La storia ci insegna che se sei ricco e con una coscienza te la passi benone. Se, oltre ad essere ricco, sei anche menefreghista e capisci che i soldi possono comprare tutto, allora hai vinto. Che tu sia artista o politico, poco importa: quando c’è il capitale “tutto si aggiusta”. Lo sanno bene due personaggi “di spicco” – solo per motivi sbagliati – che dei soldi stanno facendo il loro punto forte, o meglio: il loro gruzzoletto ben rimpinguato è praticamente la carta del Monopoli che ti fa saltare la prigione. In tutti i sensi.
Certo, forse non si finisce in prigione se rubi un profumo o se litighi con qualcuno – tranne se non lo riempi di botte. Però certo è che quelli con i “dindini” di cui sopra, il Monopoli lo hanno già vinto, altro che “Parco della Vittoria”! Forse non vinceranno la giocata più importante, quella di guardarsi senza remore e senza sensi di colpa allo specchio ma si sa, nel 2024, non è che uno ricco e impegnato c’ha tempo da perdere di fronte ad un oggetto riflettente. Tranne se non sono quelli del Duty Free di Fiumicino. Tranne se non sono quelli per i selfie.
E così, ancora oggi, Fassino e Fedez ci dimostrano quanto sia facile recidere quel sottile filo sul quale regge tremolante il detto “predica bene ma razzola male”. Perché Fassino, nonostante sia deputato ed ex Ministro della Giustizia (!), e Fedez, nonostante vada in giro a parlare di salute mentale, di bullismo e cose dal contenuto sensibile eppure, per lui, sensazionalistico, sono stati molto bravi a predicare, ma hanno razzolato male, malissimo.
“Un profumo, è come un vestito nuovo: ti rende semplicemente meraviglioso”
L’On. Fassino, negli ultimi mesi, è stato al centro di una polemica che lo avrebbe visto “mano lesta” nell’accaparrarsi non uno, ma ben due, profumi all’Aeroporto di Fiumicino. Nell’ultimo caso, trattasi di un profumo femminile di costo medio, nulla che lui non potesse permettersi. Eppure, pare che sia scivolato nella tasca del giaccone, nonostante l’esponente Pd abbia chiarito che, in tasca, lo avrebbe solo appoggiato.
Fatto sta che per Fassino è nato un contenzioso con l’azienda interessata, la quale ha denunciato il presunto furto. Il deputato dem nega; poi, ieri, la notizia di una possibile trattativa tra le due parti. Poco fa, all’Ansa, la società Aelia Lagardere ha smentito il tutto. Ma il punto non è la possibilità di un’offerta, quanto il pensiero che si cela dietro esso, ovvero: “se ti do dei soldi, poi la finiamo?”.
Fedez vs Iovino: con i soldi si “cura” tutto
Nel caso di Fedez, invece, il rapper sta mostrando atteggiamenti da “pazzarello”, forse come conseguenza della separazione dalla moglie? Si sa, mentre le donne, i primi mesi, piangono e poi diventano invincibili, gli uomini prima fanno i gradassi, poi crollano tra le copertine. Non conoscendo, però, che tipo di plaid utilizzi Fedez, ci concentreremo sulla parte del gradasso: il rapper è stato infatti coinvolto in una rissa ai danni di tal Cristiano Iovino, persona trainer dei VIP.
Alcuni dicono che Fedez non fosse presente, altri invece che c’era ma non ha fatto nulla, altri ancora che è stato il primo a scagliarsi contro il tizio (come mostrerebbe il video uscito ieri). Fatto sta che Fedez, indagato per rissa per procura, non ha subito alcuna denuncia da parte dell’aggredito: non c’era quindi, direte voi. E allora perché, se non c’era come lui stesso ha affermato, ha deciso di chiudere la questione con una bella trattativa con Iovino?
Io non pagherei per un danno che non ho commesso. Fatto sta che, o c’era o no, anche Fedez ha ricorso ai “dindini” per risolvere la faccenda. E, a giudicare dall’ultimo giro a Montecarlo, non ci pare si stia disperando.
I soldi fanno la felicità, ma ripuliscono anche la coscienza?
Quali sono le conclusioni di questo “insolito” parallelismo? In realtà, la conclusione è solo una, vista dalla prospettiva dei privilegiati: se hai la disponibilità economica puoi fare tutto, anche sanare le ferite di un’aggressione e far cadere nel dimenticatoio una denuncia. Dal nostro punto di vista, invece, di chi ha una “casa umile ma onesta” come dice Massimo Troisi in uno dei suoi famosissimi sketch, la conclusione è un’altra: meglio “povery” ma con uno specchio immacolato in cui specchiarci.