Senza il Ponte sullo Stretto, i trasporti tra Calabria e Sicilia sono un inferno quotidiano. Un’epopea che si rinnova ad ogni occasione per milioni di viaggiatori, a maggior ragione in occasione delle festività. Ed è successo anche ieri, Pasqua 2024. E sta succedendo anche oggi, Pasquetta 2024. Le condizioni di disagio per l’assenza del Ponte sullo Stretto, sono enormi: il vetusto sistema di traghettamento (la Sicilia è rimasta ormai l’unica isola al mondo con una popolazione superiore ai 100 mila abitanti separata dalla terraferma da uno Stretto a non essere collegata in modo stabile!), determina viaggi da incubo.
Quello che succede è che si ripete la realtà di ogni giorno, la realtà che pendolari e viaggiatori conoscono molto bene ma che i No Ponte vorrebbero nascondere: Messina è più vicina a Catania che a Villa San Giovanni. Dalla città peloritana ci vuole meno tempo a percorrere i 100km che la separano da quella etnea, anziché ad attraversare i tre miseri chilometri che la separano dalle sponde della Calabria. I tre chilometri più lunghi d’Italia. Più lunghi persino di tre tortuosi chilometri dei passi alpini, dove il tempo di attraversamento è comunque inferiore a quello dello Stretto.
Chi sostiene che in Sicilia mancano strade e collegamenti adeguati, dovrebbe vivere sulla propria pelle questi disagi per capire come la principale strada e il principale collegamento adeguato che manca alla Sicilia è proprio il Ponte sullo Stretto: tra Villa San Giovanni e Messina c’è il più drammatico collo di bottiglia dei trasporti europei, che rende la realizzazione del Ponte sullo Stretto quanto di più urgente e prioritario ci possa essere per lo sviluppo dell’Italia.
Ieri è successo che nel giorno di Pasqua, uscendo dallo svincolo autostradale di Villa San Giovanni per prendere i traghetti alle ore 13:55, dopo aver fatto il biglietto tra l’altro nella corsia preferenziale riservata ai clienti Telepass, la prima nave disponibile alla partenza è stata quella delle 14:40. Nonostante l’arrivo a Messina alle 15:10 del giorno di Pasqua, quindi una città semi deserta a quell’ora con il viale Boccetta senza alcun tipo di traffico, soltanto alle 15:15 gli automobilisti hanno potuto imboccare nuovamente l’autostrada esattamente un’ora e 20 minuti dopo che l’avevano abbandonata in Calabria per traghettare.
Con il Ponte sullo Stretto, questo tragitto di 80 minuti si sarebbe potuto effettuare in meno di 7 minuti senza mai uscire dall’autostrada e senza mai scendere dall’automobile, con un risparmio di tempo superiore ai 70 minuti (oltre un’ora e dieci di risparmio!). Poi, da Messina e Catania l’autostrada veloce e scorrevole consente di arrivare nel capoluogo etneo (e da lì in qualsiasi altra località della Sicilia centrale e/o orientale) in meno di un’ora. Cioè in meno tempo rispetto a quanto ci vuole oggi – senza Ponte – ad attraversare lo Stretto.
Chi sostiene che quella dell’attraversamento dello Stretto in traghetto sia una passeggiata di salute, un tragitto veloce e rapido “di appena 25 minuti“, dimentica che i 25 minuti sono soltanto il tempo materiale della traghettata dalla partenza all’arrivo del traghetto. Ma i viaggiatori devono considerare anche tutto il tempo dell’imbarco e dello sbarco, dell’arrivo agli imbarcaderi e dell’uscita dagli imbarcaderi, considerando tutto il tempo che si perde dall’uscita dell’autostrada da un lato fino al ritorno in autostrada dall’altro. E questo tempo è sempre mediamente superiore all’ora e dieci minuti, se non ci sono file o esodi in cui diventa un inferno di 4-5 ore, in alcuni casi anche peggio, giornate intere.
Nello Stretto, quindi, è stata un’altra Pasqua da incubo. Ma almeno c’è la rinnovata consapevolezza che potrebbe essere l’ultima senza i cantieri del Ponte: il prossimo anno l’incubo dei trasporti continuerà, perchè il Ponte non si potrà completare in pochi mesi, ma almeno i viaggiatori potranno consolarsi attraversando lo Stretto e osservando gli operai al lavoro per realizzare la grande opera che gli consentirà di viaggiare tra Calabria e Sicilia come in un posto del mondo normale, evoluto e civilizzato. E che quindi quest’incubo sarà soltanto una delle ultime volte, perchè presto anche lo Stretto di Messina sarà in Europa.