Sul Giro d’Italia il solito vittimismo del Sud: perchè le polemiche sul percorso sono ridicole

Il Giro d'Italia quest'anno non arriverà in Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna e sfiorerà soltanto la Puglia: dalle Regioni del Sud le solite stucchevoli polemiche vittimiste

StrettoWeb

E noi continuiamo a piangerci addosso. Siamo vittimisti per eccellenza nell’Italia del Sud e ogni scusa è buona per prendersela con questo e con quell’altro. Con buona pace dei fatti e della verità. Ogni anno che il Giro d’Italia non passa in tutte le Regioni del Sud si scatena la rabbia sui social di quei meridionali che – evidentemente – di ciclismo non si sono mai interessati e non sanno come si svolge una corsa a tappe. Di quelle persone che fraintendono il “Giro d’Italia” con il “Giro di tutta l’Italia“.

Le grandi corse a tappe come Giro d’Italia, Tour de France e Vuelta di Spagna durano tre settimane e prevedono 20 o 21 tappe. Inevitabilmente, non sono mai state, non sono e non potranno mai toccare ogni anno tutte le città, tutte le province, tutte le Regioni. Non sono, appunto, il Giro di tutta l’Italia, il Tour de toute la France o la Vuelta de toda la España. Ma in Francia e Spagna non ci sono terroni vittimisti che fanno polemiche se la corsa non tocca la loro Regione.

Polemiche totalmente infondate, tra l’altro. Innanzitutto perchè il Giro d’Italia anche quest’anno arriverà al Centro/Sud: la settima tappa sarà l’importante cronometro da Perugia a Foligno, in Umbria. Poi l’ottava tappa nel cuore dell’Appennino da Spoleto a Prati di Tivo, in Abruzzo, non certo nel Tirolo. La nona tappa arriva proprio al Sud: si parte da Avezzano e si arriva a Napoli. La decima è tutta meridionale, da Pompei a Cusano Mutri, un piccolo borgo di tremila anime in provincia di Benevento e non certo Cortina o Livigno. E poi l’undicesima sempre al Sud, da Foiano di Val Fortore (1.300 abitanti nel cuore del Sannio) a Francavilla al Mare. E la dodicesima al Centro, nelle Marche, da Martiniscuro a Fano. Anche la sesta tappa tra tre giorni sarà tutta al Centro Italia, in Toscana, da Viareggio a Rapolano Terme. E poi c’è l’ultima tappa, a Roma con uno spettacolare circuito capitolino (per tradizione storica, invece, il Giro si chiudeva a Milano, sede della Gazzetta dello Sport, l’organizzatore dell’evento. Addirittura per i primi 50 anni del Giro, la corsa iniziava a finiva a Milano).

Il ciclismo, tra l’altro, ha un enorme radicamento nell’Italia del Nord, dove la bicicletta è il più comune mezzo di trasporto, svago e divertimento per tutte le età. Basti pensare a diffusione e qualità delle piste ciclabili nelle città del Nord e in quelle del Sud. Basti pensare ai grandi campioni del Sud (il messinese Vincenzo Nibali su tutti, lo Squalo dello Stretto) costretti sin da giovanissimi ad emigrare al Nord anche solo per potersi allenare in sicurezza. E’ al Nord che il Giro d’Italia è nato ed è diventato grande. E’ sulle epiche salite alpine (Stelvio, Gavia, Mortirolo, Pordoi, Fedaia, Tre Cime di Lavaredo, Zoncolan, Colle delle Finestre, Colle dell’Agnello, Colle Fauniera) che si sono scritte le più grandi pagine di storia di questo sport, che oggi viene apprezzato anche al Sud dove però non ha le stesse radici storiche e culturali del settentrione. Le più grandi classiche sono infatti tutte al Nord: le più importanti il Giro di Lombardia e la Milano-Sanremo, ma ci sono anche la Milano-Torino, il Giro dell’Emilia e le Strade Bianche in Toscana.

Perché al Sud, anziché lamentarsi, non si organizzano corse di pari livello? Perché al Sud si parla di più di Giro quando non passa anziché quando passa? E le corse ciclistiche regionali e provinciali che c’erano in passato, oggi non ci sono più o riscontrano enormi difficoltà organizzative. Il problema, quindi, è come al solito tutto meridionale e non certo un complotto ordito da qualcuno. Anzi. Nonostante tutto questo, il Giro d’Italia non ha mai snobbato il Sud. In modo particolare negli ultimi anni.

Nel 2022, due anni fa, abbiamo avuto ben 6 tappe: Avola-Etna, Catania-Messina, Palmi-Diamante, Scalea-Potenza, Napoli-Napoli e Isernia-Blockhaus.

giro d'italia 2022

Nel 2020, quattro anni fa, addirittura 7 tappe: Monreale-Agrigento, Enna-Etna, Catania-Villafranca Tirrena, Mileto-Camigliatello Silano, Castrovillari-Brindisi, Giovinazzo-Vieste e San Salvo-Tortoreto Lido.

giro d'italia 2020

E ancora, nel 2018 altre 7 tappe: Catania-Caltagirone, Agrigento-Santa Ninfa, Caltanissetta-Etna, Pizzo Calabro-Praia a Mare, Praia a Mare-Montevergine di Mercogliano, Pesco Sannita-Gran Sasso d’Italia e Penne-Gualdo Tadino.

giro d'italia 2018

Nel 2017 il record di 9 tappe al Sud: Alghero-Olbia, Olbia-Tortolì, Tortolì-Cagliari, Cefalù-Etna, Pedara-Messina, Reggio Calabria-Terme Luigiane, Castrovillari-Alberobello, Molfetta-Peschici e Montenero di Bisaccia-Blockhaus.

giro d'italia 2017

Anche l’anno prima, nel 2016, il Giro era transitato nel cuore del Sud con 4 tappe: Catanzaro-Praia a Mare, Praia a Mare-Benevento, Ponte-Roccaraso e Sulmona-Foligno.

giro d'italia 2016

Mai quanto nell’ultimo decennio il Giro s’è spostato così tanto nelle Regioni del Sud. E abbiamo anche il coraggio di lamentarci? I piagnucoloni del Giro hanno visto il tracciato del Tour de France di quest’anno? Partirà dall’Italia con tre tappe storiche (Firenze-Rimini, Cesenatico-Bologna e Piacenza-Torino) e poi la partenza della quarta da Pinerolo, tornerà poi sulle Alpi al confine con l’Italia nel finale per concludersi a Nizza e Monte Carlo.

tour-de-france-2024

Non passerà da Parigi, non interesserà nessuna località del Nord e dell’Ovest della Francia. Ma nessuno frigna per questo. Tornerà il prossimo anno, esattamente come il Giro nell’estremo Sud. Ma in quel momento i soliti meridionali avranno qualche altra cosa di cui lagnarsi.

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