Vincenzo Speziali, il reggino candidato alle Europee: “Renzi unico fuoriclasse della politica, vogliamo un’Europa di libertà”

Vincenzo Speziali, democristiano di Bovalino (Reggio Calabria) è candidato per Stati Uniti d'Europa alle Elezioni Europee di 8 e 9 giugno. La sua intervista completa ai microfoni di StrettoWeb

StrettoWeb

Vincenzo Speziali, storico esponente democristiano di Bovalino (Reggio Calabria), ieri ha ufficializzato la sua candidatura alle elezioni europee nella lista Stati Uniti d’Europa guidata da Italia Viva. Il navigato politico reggino, proprio poche settimane fa aveva aderito al movimento politico di Matteo Renzi lasciando l’Udc. Oggi ai microfoni di StrettoWeb svela indiscrezioni, dettagli e retroscena sul suo nuovo impegno politico con vista sull’Europa.

Come nasce l’adesione e la candidatura a Italia Viva?

È il frutto di una serie di valutazioni convinte, reali, profonde e, soprattutto da una voglia matta e sempre forte a favore della politica e delle giuste aspettative dei cittadini, combinato disposto, con il senso di responsabilità. A me non si può chiedere di accettare una ‘tagliola’ territoriale, sociale, economica, sanitaria, ed altro ancora in senso ovviamente deprecabile, che è in capo a questa follia dell’Autonomia Differenziata. E io, poi, anche innanzi alla mia storia personale, di europeista popolare, non avrei mai avuto possibilità di stare con nazionalisti da operetta quali Madame Le Pen o i neonazisti di AfD: politicamente io discendo da De Gasperi, Adenauer e Schumann, giammai da Mussolini, Hitler o Petain. Poi, esiste la componente umana, rappresentata da un rapporto forte con Matteo Renzi e Maria Elena Boschi, la quale ci tengo nuovamente a ringraziare pubblicamente: lei è autenticamente una risorsa di questo Paese e Matteo, ricordiamoci sempre, è l’unico fuoriclasse, rispetto al tempo triste e decadente che viviamo, senza contate che va giustamente inserito tra i ‘cavalli di razza’ di ogni epoca politica, anche passata. Ne parlavamo, convenendone, pure con Giovanni Minoli, con cui mi sono incontrato alla sala della Frecciarossa a Termini, proprio dopo la presentazione del simbolo, nel mentre ero in procinto di riscendere in Calabria, ieri pomeriggio“.

E con Cesa come la mettiamo?

Beh…la mettiamo che proprio giovedì 18, ci siamo riparlati Maria Elena, lui ed io e che alla fine, ci saranno pure gli amici che al momento sono rimasti nell’UdC a votarmi, alle latitudini di questo collegio. Le pare possibile che possano esprimere una qualche preferenza in favore di un certun Parricello, Patricello o come si chiama lui? Simona Loizzo (e Dorina Bianchi) a parte, quanti leghisti, si ‘immoleranno’ per portargli il quorum e poi vedersi salutati, sempre che altri ‘gelidi venti’ non spirino sul capo altrui…e come disse Peppino De Filippo a Totò: “…ho detto tutto”!

⁠Quali sono i principali obiettivi da realizzare se eletto al parlamento europeo?

Per prima cosa, bisogna uniformare il più possibile la giurisprudenza penale, civile e amministrativa, poiché aveva ragione Marco Pannella – e si badi bene, a me era affezionato, lo dico da democristiano – allorquando metteva in guardia di evitare l'”esportazione della peste italiana in Europa”. Parliamo, chiaramente di questa pericolosissima forma di neogiacobinismo ‘pubblico-ministeriale’, laddove non esistono più garanzie da Stato di Diritto, bensì ‘deportazioni di massa’ stile Iran Komeynista. In più, parimenti a quanto detto in altre occasioni, del Sud Italia bisogna avere l’idea di farlo diventare una piattaforma intermodale, connessa ed integrata ad un’unica area dove interagiscono modelli compatibili di sviluppo sociale, economico, ambientale, agroalimentare, infrastrutturale e turistico. Per fare ciò serve competenza, conoscenza e credibilità nell’essere interlocutori, altrimenti, si scivola nell’effimero. Certamente, ma non solo per motivi coniugali, io sono avvantaggiato da un reticolo di contatti personali e diretti, i quali assieme alla mia esperienza, mi permetterebbero un sano agire, non un un fallace tentare. Ecco perché pure in ciò a ragione Renzi: “Chi va in Europa ci resta”!

Quale sarà lo slogan per la sua Campagna Elettorale?

Le dirò lo slogan, il quale è pure il programma intrinseco: ‘Un voto per la politica, una preferenza per le libertà’“.

Cosa significa per il territorio reggino la sua candidatura?

È brutto parlare di sé stessi, soprattutto in campagna elettorale, laddove ciascuno tende un po’ per convenienza, un po’ per vanagloria, un po’ per narcisismo e po’ per necessità tattica, auto raffigurarsi in maniera perfetta, quasi stessimo a discutere di un’opera di Michelangelo. Io dico la verità e la mia vita rimane sotto gli occhi di tutti, così come quanto posso fare e quanto posso dare. Tra l’altro, è stato il sottoscritto a predisporre ufficialmente il primo atto di impulso parlamentare per la Bovalino-Bagnara, oppure quello di chiedere cosa si voglia fare a tutela del clero calabrese – vessato e minacciato, ma per quanto mi riguarda mai abbandonato! – per non parlare delle iniziative avverso le sette sataniche che imperversano ed infestano il territorio, cominciando dalla mia Bovalino, che amo visceralmente. Gli altri parlano al futuro, mentre io al presente e con un fattivamente positivo passato!

Qual è l’Europa che immagina per il futuro? 

Paul-Henri Spaak, già Premier Belga e poi Presidente del Parlamento Europeo ed infine Segretario Generale della Nato, disse circa l’Europa Comunitaria “all’inizio sarà un sogno per pochi; poi una volontà per molti; ed infine una necessità per tutti”. Ecco, benché lo zio della defunta Catherine Spaak, fosse un socialista continentale (ma l’Europa l’abbiamo fondata, essenzialmente, noi democristiani!), come si pensa di andare avanti in modo inverso e contrario? Ma scherziamo? In una condizione di sregolata globalizzazione, oppure con la Cina che ha una forza lavoro non a basso o bassissimo costo, bensì gratuita, proprio dovuta ai condannati ai lavoro più o meno forzati – e quelli che lavorano liberamente mica hanno le giuste ed umane guarentigie democratiche dei Paesi civili – dicevo possiamo competere così, in ordine sparso? È una riproposizione dell’Italia o della Germania, in ‘salse ottocentescche’: tanti statarelli, sparsi e insignificanti, che nulla incidevano nei confronti dei grandi imperi. Ecco perché calza d’uopo uno degli slogan di Andreotti, ovvero ‘concretezza’“.

Cosa pensa dell’attuale delicatissima situazione geopolitica internazionale e in modo particolare dei conflitti in Ucraina e in Medio Oriente?

L’Ucraina è un Paese ed anche una Nazione: le due cose spesso non coincidono, difatti ne è un plastico esempio il Belgio. Epperò l’Ucraina è aggredita da un ‘mostrum criminalis’ a metà strada tra il più bieco zarismo e il pericolosissimo stalinismo. Il Diritto Internazionale lo ha violato la Russia, ‘dittatorializzata’ da Vladimir Putin, non certo guidata da San Nicola. Mai lasciare soli chi governa democraticamente lo Stato che ha come capitale Kiev, soprattutto, considerando che ciò avviene per libera volontà dei cittadini. Anche in presenza di una conclamata neofilia politica di Zalensky, il quale almeno sta sopperendo alla sua impreparazione dando prova di dignità, coraggio e tenendo unito il suo popolo. Le poi mi chiede del Medioriente? Uno degli errori ‘ex ante’, fu quello di abbandonare al suo triste ed ingiusto destino lo Scià di Persia Reza Phalavi, il quale stava tentando in tutti i modi di modernizzare e ammodernare l’Iran negli anni ’60/’70, al di là delle fandonie pubblicistiche dei – falsi ma sanguinari – rivoluzionari komeynisti (saranno amati da qualche nostro P.M. autoctono? Vai saperlo!). Quest’azione, se fosse stata supportata veramente e non mollata al primo scroscio di sobillazione interna al Paese – tra l’altro fomentata, a quel tempo, proprio dall’Unione Sovietica – avrebbe costituito un faro per l’intera regione. Ho detto più volte e in anticipo all’attuale Governo italiano, cosa stava per accadere e i miei moniti non li hanno presi in considerazione. D’altronde, con questa ‘classetta paradirigente’ uno come me, se parla, nemmeno viene capito, poiché abbiamo parametri di preparazione e conoscenza differenti: io superiori, loro, cioè molti dei ‘pro tempore’ governativi, inferiori. Certo, continuerò a battermi pure su questo fronte, spinto dall’amore che ho per tre cittadini europei, nati a Beirut, i quali si chiamano Cristina, Georges ed Elena. A proposito: sono i miei figli!

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