approvazione parlamentare del Madagascar all’inizio di febbraio di un disegno di legge che autorizza la castrazione chimica e chirurgica per le persone condannate per stupro di minori. Amnesty International ha prontamente condannato la misura definendola “crudele, inumana e degradante”.

Successivamente, l’ambasciatrice dell’UE in Madagascar, Isabelle Delattre Burger, nota per le sue critiche esplicite al governo, ha denunciato la legislazione durante una conferenza stampa, etichettandola come “contraria anche alla costituzione del Madagascar” e alle norme internazionali. Le sue osservazioni hanno provocato una convocazione al Ministero degli Esteri.

Il Madagascar, fortemente dipendente dagli aiuti internazionali con quasi il 75% della sua popolazione che vive in povertà, deve affrontare un esame per la sua gestione della legge sulla castrazione, in particolare da parte di donatori chiave come l’UE.

Nonostante le obiezioni, l’Alta Corte Costituzionale del Madagascar ha convalidato l’aspetto della castrazione chirurgica del disegno di legge alla fine di febbraio, ma ha escluso la castrazione chimica a causa del suo “carattere temporaneo e reversibile”, ritenendola insufficiente per “neutralizzare in modo permanente i predatori sessuali”.

Lo stallo diplomatico sottolinea la complessa interazione tra le preoccupazioni in materia di diritti umani, la legislazione nazionale e le relazioni internazionali in Madagascar, sollevando interrogativi sulla traiettoria futura del suo partenariato con l’Unione europea.

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