Calabria, il caso Trebisacce e il candidato a sindaco rinviato a giudizio: la barzelletta della lista “Rinascita”

Nei piccoli comuni nessuno vuole più candidarsi ma poi arriva lui, simbolo della "rinascita": Trebisacce acclama il sindaco rinviato a giudizio

StrettoWeb

In Calabria esiste un piccolo paese – una volta grande e centro dell’Alto Jonio Cosentino – che, come dice una canzone popolare, “ten na muntagn pi cuscin, e u mar pi cupert” (il mare come cuscino e la montagna fa da coperta). Un posto a tratti romantico, a tratti favolistico, che porta il nome di Trebisacce. Dopo il boom degli anni ’80 e ’90, dove Trebisacce era la meta per eccellenza a cui aspirare nell’intero bacino dell’Alto Ionio, lo spopolamento e i disservizi hanno portato la cittadina alla deriva: i cervelli – buoni – sono in fuga o provano a combattere per restare, quelli cattivi (o comunque ignoranti “nel senso che ignorano” cit.) mettono le tende e portano avanti il loro progetto di declino.

Un declino che si è trascinato per anni, fino a culminare nel 2023 – giusto per farla breve – quando, per l’ennesima volta, il Comune è stato commissariato. L’ennesima, sì, perché prima della repentina decaduta di Alex Aurelio, sindaco allo sbando, lo scranno comunale è divenuto poltrona comoda per un altro Commissario, a seguito dello scioglimento del Comune portato allo sfacelo dall’allora Primo Cittadino Franco Mundo nel 2021.

Capita, direte voi, come è capitato in tanti altri comuni e continuerà sempre a capitare. E, nonostante Franco Mundo sia stato accompagnato gentilmente all’uscio del portone di Palazzo Municipio (gentilmente perché si è dimesso e non l’hanno cacciato), l’Avvocato, dopo un periodo di latitanza, è tornato in punta di piedi a riprendersi “tutt chell che è nuostr’.

Le dimissioni “furbette” di Mundo

Franco Mundo si è dimesso non perché era stanco di fare il sindaco. E’ stato costretto a lasciare la poltrona poiché convolto nell’inchiesta “Mayor”, portata avanti dalla Procura di Castrovillari, che ha individuato Mundo ed altri 17 tizi a fare i furbetti durante le elezioni regionali del 2020. Mentre la first lady del Primo Cittadino girava per il mercato a salutare la gente e a sussurrare di votare l’esponente piddino, l’Avv. Mundo veniva accusato, a vario titolo, di peculato, truffa, falsità ideologica, concussione e creazione o uso di atti falsi.

E no, non si tratta di quelle accuse che poi lasciano il tempo che trovano: Mundo è andato ai domiciliari (ecco perché la latitanza) e, per farla breve, nel febbraio a 2024 è stato rinviato a giudizio per aver coinvolto persone inconsapevoli, ma anche amici e parenti “a sottoscrivere le dichiarazioni di presentazione della lista elettorale”. Tutto questo mentre raccattava voti per la sua candidatura con “Io resto in Calabria” capitata da Pippo Callipo. Che malaffare, direte voi, si è “bruciato” (come si dice nel gergo politichese quando hai sparato tutte le tue cartucce e sei rimasto col fumo in canna).

La “rinascita” alle Amministrative 2024

E invece no: nel bel mezzo del rinvio a giudizio, il popolo trebisaccese lo acclama e lo giustifica, manco fosse Gesù in Croce in mezzo ai due ladroni. E non solo lo giustifica, ma lo incita a ricandidarsi perché, senza di lui, Trebisacce è perduta. O meglio, perché, senza il nome dei Mundo, Trebisacce non sa vivere.

Sembrava una barzelletta, ma alle Amministrative 2024 e dopo due commissariamenti in tre anni, Mundo si è ripresentato e punta sempre in alto, impavido: l’unica carica che gli spetta è quella di sindaco, ovviamente. E, presentata la lista, i giochi sono fatti: Franco Mundo guida la Lista n.2 contro Mariateresa Petta.

Ma la barzelletta non finisce qui: il nome della lista, udite udite, è “Rinascita”. Perché lui, come una fenice ferita ma non spezzata, rinascerà dalle sue ceneri “elettorali” e volerà alto, in cerca di nuovi voti da conquistare!

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