Assurdità sui parcheggi, una clamorosa bugia su Catania e nuove prese in giro sulla Reggina: Brunetti e i feniciani senza freni

Reggio Calabria in preda al delirio di chi la amministra: da Brunetti e Bonanno (Fenice) le ultime clamorose boutade che offendono ciò che resta dell'intelligenza di un popolo ormai totalmente lobotomizzato

StrettoWeb

Non c’è nulla da fare, è più forte di loro. E forse, in fondo, è ciò che Reggio Calabria merita. I soliti personaggi che detengono il potere ormai in modo ininterrotto da un decennio in città, continuano a prendere in giro i cittadini. Non è chiaro se ci sono o se ci fanno, fatto sta che quotidianamente ne sparano una più grossa dell’altra e le reazioni sono sempre molto tenere, quasi indifferenti. Se in qualsiasi altra città un vice Sindaco avesse giustificato la scelta del raddoppio del costo dei parcheggi a pagamento con le farneticanti parole utilizzate da Brunetti, i cittadini, le opposizioni e la società civile lo avrebbero costretto a dimettersi. A Reggio invece ci ridiamo su come se fossimo al circo. Per non parlare della Reggina: ci sono tifosi amaranto che pubblicano foto con la dirigenza della Fenice scrivendo “Onorato di essere in mezzo a belle persone spero non mi deluderanno” quando è da otto mesi che hanno abbondantemente già deluso tutti gli allocchi che gli avevano dato fiducia.

Questo è il livello di Reggio Calabria oggi, e allora loro (amministratori politici, dirigenti sportivi) ne approfittano. E insistono. Continuano a prendere in giro l’intelligenza (perduta) della città e dei suoi cittadini, ormai disposti ad accettare qualsiasi cosa. Partiamo da Brunetti.

Il delirio farneticante di Brunetti sul raddoppio del costo dei parcheggi a pagamento

Il vice Sindaco è tornato alla ribalta per aver risposto alle critiche sul raddoppio del costo dei parcheggi a pagamento con un improbabile concetto secondo cui l’aumento del costo del parcheggio favorirebbe il commercio, forse per il più veloce ricambio delle automobili o forse perchè in città ci sono tanti ricchi. Non abbiamo capito bene. Brunetti ha detto – in sostanza – che chi parcheggia sul Lungomare lo fa per acquistare abiti da 300 euro e quindi uno o due euro di sosta non fanno la differenza. Subito dopo però ha aggiunto che proprio perchè il parcheggio costa di più, i clienti dei negozi faranno gli acquisti più in fretta per non pagare un euro in più di parcheggio e libereranno il posto prima, favorendo il ricambio e quindi l’arrivo di nuovi clienti negli stessi negozi. Non è chiaro, quindi, se il raddoppio del costo del parcheggio sia indifferente perchè a Reggio siamo tutti super ricchi da acquistare abiti da 300 euro, o se viceversa scoraggia le soste più lunghe costringendo i clienti dei negozi del centro a fare tutto più rapidamente per non pagare di più. Brunetti ha espresso questi concetti nel giro di pochi secondi, uno dopo l’altro, poi li ha ulteriormente ribaditi e confermati, quindi non è stata una gaffe né un momento di difficoltà o scarsa lucidità. Eppure i due concetti non stanno insieme. O è l’uno, o è l’altro. Se chi acquista l’abito da 300 euro non ha il problema del costo del parcheggio, allora non andrà a liberare il posto prima. E se qualcuno ha il problema di un euro al punto da dover liberare il posto prima, significa che certamente non acquista abiti da 300 euro.

Ma già ci stiamo sentendo male a scendere sul livello del dibattito posto da Brunetti. E’ ridicolo anche solo replicare a teorie così assurde, farneticanti, deliranti. La verità, come abbiamo scritto dal primo giorno su StrettoWeb, è che sul Lungomare di Reggio Calabria non parcheggiano né super ricchi alla ricerca di abiti di lusso né orde di turisti provenienti in automobile dalla Scandinavia. Il Lungomare è il più grande parcheggio per i lavoratori dei negozi del centro: commessi, impiegati e tutte quelle altre figure che arrivano la mattina e vanno via la sera, quindi già oggi devono pagare un euro l’ora per lavorare (cioè otto euro al giorno, 48 euro a settimana se hanno il giorno libero, 192 euro al mese). Raddoppiando questo costo, i lavoratori del centro che parcheggiano sul Lungomare dovranno sborsare 384 euro al mese soltanto per la sosta della loro autovettura. In molti casi si tratta della metà del loro stipendio. Neanche il mutuo di casa costa così tanto. E i nostri eroi che amministrano la città hanno il coraggio di blaterare di acquisti di abiti da 300 euro in una delle città più povere, isolate e depresse dell’Europa intera! Certamente Brunetti e i suoi colleghi possono permettersi di acquistare abiti da 300 euro anche tutti i giorni, dopo aver vinto la lotteria della politica con i maxi stipendi riservati agli amministratori locali. Che li pagassero loro, allora, i costi necessari a mantenere le casse comunali, anziché continuare a vessare i cittadini: è passato un anno da quando, ad aprile 2023, il Pd e l’Amministrazione Falcomatà aveva rivendicato con grande enfasi la fine del piano di riequilibrio, parlando di “momento storico” e annunciando un “netto taglio delle tasse per i cittadini” dopo che per dieci anni hanno utilizzato l’alibi del piano di riequilibrio per mantenere la tassazione ai massimi livelli nazionali. Dopo un anno, però, non hanno tagliato un centesimo di tasse e anzi stanno raddoppiando la tassa – perchè di questo si tratta – del parcheggio a pagamento! E nessuno si scandalizza… 

La clamorosa bugia di Brunetti su Catania

Un particolare forse ancor più clamoroso di tutta questa vicenda riguarda Catania. Brunetti ha confermato di non avere alcuno scrupolo a dire bugie pubblicamente di fronte ai cittadini. E già basterebbe questo, in molti Paesi del mondo, per doversi vergognare e dimettere subito, abbandonando ogni tipo di ruolo pubblico. Per giustificare la scelta dell’Amministrazione Falcomatà, infatti, Brunetti ha detto: “Parlavo con amici di Catania e il prezzo è addirittura di 5 euro nel centro storico”. Non sappiamo chi fossero gli amici di Catania che hanno detto a Brunetti questa colossale fandonia, che lui ha rilanciato senza alcuna verifica. Sarà stato Ballarino? O Pellegrino? I dirigenti della Fenice Amaranto, in fondo, sono più che abituati a dire bugie. Peccato che molti reggini frequentino regolarmente Catania e non hanno mai pagato cinque euro l’ora per le strisce blu nel centro storico etneo. Per verificare come funzionano i parcheggi a pagamento a Catania, basta andare sul sito ufficiale. Innanzitutto a Catania l’orario del pagamento sulle strisce blu è molto ridotto rispetto a Reggio: nella città etnea inizia alle 08:30 e finisce alle 13:30 per poi ricominciare alle 15 e concludersi alle 20, per un totale di 10 ore al giorno. A Reggio Calabria, invece, ci permettiamo il lusso di 12 ore: il pagamento sulle strisce blu è no-stop dalle 07:30 alle 19:30, che aumentano fino alle 21:30 (14 ore) se parcheggiamo sul Lungomare e addirittura fino alle 24:00 (16 ore e 30) se parcheggiamo sul Lungomare nei mesi estivi.

A Catania per il centro storico le tariffe sono di 0,87 euro la prima ora ed 1 euro l’ora dalla seconda ora, con uno sconto per chi parcheggia per la mezza giornata a 3,50 euro. Nelle altre zone della città si paga ancora meno: 0,87 euro l’ora fissi, e tariffa mezza giornata a 2,90 euro. C’è poi un “Movida Park” per la sosta notturna dalle 21 alle 2 di notte nella zona dei locali, appunto, ma sempre al costo di un euro l’ora. Parcheggiare a Catania, quindi, è molto più economico che a Reggio. Altro che due euro o cinque euro. E questo nonostante Catania sia una città molto più ricca, molto più turistica e molto più viva di Reggio Calabria. Forse proprio perchè ha una classe dirigente che anziché vessare turisti e cittadini considerandoli bancomat per le casse pubbliche, ne favorisce la presenza, le spese e gli investimenti sul territorio. E non è un caso che al bando per il Catania Calcio, appena un anno prima di quello per la Reggina, Ballarino non si sia neanche presentato… E poi quel bando l’ha vinto un multi miliardario come Pelligra che sta facendo investimenti straordinari in Sicilia e in poco più di un anno con la squadra etnea ha già fatto una promozione e vinto una Coppa Italia. E adesso disputerà i playoff per andare in serie B (se non ci riuscirà quest’anno, con un proprietario così sarà solo questione di tempo).

Le ultime clamorose sparate dei dirigenti della Fenice Amaranto

Ma Brunetti non è l’unico personaggio pubblico che soffre di delirite in questi giorni a Reggio Calabria. Nelle ultime ore lo ha affiancato Pippo Bonanno, il messinese direttore dell’area tecnica della Fenice Amaranto, che ha parlato di Renelus come se fosse Yamal (“quando l’abbiamo preso qualcuno rideva”, e invece ora che ha vinto il Pallone d’Oro dopo Girasole trascinando la Fenice alla semifinale di Champions League tutti i contestatori si sono zittiti! Nella Fenice ci sono due Palloni d’Oro e non lo sapevamo!), poi ha blaterato di “bilancio positivo” riferito a questa stagione sportiva (chissà se aveva letto il business-plan con cui la Fenice ha ricevuto il titolo sportivo da Brunetti per stravincere il campionato e vincere anche la serie C il prossimo anno!); ancora ha detto che per il prossimo anno questa squadra vincerà il campionato (lo avevano già detto per quest’anno!) e che lo farà con gli stessi calciatori, in quanto dovranno soltanto limitarsi a “puntellare l’organico” (!!) perchè “gente come Barillà, Salandria, Mungo e Provazza è in grado di dettare legge in serie D”. E ci risiamo con i “lussi per la categoria”. Chissà perchè, però, quest’anno non hanno dettato alcuna legge ma subito la legge degli altri. Non solo delle piccole Trapani, Siracusa e Vibonese, che la Reggina storicamente ha sempre guardato con qualche categoria di distacco dall’alto verso il basso, ma persino quella del Sant’Agata di Militello, vincente all’andata e al ritorno, o del San Luca, che ha pareggiato all’andata e al ritorno con una squadra inferiore alle generiche Rappresentative Locali con cui solitamente la Reggina iniziava la preparazione estiva vincendo 16-1 la prima amichevole stagionale.

L’unico nome che doveva fare Bonanno per il valore che ha dimostrato è quello di Marcel Perri, per il resto è chiaro a chiunque che per vincere la serie D bisogna acquistare 8-9 top player per la categoria sulle fasce, a centrocampo e in attacco.  La Fenice ha già detto che non lo farà ma continua a dire che “vinceremo“. Esattamente come quest’anno. E qualche credulone continua persino a dargli fiducia. I soliti citrulli. Dopotutto Falcomatà, Brunetti & company li hanno eletti e rieletti e la Fenice l’hanno accolta, applaudita e finanziata. Ognuno ha ciò che si merita. Che tristezza, Reggio Calabria, come ti sei ridotta.

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