I poliziotti del Commissariato di P.S. di Patti hanno eseguito l’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Patti, nei confronti di un ventisettenne pattese ritenuto responsabile dei reati di rissa, tentata estorsione e resistenza a pubblico ufficiale. I fatti risalgono alla sera dello scorso 18 febbraio, all’interno di un noto esercizio pubblico di Patti, che oltre ad essere già punto di riferimento del locale centro cittadino, nella predetta occasione era oltremodo frequentato poiché nella medesima giornata si era svolta la tradizionale sfilata carnevalesca della città di Patti. La sera in questione, intorno alle ore 21.50, al termine del citato corteo di carnevale, personale del Commissariato di P.S. Patti, appositamente impiegato per l’occasione in servizio di Ordine Pubblico, transitando davanti ad un esercizio commerciale, notava che proprio di fronte allo stesso vi era un nutrito gruppo di persone che tentavano di contenere alcuni ragazzi i quali, gridando, si stavano dimenando con forza per cercare di divincolarsi e far rientro nel predetto locale. Il personale di Polizia prontamente interveniva, riuscendo a bloccare ed identificare i soggetti che nell’occasione avevano opposto resistenza all’attività degli agenti.
La successiva attività svolta dai poliziotti del Commissariato di P.S. di Patti mediante la visione delle immagini del sistema di videosorveglianza e la raccolta delle testimonianze delle persone presenti, ha permesso di accertare che poco prima, all’interno dell’esercizio commerciale, l’odierno destinatario della misura cautelare, in preda ai fumi dell’alcool, aveva tentato di estorcere al personale del locale delle consumazioni senza averle pagate. La situazione era poi rapidamente degenerata, sfociando in una rissa che aveva coinvolto anche altri avventori, i quali vi avevano preso parte sferrando diversi calci e pugni.
Per tali motivi il G.I.P. del Tribunale di Patti, su richiesta di quella Procura della Repubblica diretta dal Procuratore Angelo Vittorio Cavallo, considerata la gravità dei fatti e ritenendo sussistente un grave pericolo di reiterazione di condotte analoghe a quella posta in essere nell’occasione, stante l’insensibilità e la spregiudicatezza manifestata dal soggetto nella circostanza, ha disposto l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari.
Si precisa che il procedimento è ancora nella fase delle indagini preliminari e che, in ossequio al principio di presunzione di non colpevolezza e fino a sentenza di condanna passata in giudicato, sarà svolto ogni ulteriore accertamento che dovesse rendersi necessario, anche nell’interesse dell’indagato.