Corigliano-Rossano, maltrattò la compagna e bruciò l’abitazione: arriva la condanna

L'uomo, di Corigliano, era stato già destinatario della misura cautelare del divieto di avvicinamento ma non si era arreso alla fine della storia

StrettoWeb

Maltrattava la compagna con violenze fisiche e psicologiche e gli incendiava la casa di abitazione: condannato a tre anni e 6 mesi senza benefici e rigettata allo stato la richiesta di scarcerazione. Posta la parola fine ad una storia di soprusi, violenza e vessazioni ai danni di una donna con due figlie.

Il Tribunale di Castrovillari, accogliendo le richieste avanzate dal PM e dal collegio di parte civile formato dagli avvocati Ettore Zagarese, Nicoletta Bauleo ed Umberto Tarantino, ha condannato a 3 anni e 6 mesi di reclusione e al risarcimento del danno in favore della parte civile B.E. di 39 anni, costituitasi in proprio e quale genitrice esercente potestà sulle figlie minori, il quarantaduenne coriglianese D.V.A. per il quale il Giudice ha nuovamente rigettato la richiesta di scarcerazione confermando, così, la misura cautelare in carcere.   

D.V.A. nel mese di giugno del 2022 era stato già destinatario della misura cautelare del divieto di avvicinamento all’ex compagna e convivente, madre dei loro due figli, per il reato di maltrattamenti in famiglia emesso dal Tribunale di Castrovillari su richiesta della Procura della Repubblica.

L’uomo, però, non si era mai rassegnato alla separazione e tredici mesi dopo aveva messo in atto anche un piano distruttivo e criminoso. Incendiario. Introdottosi, infatti, nell’abitazione dell’ex e delle loro bambine le aveva dato fuoco rendendola inabitabile. Il tutto avveniva nel mese di luglio 2023 in contrada Giannone, una propaggine della popolosa frazione Marina di Schiavonea, a Corigliano-Rossano.

A spegnere le fiamme che si sono levate alte al cielo erano accorsi i vigili del fuoco ed intervenute pure le forze di polizia. Ai fatti era seguito l’arresto di D.V.A. al quale veniva applicata la misura cautelare del carcere, misura questa confermata anche dopo l’emissione della sentenza di condanna emessa al termine di un’articolata istruttoria.

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