Concorso a Reggio, ricreata l’atmosfera dei piccoli borghi calabresi: gli studenti premiati | NOMI

A Reggio Calabria la premiazione della quinta edizione del concorso “La luce del presepe” promosso dalla Associazione Avalon di Bagaladi

Concorso al Liceo Artistico di Reggio Calabria
StrettoWeb

Si è svolta presso il Liceo Artistico “Mattia Preti-Alfonso Frangipane” di Reggio Calabria la premiazione della quinta edizione del concorso “La luce del presepe” promosso dalla Associazione Avalon di Bagaladi. La dirigente dell’istituto, Catena Giovanna Moschella ha potuto così premiare gli studenti della classe 3ªC della sezione “Figurativo-Scultoreo”: Asia Quattrone, Alessio Capizzi, Angela Sofia De Maria, Laura Di Prima, Delia Andrea Enache, Angela Stella Giannilivigni, Barbara Iacopino, Marisol Morello, Jasmine Pedà e Martina Ritondale.

Loro, sotto la guida delle docenti Eleonora Pesaro e Loredana Scopazzo e della dottoressa a.t. Ines Cutellè, hanno saputo ricreare in piccolo, secondo quanto era nello spirito del concorso, l’atmosfera dei piccoli borghi calabresi servendosi dapprima di cartapesta e legno per poi rifinire ogni singola casa con terracotta e decorazioni in policromia (ogni casetta presenta sulle pareti esterne diversi murales con vari soggetti richiamando le più attuali forme di street art).

La storia

Lo scopo dell’insieme è giungere a una commistione tra il lato estetico e i valori etici di fede, speranza e carità. A completamento dell’opera premiata “La terra della famiglia” gli studenti hanno anche inteso stendere uno story telling narrando la loro opera attraverso una fiaba dal titolo “Ovunque” che qui si riporta.

“C’era una volta un paesino molto povero. La gente era buona e accogliente ma, spesso, non aveva nemmeno nulla di cui nutrirsi. Si conoscevano proprio tutti e ognuno sapeva il bisogno dell’altro. Un giorno vennero a sapere che c’era una dolce ragazza che aspettava un bambino con tanto amore. Tutto il paese allora cominciò a pensare cosa poter regalare alla giovane. Ma le risorse erano davvero troppo poche e non potevano permettersi di acquistare nulla per i suoi bisogni e per quelli del suo bambino. Dunque in paese si udivano le voci sommesse: “ ‘U figghiolu nascìu, chi ci rialu?”, “ ieu ‘nci vuliva rialare ’na fiba” e “ieu ‘nci vuliva rialare nu sognu”…!”.

“Così un giorno ebbero l’idea di colorare i muri delle loro case in modo da rendere quel loro piccolo e povero paese allegro e tutto variopinto, per fare felice la ragazza. Così fecero e il loro piccolo paese brillò di luce propria e tutti furono allegri e felici per ciò che avevano realizzato. Nacque il bambino e la dolce ragazza scelse per lui la casa più umile, in cima alla collina, fatta di tronchi di legno e fu contenta e tanto grata del gesto dei cittadini ma, più di ogni altra cosa, fu felice per la sua creatura cui diede il regalo più grande: l’amore”.

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