Ponte sullo Stretto, che vergogna a Le Iene: Giulio Golia tra i cavernicoli per un servizio da circo

Ponte sullo Stretto, 17 minuti circensi questa sera su Italia Uno a Le Iene: Giulio Golia ha confezionato un servizio di disinformazione sulla grande opera tra Calabria e Sicilia

StrettoWeb

Se non ci fosse da piangere, ci sarebbe da ridere. Ma quello che è successo questa sera in TV, precisamente su Le Iene (Italia Uno) è stato qualcosa di raccapricciante. Peggio dell’avanspettacolo, degno di un circo appunto. E c’è ancora qualcuno che ha il coraggio di parlare di libertà di stampa a rischio in Italia, dove invece ognuno è libero di propagandare qualsiasi fandonia no-pontista persino nella rete televisiva di proprietà della famiglia che guida il partito che storicamente si è sempre battuto più di tutti a favore del Ponte sullo Stretto!

Fatto sta che Giulio Golia, questa sera, si è coperto di ridicolo peggio di quanto non abbia fatto nel 2013 quando ha sostenuto il metodo Stamina, illudendo migliaia di allocchi al punto che la comunità scientifica lo ha etichettato come “un esempio eclatante di irresponsabilità nella pratica della libertà d’informazione“. Esattamente quello che ha fatto stasera sul Ponte sullo Stretto: ha mandato in onda in prima serata un servizio a senso unico, senza alcun contraddittorio, incontrando politici già ampiamente falliti, giornalisti storicamente schierati, tutti sulla barricata dei No-Ponte, e intervistando cittadini espropiandi in un delirante crescendo di fandonie e assurdità.

Il Ponte sullo Stretto è stato paragonato, per altezza, addirittura alla cupola di San Pietro (costruita cinque secoli fa!) per farlo sembrare fantasmagorico. E poi la solita solfa del benaltrismo, con le “altre priorità” e l’immancabile “odissea per arrivare ad Agrigento“, come se nel resto d’Italia non si sia fatta la TAV per collegare le principali città senza che mai nessuno si ponesse il problema di quanto tempo ci vuole per arrivare a Sondrio, Imperia, Ascoli Piceno, Grosseto , Belluno o Gorizia.

E la tragedia per la ragazza incinta che ha costruito un anno fa; e ancora peggio per i vecchietti che vivono lì da oltre 50 anni, senza mai evidenziare che tutti verranno indennizzati generosamente con una cifra enormemente superiore al valore immobiliare del bene che perderanno. Una perdita prevista dalla Costituzione e già vissuta con grande giubilo dai tanti italiani che hanno vinto la lotteria dell’esproprio, che consente di ottenere un valore di gran lunga superiore rispetto al terreno espropriato come sempre accaduto per tutte le strade e le ferrovie del Paese. Perchè per il Ponte sullo Stretto non dovrebbe essere così? E non è strano che proprio i comunisti, ideologicamente sostenitori della priorità dell’interesse pubblico su quello individuale, adesso si scoprano novelli paladini della proprietà privata?

In tipico stile anti-scientifico, il servizio di Golia è zeppo di fatalismo: “questa è un’opera che non la vuole Dio, non la vuole la Natura” ha detto un ristoratore di Cannitello. “Mio marito da lassù ci metterà lo zampino, non lo farà costruire” ha detto una lungimirante statista residente a Torre Faro. “Gli antichi greci quando sono arrivati qui hanno visto questo, lo Stretto deve rimanere così” ha detto un’altra vecchiona particolarmente proiettata nel mondo del futuro. E’ così che vogliono Calabria e Sicilia i trogloditi cui Giulio Golia ha dato spazio a Le Iene: ferma ai tempi dell’antica Grecia, cioè duemila e cinquecento anni fa. Poi però tutti si lamentano che in questa terra manca il lavoro, non c’è sviluppo, non c’è ricchezza.

E’ possibile che Giulio Golia attraversando lo Stretto abbia intervistato e incontrato soltanto No Ponte? E’ possibile che non abbia voluto sentire, ascoltare o quantomeno riportare una virgola di un parere dei Sì, che sono la maggioranza come testimonia il risultato di ogni tornata elettorale? E’ in questo che si evidenzia la cattiva fede del servizio, montato ad arte per raccontare una realtà che non esiste: Messina e Villa San Giovanni vogliono il Ponte in enorme maggioranza, una maggioranza che Golia ha censurato per dare spazio a quattro cavernicoli vuoti di contenuti e privi di sensibilità rispetto allo sviluppo e alla crescita del territorio.

Eloquente il titolo del servizio, “Cosa c’è dietro il Ponte sullo Stretto“. Boh, forse i folletti o gli alieni o chissà. L’idea che un’autostrada e una ferrovia possano collegare Calabria e Sicilia non è minimamente contemplata nel cervello dei complottisti. “Il Ponte è inutile, lo Stretto si attraversa in 20 minuti col traghetto” ha detto l’ennesimo genio della lampada intervistato dal rinomato Pulitzer delle Iene. Che non ha voluto verificare come fosse totalmente falso.

Non è mancato, ovviamente, il coinvolgimento complottistico della ‘Ndrangheta, “che in questa terra ha già costruito il porto di Gioia Tauro” ha detto Golia omettendo che invece si tratta di uno scalo da record che produce benessere e ricchezza per tutta la provincia di Reggio Calabria. Il Ponte ne produrrà molta di più in tutto il Sud e in tutt’Italia, ma la lotta del partito del No – già ampiamente vista per la TAV, per il MOSE, per il TAP – è soltanto appena iniziata. E ce ne sarà da sentirne di tutti i colori…

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