Intimidazioni nella Sibaritide: vandalizzata la Chiesa di San Giuseppe

A raccontare l'accaduto è il parroco Don Groccia: "ho notato che la porta era stata rotta mentre per entrare nel sacrario hanno tagliato la grata"

StrettoWeb

La Sibaritide resta il target “preferito” per gli atti intimidatori. L’ultimo, in ordine di tempo, è l’episodio che ha interessato la chiesa di San Giuseppe di Sibari dove qualcuno ha tentato di entrare nella notte all’interno della Canonica. Ad accorgersi del misfatto è stato il parroco don Pietro Groccia che ha trovato la porta sfondata. “Al mio arrivo – ha raccontato il prete – ho notato che la porta esterna dei locali a servizio della chiesa era aperta. Subito sono entrato e ho notato che un’altra porta era stata rotta mentre per entrare nel sacrario gli ignoti hanno tagliato la grata esterna di una finestra rompendo una finestra”.

L’intenzione, secondo il parroco, era quello di occupare i locali: “un atto indegno – sottolinea il prete – che aderisce al regno del peccato e fa di chi lo ha perpetrato un altrettanto operaio della sinagoga di satana. La parrocchia di san Giuseppe i cui locali si prestano ai bisogni sociali (quelli del piano superiore verranno a breve utilizzati, per volontà del vescovo Savino e col supporto della Caritas diocesana, come dormitorio, mentre e le due stanzette del piano inferiore sono utilizzate dall’Accademia musicale Maria Callas) è patrimonio di tutti e a nessuno è consentito spregiarne il volto”.

“Con la stagione estiva oramai alle porte – ha affermato don Groccia – azioni del genere non rappresentano certo un buon biglietto da visita per l’incremento del nostro turismo e per la nostra già anemica economia. Esprimo vicinanza alle famiglie vittime degli atti delittuosi, con la speranza nel cuore che al più presto le forze dell’ordine – che ringrazio per il già prezioso lavoro che svolgono – facciano luce su quanto sta accadendo, per ristabilire, a Sibari e nell’intero territorio, il senso della giustizia e della legalità”.

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