Messina, la deriva repressiva di Alessandro Vladimiro Russo (Pd): un antifascista che vuole zittire i giornalisti

Messina, in commissione Ponte sullo Stretto il consigliere del Pd Alessandro Russo si traveste da Vladimir Putin e pur di difendere il suo capogruppo Felice Calabrò, infelice protagonista di una brutta figura il giorno precedente, minaccia StrettoWeb. Ma non ci fa paura

StrettoWeb

Tutto era iniziato bene, con un simpatico monito da parte di Pippo Trischitta – il consigliere comunale che presiede la Commissione consiliare sul Ponte sullo Stretto – che ieri mattina a Palazzo Zanca, dando la parola ad Alessandro Russo, lo metteva in guardia: “ti voglio dire di stare attento che StrettoWeb ti osserva e ti sente“. Sorride Russo. Sorridiamo anche noi. E’ il gioco delle parti. Facciamo il nostro lavoro: osserviamo, sentiamo e raccontiamo. E siamo molto orgogliosi di noi stessi se la politica deve “stare attenta” alla nostra presenza.

Quello che ci ha stupito è successo subito dopo. Da Alessandro Russo abbiamo ascoltato parole clamorose, pesanti, totalmente fuori luogo e fuori contesto. Completamente al di fuori da un civico dibattito democratico. Uno stupore doppio, visto il pulpito da cui quelle parole sono arrivate. Russo, infatti, è un giovane duro e puro della sinistra messinese. Da sempre un convinto militante, consigliere politico tra i più duri oppositori a Cateno De Luca nella scorsa consiliatura, è uno dei migliori giovani prospetti del Pd peloritano. Alle elezioni comunali di due anni fa ha preso 627 voti ed è rimasto fuori da Palazzo Zanca per un soffio: è rientrato meno di un mese fa al posto di Maurizio Croce. E le sue prime parole in consiglio comunale a fine marzo hanno lasciato intendere che stavolta la sua esperienza consiliare sarebbe stata di tutt’altro tenore nei confronti dell’Amministrazione Basile, con cui ha esordito con grande tenerezza. Baci e abbracci quasi mielosi, ringraziando il Sindaco per una presenza “non dovuta“. Sarà che Basile dopo lo strappo di alcuni ex deluchiani passati alla Lega, è rimasto senza maggioranza. Sarà il dietrofront sul Ponte sullo Stretto, che ha visto De Luca e Basile – eletti con proclami fortemente favorevoli alla realizzazione della grande opera – adesso spostarsi sulla barricata del No. Fatto sta che quell’Alessandro Russo di opposizione, adesso, sembra solo un lontano ricordo della consiliatura che fu. Nonostante due anni fa i messinesi lo avessero votato contrapposto a Basile e De Luca.

Ma veniamo a StrettoWeb.

E alle vergognose parole di Russo contro i giornalisti e la libertà di stampa.

Alessandro Russo, esponente del Partito Democratico, convinto antifascista al punto da pubblicare su Facebook una sua foto profilo accanto ad una scritta “No al Fascio” sulla facciata di un palazzo, evidentemente s’è travestito da Vladimir Putin e ha parlato come un tiranno. “Vorrei dire che il consiglio comunale e la commissione sono il luogo in cui la città è rappresentata, non sono il consiglio superiore dei lavori pubblici nè il comitato di sorveglianza della società Stretto di Messina, quindi se a qualcuno fa ridere che qualcuno qui dentro solleva domande anche stupide, noi ridiamo della sua ilarità, perchè siamo qui a rappresentare la città e la comunità. Questa stupidaggine la rinviamo a quelle testate che scrivono che in quest’aula i consiglieri fanno una posizione da stupidini. Mi sembra necessario difendere il capogruppo del Pd che ieri in aula ha sollevato il problema di un contraddittorio tra tecnici ed è stato utilizzato un termine poco educato e poco rispettoso della dignità istituzionale di questo consiglio, da una testata giornalistica che più volte indugia in insulti a questa istituzione, quindi se è il caso attiveremo anche l’ufficio di presidenza di questo consiglio perchè questi toni vengano perseguiti nelle opportune sedi“.

Russo, poi, ha ribadito la sua ignoranza in materia tecnica sul Ponte sullo Stretto e ha rivendicato il suo ruolo di rappresentanza politica. Che nessuno ha mai negato. Tantomeno StrettoWeb. Ancora stupiti e basiti, chiediamo a Russo dove e quando avremmo scritto che i consiglieri sarebbero “stupidini o quale altro termine simile abbia mai letto sulle nostre pagine. Chiediamo a Russo quale sarebbe il termine “poco educato e poco rispettoso della dignità istituzionale di questo consiglio” e soprattutto quali sarebbero gli “insulti a questa istituzione” che StrettoWeb avrebbe più volte “indugiato“. A cosa si riferisce Russo? Quando mai su StrettoWeb c’è stato un minimo insulto alle istituzioni messinesi?

Nell’articolo di lunedì, la brava giornalista di StrettoWeb ha raccontato fedelmente lo svolgimento della Commissione Ponte riportando tra virgolette tutte le dichiarazioni dei partecipanti. Ha evidenziato con un sacrosanto e condivisibile commento la strampalata posizione del capogruppo del Pd, Felice Calabrò, che è arrivato a dire “Ognuno che viene qui ci da la sua versione dei fatti, ma noi non siamo competenti e dunque dovremmo prendere tutto per oro colato” nientepopodimenoche al professor Giorgio Diana, emerito del Politecnico di Milano, tra i massimi esperti di meccanica al mondo. Monia Sangermano, la giornalista di StrettoWeb che ha raccontato la commissione, è stata fin troppo buona con Calabrò. Avrebbe potuto ricordare, ad esempio, che il Pd si scandalizzava quando la novella grillina Laura Castelli in una epica trasmissione di Porta a Porta rispondeva “Questo lo dice lei” al grande economista Pier Carlo Padoan. Avrebbe potuto ricordare, anche, che il Pd era il partito della “scienza assoluta” che durante la pandemia di Covid-19 nessuno poteva permettersi di mettere in discussione. E poi avrebbe dovuto evidenziare come, invece, sul Ponte sullo Stretto, il Pd è diventato il partito dei complottisti, dei negazionisti, almeno così li chiamavano loro sulla pandemia. Il partito che insinua il dubbio persino di fronte ai massimi esperti del mondo. Al punto che il capogruppo si permette di dire al prof. Diana, in sostanza, “noi siamo ignoranti in materia, lei viene qui e ci può dire quello che vuole tanto non la capiamo“. Come se non fosse una grande responsabilità ufficiale parlare in commissione consiliare. Come se il professore stesse prendendo in giro i consiglieri. Come se Diana non avesse illustrato con parole semplici tutti i dettagli del progetto del Ponte, evidenziando con enorme chiarezza come e perchè resisterà a tutti i venti possibili nello Stretto di Messina, al punto da chiedere scusa se “un giorno ogni due secoli dovremo chiuderlo al traffico“.

Non era stato pesante né saccente il prof. Diana. E non meritava quelle parole da Felice Calabrò. Lo abbiamo evidenziato, senza insultare nessuno. Senza offendere, senza ingiuriare, senza mettere minimamente in discussione le istituzioni che sono la massima espressione della democrazia. Anzi. Il giorno dopo il nostro articolo, che a Messina ha fatto grande scalpore, i consiglieri comunali sono tornati a Palazzo Zanca con un piglio diverso. Hanno fatto domande più interessanti, hanno tenuto un atteggiamento più serio. E si sono preoccupati della nostra presenza che li sentiva, li ascoltava e – se lo avessimo ritenuto opportuno – li avremmo potuti contestare, evidenziandone errori e incongruenze come fatto il giorno prima. E’ il nostro lavoro, e Russo dovrebbe difendere alla morte la libertà di farlo. Altro che attivarsi per “perseguire i toni nelle sedi opportune“. Vuole perseguire “i toni” di una testata giornalistica? E magari mandarci in un gulag di staliniana memoria? Quando è stato istituito il reato dei “toni” sulla stampa? O forse quello di “lesa maestà nei confronti del Pd“?

Avrebbe fatto meglio, Russo, anziché difendere a spada tratta il suo capogruppo, riconoscere che aveva fatto un intervento scomposto, quello sì scostumato e irrispettoso nei confronti del professore, e andare avanti. Avrebbe fatto più figura, il Pd, a chiedere scusa. Avrebbe fatto bene ad apprezzare l’esistenza di una stampa libera come quella di StrettoWeb che vuole stimolare tutti al meglio. Ad alzare il livello.

Russo invece l’ha abbassato a livelli di anti-democrazia e inciviltà. Ma lo possiamo rassicurare: le sue minacce non ci fanno paura. Resteremo liberi. Continueremo a osservare, sentire, raccontare e commentare. Augurandoci che i politici, “rappresentanti della città” come dice Russo, facciano al meglio il loro lavoro. E rappresentino la Messina migliore. La Messina democratica e liberale innanzitutto, e poi anche quella educata, colta, interessata. Non certo quella di zalli e buddaci che di fronte a un luminare della scienza si metterebbero a ruttare. Se Calabrò voleva rappresentare loro, l’ha fatto benissimo. E Russo il giorno dopo s’è permesso di minacciare l’unico giornale che lo ha fatto notare.

Tutto ciò accade alla vigilia del 25 Aprile. E questi parlano di fascismo per Giorgia Meloni…

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