Leggerezza o destino? Un anno fa la Calabria perdeva Denise Galatà nelle acque del Fiume Lao

Sulla morte di Denise ci sono ancora tanti punti interrogativi, ma una sola cosa è certa: a questi addii strazianti non ci abitueremo mai

StrettoWeb

Il 30 maggio di un anno fa, un gruppo di studenti si preparava a trascorre una giornata all’insegna del “brivido”: la scolaresca, in gita tra i sentieri della piccola perla di Borgo Laino, era pronta ad indossare caschetti e salvagenti per un’audace giro in rafting. Non erano degli sprovveduti, ma studenti del liceo “Rechichi” di Polistena in gita sul Pollino. Non erano soli, ma accompagnati da docenti e istruttori che, per quel giro di rafting, li avrebbero guidati per godere appieno dell’esperienza.

In quel 30 maggio 2023, su uno dei gommoni attrezzati della “Pollino Rafting”, saliva anche Denise Galatà, 18 anni. La ragazza, stretta tra le altre compagne, avrebbe potuto raccontare di quell’avventura ai genitori e agli amici che l’aspettavano a casa, forse con un po’ di paura ma, sicuramente, piena di adrenalina addosso. Purtroppo, da Denise, i famigliari e gli amici non hanno potuto ascoltare nulla. La ragazza, infatti, è precipitata nella acque agitate del Fiume Lao e non ha fatto più ritorno. O meglio, a tornare, due giorni dopo, è stato solo il suo corpo.

Il caschetto di Denise, il cimelio della tragedia

Quel giorno Denise non è stata l’unica a cadere: anche un’altra compagna, che era sullo stesso gommone, è precipitata nelle acque del torrente. La ragazza, però, è stata più fortunata: l’acqua l’ha risucchiata ma qualcuno l’ha afferrata strappandola alla morte. Vicino a lei, il caschetto di Denise, ritrovato poi sulla roccia. Un simbolo di speranza durante le lunghe ore di ricerca, un oggetto che “sapeva” di Denise e che poteva indicare che lei era lì, vicina, e poteva essere salvata.

Nessuno, però, ha afferrato Denise: mentre l’amica “è rinata quel giorno”, la 18enne di Rizziconi non è più riemersa: secondo le ricostruzioni della Procura di Castrovillari e i risultati dell’autopsia, Denise è morta annegata. La forza delle correnti non le ha permesso di risalire in superficie e così, il 31 maggio 2023, tutte le speranze si sono spente e quel caschetto è diventato solo un cimelio, un inutile ricordo.

Superficialità o destino?

Il caso è tuttora aperto: lo scorso 11 maggio, infatti, la Procura ha richiesto il rinvio a giudizio per omicidio colposo del presidente del consiglio direttivo della società “Pollino rafting” e dell’istruttore che conduceva il gommone il giorno della tragedia. Secondo quanto emerso dalle indagini, il direttivo non ha tenuto conto dell’allerta meteo che non permetteva quella discesa in rafting. La guida, inoltre, mancava delle qualifiche necessarie per poter affrontare il giro in gommone a quelle condizioni.

La morte di Denise è avvenuta per leggerezza? Forse sì, o forse era destino. Una famiglia, intanto, un anno fa ha perso la sua piccola donna, una scuola ha perso una compagna e una studentessa, la Calabria intera ha perso un altro giovane. E, a questi addi strazianti, non ci abitueremo mai.

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