Aggressione a Corigliano-Rossano: studente picchia il docente per un voto troppo basso

L'aggressione è avvenuta stamane all'uscita di scuola, presso la Ragioneria di Rossano

StrettoWeb

Una scia di aggressioni stanno coinvolgendo il mondo della scuola calabrese: dopo l’accoltellamento tra studenti a Reggio Calabria, ecco l’ennesimo episodio di violenza di un allievo nei confronti del docente. È accaduto questa mattina a Corigliano-Rossano, presso l’istituto di Ragioneria dell’area rossanese: uno studente avrebbe colpito l’insegnante prima con il casco, poi a calci e pugni.

Il movente sarebbe un voto troppo basso all’interrogazione che ha spinto l’alunno del terzo anno a ribellarsi con tanta violenza. Sul posto è intervenuta un’ambulanza del 118 che ha preso in carico il docente ferito per le cure del caso. Presenti anche i carabinieri del reparto territoriale per le indagini sul caso.

La condanna del garante Marziale

“Qualche sciocco ha venduto per teoria scientifica un’autentica boutade, e cioè che per essere buoni genitori o buoni insegnanti bisogna essere i loro migliori amici, e in troppi ci hanno creduto. Ecco le conseguenze”: è quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, nell’appendere che uno studente adolescente ha picchiato un professore per avere ricevuto un voto basso, nel cosentino.

Per Marziale: “la perdita di autorevolezza della comunità educante è certamente dovuta ad un condizionamento sociale, che individua nella violenza la chiave di soluzione dei problemi, ma è frutto di un’abdicazione di comodo di quanti, seguendo sempre luoghi comuni, contemplano i ragazzi di oggi più maturi di quanto non lo siamo stati noi. E troppi adulti – evidenzia il Garante – hanno assunto atteggiamenti da bambini, per cui si è venuto a creare un cortocircuito dove le parti si sono invertite”.

“C’era una volta una bambina che giocava a fare la mamma – incalza il sociologo – ed oggi basta guardare sui social per constatare quante mamme giocano a fare le bambine. È scontato che il discorso valga anche declinato al maschile. Mentre sul fronte scuola è necessaria una rivoluzione nell’immediato, che non abbia il sapore dell’ennesima riformina amministrativa, ma contribuisca a ridare ai docenti l’autorevolezza che oggi non viene loro riconosciuta. La scuola di oggi non è aperta alla società, ma esposta, che è cosa ben diversa”.

Per Marziale, infine: “a riportare a scuola il rispetto devono essere gli stessi operatori scolastici ad ogni livello, facendocela percepire come luogo di formazione e non azienda-teatro da sbandierare sui social per finalità di marketing. Il sacrosanto rispetto che i nostri genitori avevano per i docenti era dovuto all’esercizio della loro autorevolezza e non per accattivante simpatia. Oggi, i genitori danno il peggio di loro nei rapporti con la scuola e, ferme restando le responsabilità che non godono di alcuna giustificazione, è tempo che la scuola si rialzi e può farlo solo attraverso una seria riqualificazione, soprattutto in fase di selezione”.

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