Sul campo la partita è terminata e il Locri ha vinto. Fuori dal campo però, e specie sui social, la gara è ancora in corso. Scintille, infatti, tra Sancataldese e Locri, di fronte ieri nel match del girone I di Serie D vinto dai reggini per 2-1. A scatenare la discussione, un post Facebook dei siciliani, a cui ha risposto poco dopo la società jonica.
La nota della Sancataldese
“Locri-Sancataldese: questo è il calcio che non ci piace. Non è nostro costume recriminare o lamentarci dopo una sconfitta che accettiamo e non discutiamo. Ma, per quanto ancora crediamo fortemente nei veri valori dello sport, siamo obbligati ad esternare cosa è accaduto ieri a Locri. Fatti che non hanno nulla a che vedere con lo sport. Ci attendeva una partita di fondamentale importanza, per entrambe le squadre. Ma non immaginavamo così…”.
“La “calorosa accoglienza” ha avuto inizio sin dal nostro arrivo, in cui i loro dirigenti e calciatori ci hanno dato il loro “benvenuto” a partire dalla nostra discesa dal pullman all’arrivo, iniziando sin da subito la caccia all’uomo o agli uomini per cercare di intimorirli per avere i 3 punti. Minacce, spintoni e dichiarazioni forti che non hanno avuto la peggio, grazie alla presenza del Commissario di campo da noi voluto e dalla presenza massiccia della Polizia. Pugni, calci e testate a fine primo tempo contro i nostri atleti e documentate dalle immagini della diretta della partita; attacchi fisici continui al rientro degli spogliatoi e a bordo campo”.
“Una vera e propria caccia all’uomo dall’inizio alla fine per avere cosa? I 3 punti! Con questo atteggiamento, ci sono riusciti, facendo intimorire i nostri atleti, oltre che alla terna arbitrale (tempo abbondantemente scaduto al rigore concesso al primo tempo, ecc.). Una vergogna, che ancora esiste sui campi dilettantistici, veramente imbarazzante con simili atteggiamenti da far west. Noi siamo abituati a giocare e a vincere o perdere sul campo, con la sportività, non con queste azioni che non fanno parte del nostro modo di fare calcio. Evviva lo sport quello sano, quello che piace a noi. Si può perdere o vincere, ma con dignità, rispetto e lealtà”.
La risposta del Locri
“Probabilmente il vittimismo è di casa in certe piazze ed ancor di più si prova a gettare fumo negli occhi quando i risultati non arrivano. Che la partita sia stata “tesa” a causa della posta in palio è innegabile, meno innegabile è quanto riportato nel comunicato della squadra nissena. Al netto di momenti, magari coloriti ma non violenti, di confronto nulla di quanto descritto collima con la realtà, perché, se fosse vero, quanto scritto andrebbe ad influire sull’operato sia del Commissario di Campo, che su quello delle Forze dell’Ordine a Locri sempre presenti e puntuali a garanzia di tutti con un lavoro professionale e certosino nella prevenzione”.
“Aggiungiamo che nella fattispecie di un infortunio ad un vostro calciatore, lo staff medico del Locri con la professionalità e signorilità che ci contraddistingue ha soccorso il ragazzo non ricevendo neanche un “grazie”. In merito alla diretta (ancora disponibile nel gruppo riservato alla visione), servizio offerto anche a vostri dirigenti contrariamente alla gara di andata, sulle presunte aggressioni riportate non ha registrato neanche un commento da parte degli spettatori, in larga maggioranza di fede nissena”.
“Vogliamo, anche, sottolineare come il Commissario di Campo abbia evidenziato l’efficienza dell’organizzazione dell’evento, che l’arbitro si sia intrattenuto con tutti senza nessun segno di disagio, che il nostro dono, consueto in ogni gara, di dolci a fine partita non sia stato apprezzato evidenziando un’ ostilità precostituita da parte della squadra ospite e che sarà cura di AC Locri tutelare l’immagine propria e della società nelle sedi opportune. Concludiamo con un invito a riflettere, poiché prima di spargere fiele, tra l’altro a freddo, su una squadra ed una comunità forse sarebbe meglio pensarci due volte, ma capiamo che nelle difficoltà del mare in tempesta non tutti sono bravi marinai”.