Abbattere le liste d’attesa, la Cgil Cosenza si attiva con un nuovo sit-in

Ianni, segretario Cgil Cosenza: "continueremo la battaglia: la sanità privata può essere di supporto ma non può assolutamente sostituirsi al servizio pubblico"

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Lo scorso 20 maggio CGIL, SPI CGIL, FP CGIL, Auser e Federconsumatori del comprensorio di Cosenza in tutte le loro articolazioni territoriali hanno effettuato dei presidi davanti ai CUP dell’Ospedale di Cosenza e del Poliambulatorio di Rende, intercettando cittadine e cittadini che proprio in quei luoghi sperimentano la difficoltà, se non l’impossibilità, di fruire delle prestazioni del servizio sanitario pubblico, costretti spesso a rivolgersi alle strutture private convenzionate o, addirittura, a recarsi fuori Regione, per esercitare il loro diritto alla salute.

“Ma sono assai di più i calabresi che hanno rinunciato a curarsi, essenzialmente per problemi di natura economica, dovendo fare i conti con liste d’attese interminabili: con la nostra presenza – dichiara Massimiliano Ianni, segretario Cgil Cosenza – , abbiamo inteso informarli che è previsto per legge un “percorso di tutela” che consente il rispetto dei tempi indicati nelle prescrizioni dei medici di base, abilitati a valutare lo stato di gravità delle patologie per le quali sono richieste visite specialistiche e/o indagini strumentali, e che siamo a disposizione, presso le nostre sedi, per offrire loro gli strumenti per avviare tale percorso”.

“Per le stesse ragioni, quindi, il prossimo 3 giugno, a partire dalle 9,00, saremo davanti al CUP situato presso il Poliambulatorio di Via Popilia a Cosenza. Siamo consapevoli che la risoluzione del problema delle liste d’attesa sia tutt’altro che semplice, ma forse all’essere arrivati all’attuale situazione di gravità in Calabria riteniamo non sia stata estranea l’inerzia che la Regione ha mostrato per lungo tempo, anche quando la questione delle liste d’attesa ha assunto la caratteristica di un vera e propria emergenza nazionale, in particolare all’indomani della drammatica vicenda della pandemia”.

“E che lo sia ancora lo dimostra il fatto che il Ministro della Salute sta per varare un Decreto Legge, che andrà a modificare la struttura dei CUP, organizzati tutti a livello regionale e attraverso i quali verranno effettuate anche le prenotazioni presso le strutture private convenzionate”.

“A tale ultimo riguardo, non possiamo non ribadire che noi continueremo la nostra battaglia per salvaguardare e rilanciare il sistema sanitario pubblico ed universale, perché la sanità privata può essere di supporto ma non può assolutamente sostituirsi al servizio pubblico, che va invece potenziato, innanzitutto mediante il reclutamento di medici ed operatori sanitari”.

“Ma una nuova, forte e concreta attenzione va data, soprattutto, alla riorganizzazione della medicina del territorio, con la realizzazione anche di quanto contenuto dai progetti del PNRR, ovvero dalle Case di Comunità, che dovrebbero rappresentare per davvero un modello di sanità pubblica inclusiva, aperta al territorio, vero presidio della salute per tutte le comunità”.

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