Bronzi di Riace: dubbi, leggende metropolitane e verità nascoste. Nuovi confronti sulla storia

"Una carta d’identità per i Bronzi di Riace": venerdì 10 maggio la conversazione del Circolo Culturale "L’Agorà"

StrettoWeb

Il prossimo 10 maggio sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, sarà disponibile la conversazione, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” avente come tema “Quando si abusa sulla credulità popolare”. “La straordinaria storia dei Bronzi di Riace, le due sculture di provenienza greca, databili al V secolo a.C. e oggi conservate al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, comincia il 16 agosto del 1972. Da quella data in poi diverse supposizioni, scuole di pensiero, si sono intrecciate tra di loro, creando un enorme groviglio che allo stato attuale, genera ulteriori domande a riguardo la loro provenienza e la loro esatta identità”. Così il Circolo in una nota.

“In un contesto storico-geografico, inserito nello scenario del “feudalesimo del terzo millennio”, dove location indirizzata nell’alveo del “pensiero unico”, dove annida il restringimento del dibattito, del sano confronto, e si da per scontato e non confutabile le teorie di quella pseudo cultura dominante. La storia si basa su documenti, quindi è materia elastica: il ritrovamento di un atto, una nuova scoperta archeologica, arricchiscono le informazioni precedenti su una determinata opera, periodo o personaggio storico. Nuovi elementi questi che possono anche dare una chiave di lettura diversa da quella precedente, mentre quelle attitudini che ruotano intorno al “pensiero unico” sono da considerarsi come “pseudoscienza”.

I tanti dubbi

“A cosa si è assistito nell’arco di tempo di questo mezzo secolo? Quante verità e quante cose celate sulle due figure bronzee? Erano veramente due? O più di due? E quelle pertinenze, quali elmi, lance, spade? Che fine hanno fatto? Insistentemente si parla di altre di altre scoperte delle quali si sarebbero perse le tracce in quella estate del 1972. Si parla anche poco di quei ragazzini, che secondo alcune fonti sarebbero i veri autori di quella scoperta. Leggende metropolitane o verità nascoste?”.

“Dati certi, invece sono gli studi che continuamente vengono effettuati da studiosi che non hanno la pretesa di essere i depositari della verità assoluta, ma di dare un modesto ma valido contributo culturale, promuovendo così alla messa in opera di nuovi tasselli nell’impalcatura identitaria dei Bronzi di Riace. Dando uno sguardo alle due statue, non bisogna essere degli esperti, ma appare chiaro che non vi è nessuna somiglianza tra i personaggi raffigurati, così come l’atteggiamento che esse assumono. Così come la loro datazione. Da queste premesse, la conversazione sulle due opere artistiche, alla quale parteciperà, in qualità di relatore, Riccardo Partinico (Direttore del Laboratorio di Anatomia Archeostatutaria di Reggio Calabria)”.

L’Anatomia Archeostatuaria

“L’Anatomia Archeostatuaria è la Scienza che studia la postura, la gestualità ed i muscoli – visibili – delle statue antiche. Lo scopo dell’Anatomia Archeostatuaria è quello di risalire alla specialità sportiva o al tipo di attività praticata dagli uomini rappresentati da statue antiche e si prefigge, anche, di individuare gli attrezzi sportivi, le armi o gli utensili che gli stessi uomini, presumibilmente, hanno adoperato per praticare le attività sportive, belliche o esistenziali”.

“L’Anatomia Archeostatuaria, per le proprie ricerche, tiene in considerazione le leggi scientifiche dell’Anatomia Umana, lo studio della morfologia muscolare e della somatometria dei distretti muscolari, i gesti tecnici delle discipline sportive praticate nell’Antica Grecia, le tecniche belliche adoperate dagli eserciti e qualsiasi altro indizio che possa consentire il raggiungimento degli scopi. L’Anatomia Archeostatuaria nasce dall’esigenza di fornire ai Ricercatori, agli Archeologi ed agli Studiosi di Storia dell’Arte i dati tecnico-scientifici, che, per questioni legate ad ambiti culturali, non rientrano nel loro percorso di formazione professionale”.

Le tre fasi di studio

“Dimostrazione concreta di questa lacuna è l’errata interpretazione dei gesti attribuiti dagli studiosi di Storia dell’Arte a numerose statue di bronzo ritrovate nell’ultimo secolo e custodite nei più importanti musei del mondo. L’Anatomia Archeostatuaria si fonda su tre fasi di studio:

1) Analisi interpretativa;

2) Riscontro Tecnico;

3) Comparazione Archeologica.

Secondo l’opinione del prof. Riccardo Partinico, l’identità dei Bronzi di Riace, non è accostabile ai fratricidi Eteocle e Polinice, così come ad altre teorie, già analizzate dall’attento studioso in diverse occasioni e diverse platee. Queste alcune delle cifre che sono state oggetto di analisi nel corso della nuova conversazione organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” che sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da venerdì 10 maggio”.

BRONZI 2024 locandina

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