Buffon a Reggio Calabria: “qui gente di passione ed entusiasmo. Reggina? Dispiace non vedere il nome”

L'attesa è finita: Buffon a Reggio Calabria! Grande accoglienza per l'ex portierone, in occasione del Premio Granillo

  • Buffon a Reggio Calabria per il Premio Granillo
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
  • Buffon a Reggio Calabria per il Premio Granillo
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
  • Buffon a Reggio Calabria per il Premio Granillo
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
  • Buffon a Reggio Calabria per il Premio Granillo
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
  • Buffon a Reggio Calabria per il Premio Granillo
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
  • Buffon a Reggio Calabria per il Premio Granillo
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
  • Buffon a Reggio Calabria per il Premio Granillo
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
  • Buffon a Reggio Calabria per il Premio Granillo
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
/
StrettoWeb

Grande affluenza e successo, come prevedibile, per la 6ª edizione del Premio Granillo. Il motivo? Un “nome a caso”: Gigi Buffon. E’ lui, quest’oggi – 11 maggio – il grande ospite della kermesse diventata ormai una tradizione a Reggio Calabria. L’ex portierone della Nazionale (oggi capo delegazione), e di Juventus e Parma, è stato accolto alla grande al Resort Altafiumara, arrivato insieme all’organizzatore Maurizio Insardà e alla moderatrice dell’evento, Marica Giannini. Presente, ormai presenza fissa, il giornalista sportivo Italo Cucci.

Dopo i saluti e un breve filmato emozionale sulla carriera di Buffon, la sua presentazione – accolto con grandi applausi – e le sue prime parole, subito su Reggio Calabria: “grazie per l’accoglienza, è bellissimo essere qua. Reggio Calabria mi ricorda qualche bella sfida, tanto entusiasmo, gente di passione e tanti sogni. A me piace sempre inseguire un sogno, che a può essere spesso un’illusione, ma aiuta a vivere bene”.

La Reggina, il nome e quell’attacco di panico prima di una partita

Una battuta sulla Reggina, sul momento attuale e sul nome: “mi dispiace di non vedere più il nome Reggina. Io da ragazzino sono cresciuto con un nome, la Reggina, che stimolava la mia fantasia. Vorrei almeno rivedere il nome“.

Poi ricorda un aneddoto: “A Torino, prima di giocare contro la Reggina, ebbi un attacco di panico, perché stavo vivendo un momento delicato. Mi ricordo che smisi di fare riscaldamento perché decisi di non giocare. L’aspetto bello di quei momenti è che la natura viene fuori e prevale. Nel momento in cui l’allenatore mi dice: ‘sei sicuro?’, chiama tizio per la sostituzione. Lì mi è venuta rabbia e orgoglio, così la giocai. Ci sono tante partite in cui stavo male, ma con questo tipo di atteggiamento ho fatto delle prestazioni importanti”.

Il suo nuovo ruolo e i rimpianti in carriera

In merito al suo attuale incarico, quello di capo delegazione della Federazione, ha detto: “ho accettato questo incarico anche perché ricoperto da gente come Gianluca Vialli e Gigi Riva”. E sull’idea di Spalletti di convocare Baggio, Totti, Del Piero, Antognoni: “ha avuto una grande idea. Il mister cura molto quell’aspetto tecnico, di quei calciatori, voleva stimolare la squadra. Questo pungolo può veramente fungere da stimolo per molti ragazzi che probabilmente ogni tanto non si ricordano cosa siamo stati. Abbiamo avuto e abbiamo tutt’ora una storia importantissima”.

“Soddisfatto della carriera? No, altrimenti non avrei giocato così tanto. Io sono stato continuamente insoddisfatto della mia carriera, chiedevo sempre di più a me stesso. Alla fine ho pensato che dentro non sono mai stato un vincente, ma un artista, che faceva emozionare la gente con le parate. A me la vittoria è interessata fino a lì. Mi piaceva mostrarmi”, ha aggiunto.

L’Italia agli Europei: “Spalletti fuoriclasse”

“Questa Nazionale mi ha sorpreso. Ho trovato una disponibilità commovente da parte dei ragazzi. Non si lamentano mai, sono sempre disponibili, hanno a cuore la maglia. Non pensavo si potesse percepire questo senso di appartenenza nelle nuove generazioni. Poi in panchina abbiamo un fuoriclasse che ci garantisce di essere più che competitivi. Con lui con le big non parti mai battuto, ma sempre alla pari”.

Spalletti è sui generis, ma poi quando lo conosci da vicino vedi che ha umanità. Fa un discorso meritocratico, è un interventista, e secondo me nel 99,99% dei casi lui ha sempre ragione. La squadra ha valori belli e li ha fatti suoi. Se c’è un fuoriclasse in squadra? Forse qualcosa negli anni è venuto meno, ma abbiamo 3-4 calciatori in lizza per essere i primi 2-3 in Europa. La fucina italiana ha ancora qualcosa che mette in circolo. E parlo di Donnarumma, Barella, Scamacca”.

Buffon a Reggio Calabria parla di Reggina
Condividi