Luigi Tuccio è un noto avvocato del Foro di Reggio Calabria, storico esponente politico della destra reggina, Assessore Comunale da esterno nella Giunta guidata da Demi Arena tra 2011 e 2012 fino allo scioglimento del consiglio Comunale, figlio del grande giudice antimafia Giuseppe. Molto noto in città, oltre che per la sua militanza politica, anche per la fervida passione sportiva nell’orbita del basket e della Viola, Tuccio oggi parla ai microfoni di StrettoWeb del caso che ha riaperto la ferita – ancora sanguinante – dello scioglimento del Comune di Reggio Calabria dopo il caso della Commissione d’Accesso inviata a Bari e le relative feroci polemiche innescate dal Pd.
Avvocato Tuccio, cosa pensa della vicenda di Bari con la Commissione d’Accesso inviata dal ministro Piantedosi e una sinistra che grida allo scandalo?
“Innanzitutto rievoca grande dolore, perchè sono stato ritenuto “preventivamente contiguo” alla mafia e sono stato messo alla gogna pubblica nazionale dopo che la mia storia personale e familiare dimostra esattamente l’opposto, è stato difficile da digerire. Io sono stato sotto scorta da quando avevo 7 anni fino ai 24 per le minacce ricevute proprio dalla mafia, e quelle accuse del 2012 sono state devastanti proprio perchè ingiuste. Ecco perchè oggi mi trovo umanamente vicino agli amministratori baresi; perché ancora prima del ruolo istituzionale vi è l’uomo e le posso garantire che le conseguenze di questa gogna sono devastanti anche sul piano familiare. Ricordo con dolore che di ritorno dalla mia conferenza stampa di dimissioni, non trovai in casa mio padre che contestualmente aveva accusato un malore. Fu costretto a recarsi in ospedale da dove uscì dopo qualche giorno sulla sedia rotelle e da lì iniziò l’agonia che lo portò alla tomba senza mai avere messo più piede per terra. Anche la mia personale famiglia fu stata distrutta dagli effetti di quella vicenda“.
Effettivamente fu l’unico ad essersi dimesso, sei mesi prima dello scioglimento, dopo l’arrivo della Commissione d’Accesso e le polemiche del Pd su una vicenda giudiziaria che tra l’altro neanche la coinvolgeva direttamente.
“Si, fui l’unico e ne vado orgoglioso perché chi era libero da condizionamenti ideologici ha compreso che quello era stato un gesto di amore verso la città, in quanto ritenevo che l’amministrazione non potesse essere invalidata dalla presenza di un amministratore, comunque discusso ed esposto mediaticamente ancorché per una vicenda kafkiana…”
Insomma, mi sembra di capire che ancora dopo 12 anni deve togliersi qualche sassolino dalla scarpa….
“Non più; la storia è stata chiara, e se prima l’argomento mi addolorava oggi ne parlo volentieri, anche se sono stato distrutto politicamente e professionalmente, in quanto rappresentavo e difendevo importanti compagnie multinazionali che non mi hanno confermato le convenzioni e le banche mi hanno revocato gli affidamenti, ritenendomi soggetto politicamente esposto….”
Di cosa si occupa oggi?
“Non ho mai smesso la mia professione ma mi sono dedicato, dalla scomparsa di mio Papà, alla lettura ed alla scrittura, approfondendo le sue passioni, tra cui la storia della criminalità organizzata, attingendo ad un enorme patrimonio culturale, lasciatomi in eredità, composto dai suoi scritti e da oltre cinquant’anni di articoli di stampa conservati. Ecco perché mi trovo sommerso da tutti questi giornali che risalgono addirittura ad inizio anni ’60. E le do una notizia: lei lo sa che l’antimafia a Reggio non è iniziata dagli anni 2010 in poi, come qualcuno ha sostenuto? Assolutamente no! l’antimafia è nata negli anni settanta con magistrati come Guido Marino, Giuseppe Tuccio, Francesco Colicchia e tanti altri, le cui gesta furono raccontate da giornalisti di levatura superiore ad assolutamente liberi come Gigi Malafarina, Pantaleone Sergi, Sharo Gambino. E le partecipo anche che frequentavano regolarmente i circoli sportivi cittadini, le associazioni, occupandosi della crescita sociale culturale cittadina, pur mantenendo la loro linearità di comportamenti!”
Non ho mai avuto alcun dubbio che l’antimafia abbia origini ben più nobili e antiche rispetto all’ultimo decennio, anzi… Magari approfondiremo in un’altra intervista, ma adesso vorrei parlare con lei dello scioglimento comunale …
“Cosa vuole che le dica….a distanza di 12 anni, la storia ci sta dando ragione sulle regie più o meno occulte a matrice PD, i cui vertici di sempre, abili manipolatori e registi sulla pelle dei nostri concittadini, hanno tracciato le sorti politiche di molti di noi e distrutto questa terra, affidandola ad utili idioti e istituendo una evidente mediocrazia. Il governo Meloni ha invertito la rotta e tutto il marciume del PD sta venendo a galla, dalla Puglia a Torino, passando da Reggio, per le vicende dei brogli elettorali ed altre inchieste come Libro Nero ed in Calabria Glicine Acheronte, solo per citarne alcune“.
Quale era la forza del centrodestra in quegli anni?
“Avevamo un leader vero, Scopelliti, che vinceva dovunque perché amava la sua gente! Perché veniva dal popolo, dai quartieri e si era fatto da solo perché valeva, era animato da valori veri ed aveva un grande partito alle spalle, Alleanza Nazionale, che lo aveva lanciato e valorizzato. Provi a pensare con Berlusconi al Governo, Scopelliti alla Regione ed Arena al Comune quali sarebbero state le sorti di Reggio! Il PD sapeva benissimo che l’unico modo per abbatterci era la via giudiziaria e prefettizia, per mano di istituzioni ad esso fedeli ed organiche. Non scopriamo l’acqua calda a pensare alla storia di superprefetti e procuratori antimafia divenuti organici a PD e cinque stelle… Mi ha sconvolto quanto ha dichiarato Oreste Romeo sull’onnipresente fu consulente Tatò… Ma ci sono tante altre circostanze diciamo strane di questa vicenda, che meriterebbero gli approfondimenti di una Commissione parlamentare di inchiesta, anche alla luce delle gravissime affermazioni rese da Luca Palamara relative alla vicenda Scopelliti ed alla gestione della magistratura in quegli anni. Ed a ben riflettere, rileggendo la famigerata relazione prefettizia, occorre fare alcune riflessioni per capire in che mani siamo. Lei sa che la relazione prefettizia aveva natura riservata e che mentre io, difensore di me stesso, mi vedevo negata dalla Cancelleria del Tribunale, nel giudizio di incandidabilità, la possibilità di estrarne copia, la vedevo pubblicata in tutte le edicole, a modico prezzo, allegata al giornale diretto da Pollichieni? Lei lo sa che il senatore Nicola Irto era stato proposto per l’incandidabilità e poi tirato fuori con la sentenza del Tribunale… .nonostante nella relazione (resa pubblica) fossero state evidenziate problematiche giudiziarie di propri stretti congiunti, al pari di Nicola Paris, anch’egli oggetto di contestazioni da parte della Commissione di Accesso? E lei lo sa che anche Brunetti fu oggetto della relazione prefettizia? Come lui anche Giuseppe Nocera e tanti altri, tutti per problematiche connesse con parentele dirette di soggetti interessati personalmente da provvedimenti giudiziari“.
E dunque anche loro avrebbero dovuto avere le stesse sorti sue?
“Assolutamente no! Perché le responsabilità sono personali! Si figuri per me che erano di gente che non ho mai visto neanche in cartolina! Ma loro non erano di centro destra e non erano ritenuti politicamente vicine a Scopelliti, che doveva essere annientato politicamente insieme ai suoi sodali. Ma ricordo queste cose per vedere la differenza di trattamento a noi riservata. Infatti, guarda caso, soltanto i soggetti più prossimi a Scopelliti sono stati colpiti maggiormente ossia Arena e Tuccio. Entrambi elementi di spicco di AN e del PDL. Ma gliene dico una di più: l’articolo 143 del TUEL prevede che gli amministratori che abbiano determinato, con le proprie condotte, lo scioglimento del consiglio comunale vengono dichiarati incandidabili con procedimento devoluto al Tribunale, su proposta del Ministro. Ebbene, a parte il fatto che decorsi dodici anni attendo che ancora mi si contesti qualcosa… a Reggio è stato adottato per la prima ed unica volta il criterio della prevenzione e della contiguità! Cioè, mentre il Tuel prevede la Commissione di accesso a fronte di condotte perpetrate da parte degli amministratori, a Reggio l’allora Ministro Cancellieri, la cui storia successiva parla per lei, ebbe ad adottare il criterio preventivo e della contiguità il che significa avallare una pericolosa cultura del sospetto e della proprietà transitiva: se il tuo compagno di scuola è diventato mafioso, potresti diveltarlo anche tu o essere permeabile… Si rende conto che assurdità e che mortificazione di ogni valore democratico! Ed allora appare oggi necessario informare i cittadini che il Ministro aveva chiesto l’incandidabilità al Tribunale, mandando l’elenco degli amministratori coinvolti nella relazione prefettizia, tra cui il senatore Irto, il consigliere regionale Paris e molti altri… ma con escussione di Arena e Tuccio! Fu l’avvocatura dello Stato, motu proprio, a notificare la comparizione in Tribunale anche ai suddetti… inanellando una serie di motivazioni rimaste storicamente tutte infondate e che, per quanto mi riguarda, ha solo provocato la richiesta di risarcimento danni proposta da mio padre, da me riassunta, in danno del Ministero dell’Interno, tutt’ora pendente e che coltiverò fino alla Corte europea dei diritti dell’Uomo! Bene, conosce la storia: Arena è stato assolto da ogni addebito e Tuccio ancora aspetta di conoscere le contestazioni… Tuttavia, siccome la mia condotta è adamantina, senza tema di smentita sin dal giorno della mia nascita, costoro non sapevano a cosa appigliarsi e dunque si inventarono la mia “preventiva contiguità” a soggetti mai incontrati, neanche per caso e di cui non conosco neanche tratti somatici o il tono della voce, a distanza di 12 anni, per come avevo riferito in quella mia famosa conferenza stampa. Ma siccome questo non era ritenuto sufficiente, in quanto fantasioso, la stessa avvocatura, al fine di sostenere la tesi della mia incandidabilità, si inventò la folle tesi di una partecipazione societaria di quel galantuomo di mio papà, in una società costituita con altri galantuomini di questa città, tra cui Peppino Viola, pace alle loro anime, finalizzata ad acquistare all’asta un appartamento da donare ai figli del compianto ingegnere Scambia, il cui patrimonio era stato depredato e messo all’asta, in ragione del fallimento della Viola, da altri nemici di questa città… ma quella è un’altra triste pagina della nostra città. Non solo, fu un giudizio, quello dell’incandidabilità, che confuse il mio assessorato con quello precedente, allorquando vennero arrestati decine di dipendenti, sotto altra amministrazione, poi assolti e portando tale indagine a fondamento della mia richiesta di incandidabilità. Insomma e mi passi il termine: una marea di cazzate alle quali non ha mai creduto nessuno! Ma che oggi meritano chiarezza. Perché gli effetti sono stati devastanti non soltanto politicamente, perché hanno alimentato in capo ai cittadini sentimenti di antipolitica, allontanandoli dal voto, e anche perché hanno consegnato la città in mano al circo dei commissari prefettizi ed all’attuale mediocrazia, distruggendola e facendo fuggire i nostri figli, in ragione di un fenomeno migratorio inarrestabile“.
Che cosa intende per circo di commissari?
“Non uso un termine a caso. Vede, quello dei commissari prefettizi è un circo composto da burocrati distanti anni luce dalle esigenze dei cittadini, chiamati da altri contesti sociali e cittadini, animati da freddi burocratismi, intenti solo a fare quadrare i conti, soprattutto dei loro ingenti emolumenti, contornati da un mondo di consulenti e professionisti, dotati di verità rilevate, anch’essi retribuiti con parcelle altissime. Romeo le ha già raccontato la vicenda dell’onnipresente consulente Tatò, poi smentito da un pool di consulenti, in sede di appello, nella dirimpettaia Messina, pronta alle stesse sporti reggine. Ed allora la riflessione è una: quis custodiet ipsos custodes? È una domanda che dovremmo porci, per la quale non alludo a nulla di concreto, ma sono vicende che fanno sorgere inquietanti dubbi in capo ai cittadini che vorrebbero vivere in uno Stato di diritto che vada oltre le trasparenze sbandierate, l’antimafia da facciata, che fa campare più dei morti ammazzati per mafia, e che soprattutto consenta alle eccellenze ed alle competenze di emergere anziché bloccarne la crescita, consentendo a mediocri, utili idioti e yesman di sedere nelle stanze dei bottoni ed amministrare le sorti della nostra comunità“.