Il Sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà è tornato a parlare di Reggina e della sua storia. Lo ha fatto in occasione della conferenza di presentazione di “Iacopino – Reggina Story”, il documentario sulla storia amaranto raccontato dall’ex dirigente della società per un fine benefico. Dopo i diversi interventi dei presenti, ha preso appunto la parola il primo cittadino, che ha voluto rimarcare alcuni concetti sull’identità Reggina e sulla sua storia, soprattutto alla luce degli ultimi avvenimenti.
“La storia della Reggina va messa in sicurezza”
“Riguardo alla storia della Reggina, facciamo un errore se la consideriamo solo un fenomeno sportivo. Non è solo un qualcosa di identitario, ma anche un bene comune, quindi di tutti e di nessuno. Proprio per questo io credo che la Reggina, la sua storia, quello che è stato e quello che ha rappresentato, debba continuare a essere un patrimonio della città, senza che possa subire gli eventi che possano poi portare a quanto accaduto negli ultimi anni. La storia della Reggina va messa in sicurezza, proprio perché non appartenendo a tutti non appartiene a nessuno”, ha esordito il Sindaco.
“Quello che Iacopino racconterà in questo documentario fa capire che le cose si possono fare grazie alla competenza, all’ingegno, alla volontà di superare ostacoli oggettivi che voi avete avuto. Dattola parlava di quanto accaduto nell’86. La storia ci dice che un gruppo di persone di Reggio hanno investito nella città, forse anche senza sapere quello che sarebbe accaduto dopo. Queste persone sapevano che bisognava mostrare all’esterno un’immagine positiva della città. Il Sant’Agata è un esempio positivo. Lì dove c’era una discarica, si è creato un centro sportivo. Così abbiamo capito che se è stato fatto una volta, può essere fatto ancora, altrimenti saremmo condannati alla mediocrità“.
“E’ la Reggina a dover essere proprietaria per sempre e può rappresentare uno degli elementi per una nuova narrazione della nostra città. La città è proprietaria non solo degli impianti, ma anche per accompagnare la città in una fase di transizione che potrà rappresentare il recupero della storia e basi solide e durature senza interruzioni di percorso”, ha concluso.