Ponte sullo Stretto, mercoledì si decide per i fondi Ue

Ponte sullo Stretto: il Parlamento europeo chiamato a votare la revisione della rete Ten-t

StrettoWeb

Mercoledì il Parlamento europeo in plenaria sarà chiamato a votare la revisione della rete Ten-t (Trans-European Network Tran-sport) che, per la prima volta da tempo, prevede esplicitamente la costruzione del Ponte sullo Stretto. Non è una trovata europea, si badi bene, ma italiana: a inserire l’opera è stato un emendamento presentato più di un anno fa dai parlamentari leghisti in commissione Trasporti e approvato ad aprile 2023.

Ovviamente la modifica è stata sposata dal governo italiano. Nei giorni scorsi il ministero delle Infrastrutture ha presentato la richiesta nell’ambito della Connecting Europe Facility (Cef), che è il cuore del sistema Ten-t con uno stanziamento di 26 miliardi al 2027. Se passasse il nuovo testo, con la modifica ottenuta dalla Lega, in futuro Roma potrebbe richiedere l’accesso anche ai fondi per la costruzione (per la parte trasporti ci sono 11,4 miliardi).

Nei giorni scorsi le associazioni ambientaliste (Wwf, Italia nostra, Legambiente e Lipu) hanno scritto agli europarlamentari italiani per chiedere di votare contro visto che-come sta emergendo dalla procedura di Valutazione d’impatto ambientale (Via) -il progetto non è sostenuto dal relativo piano economico-finanziario che dimostra la redditività dell’opera.

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