Cari No Ponte, decidetevi: volete la sicurezza o non la volete?

I No Ponte non si fermano neanche di fronte all'evidenza e scendono di nuovo in piazza a Villa San Giovanni

StrettoWeb

Dicevano che il Ponte sullo Stretto non era sicuro, non era “sano” per l’ambiente, che a causa delle imminenti elezioni europee si stava procedendo troppo in fretta solo per raccattare voti a destra e a manca, che il territorio e le sue esigenze non erano state tenute sufficientemente in considerazione. Ebbene, ora che, per un’opera attesa da decenni gli addetti ai lavori hanno deciso di prendersi 3 o 4 mesi in più del previsto per ulteriori analisi ambientali, i No Ponte cambiano rotta e parlano di “decisione tattica. Ma dove starebbe la tattica?

Tra le tante voci che si sono alzate dopo la notizia dello slittamento di qualche mese dell’inizio dei lavori per il collegamento stabile tra Calabria e Sicilia, c’è il Circolo Pd di Villa San Giovanni, da sempre sul piede di guerra, contro un’opera considerata non per la sua utilità ma perché voluta dall’attuale governo di destra.

La nota stampa del Pd di Villa San Giovanni

La Società Stretto di Messina ha fatto qualcosa di sorprendente, dopo tanta sicumera dimostrata – scrive il Pd villese in una nota –. Sospende l’accelerazione Salviniana, blocca l’iter diretto alla cantierizzazione dell’opera Ponte, mette in discussione il c.d. progetto “definitivo”. Decisione tattica? Evidentemente non si poteva forzare più oltre.

I rilievi presentati da tanti Enti, associazioni, cittadini, partiti (sono pubblici anche quelli dei Dem villesi) – tutti finiti ad arricchire l’istruttoria negativa (con rilievi e prescrizioni) della Commissione Via/Vas del Ministero dell’Ambiente – hanno portato a questa “auto censura” che sembra difficilmente superabile. A settembre 2024, infatti, non servirà formalizzare qualche punto, aggiornare uno o due elaborati, precisare i contenuti”.

E poi, nella nota stampa, il delirio: “Si tratta di riscrivere interamente un progetto addirittura in molte parti illegibile, sostanzialmente carente, privo – tra l’ altro – di una seria analisi costi/benefici.
Non si dibatte, infatti, solo di questioni “ambientali” (e queste sono essenziali !!) ma sono molteplici le domande rimaste senza risposta, ne facciamo solo qualcuna:
*Quali materiali verranno usati?
*Esistono i macchinari per produrre e testare i manufatti necessari?
*Che altezza avrà il Ponte?
*Ci passano le grandi navi sotto?
*Il treno deraglierà con le oscillazioni previste?
*Ci sarà poi davvero un treno sul Ponte?
*Quali sono gli studi aggiornati sugli eventi naturali catastrofici?
*Come è stato affrontato il tema della “sicurezza” del cantiere: lavoristica, prevenzionistica?
*Quanti giorni starà chiuso per il vento forte?
*Sarà conveniente per i pendolari?
*Unirà o isolerà le comunità dello Stretto? *Villa sopporterà questo aggravio di inquinamento da cantiere pluridecennale?
*I lavoratori occupati compenseranno i posti di lavoro perduti nel turismo, nell’economia del mare?
*Come si terranno a freno gli appetiti criminali?
*Si riuscirà ad evitare che i soldi degli espropri finiscano alle cosche?
*E i territori dei tanti comuni siciliani e calabresi trasformati in cave e discariche, hanno il diritto di essere coinvolti?
*Perché non sono stati interessati – con iniziative informative – tutti i cittadini delle diverse comunità locali che, a diverso titolo, patiranno la costruzione del Ponte?
*Perché è stato abolito per legge il “dibattito pubblico”?
*Perché è stato deciso di spendere nove milioni di euro per campagne di informazione/propaganda per il SI? *Perché si sta cercando di stipulare con i Sindaci, nelle realtà oggetto di “esproprio”, accordi di natura politica per tacitare il dissenso?“.

Domande, quelle avanzate dal Pd di Villa San Giovanni, che perlopiù hanno già risposte ben precise, come è emerso anche durante i dibattiti della commissione Ponte in seno al consiglio comunale di Messina.

Cui prodest?

Parlano di “aggressione in atto sullo Stretto“, i democratici villesi. Ma la verità è che proprio questo prendere ulteriore tempo prima dell’inizio dei lavori dimostra che nessuno sta aggredendo nessuno. Le infrastrutture sono futuro, sono progresso, sono sviluppo. A loro però non interessa. Ciò che vogliono è contrastare i nemici politici, in barba al bene del territorio, e quindi scenderanno in corteo a Villa San Giovanni il prossimo 18 Maggio. Cui prodest?

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