Mendicino, storia di un comune calabrese tra commissariamento, dissesto finanziario e un ex sindaco “stupito”

Antonio Palermo, dimessosi nel 2023 ma molto attivo sui social, dice la sua sul dissesto... e finisce per autocelebrarsi

StrettoWeb

Mancano una manciata di giorni alle elezioni amministrative dell’8 e 9 giugno e la Calabria è già in subbuglio: tra parlamentari che incrociano – e confondono – il cammino dei candidati a sindaco parlando di Europee, tra potenziali eletti ricusati e vecchie figura del passato che, nonostante i trascorsi, fanno ritorno sulla scena politica locale, il panorama del voto comunale diventa pieno, dai toni accesi e dalla corsa alla visibilità.

La “particolare” storia di Mendicino

Maggioranza e opposizione si attaccano a vicenda, ma i grandi assenti sono i programmi elettorali – di cui parleremo in maniera approfondita prossimamente. Una campagna elettorale “particolare” è sicuramente quella di Mendicino, in provincia di Cosenza. Una storia “difficile”, quella che ha caratterizzato l’ultima travagliata amministrazione la quale, giusto per cambiare, è finita con un commissariamento.

L’allora sindaco Antonio Palermo ha infatti dato le dimissioni nel 2023, dopo che all’ultimo Consiglio Comunale quattro consiglieri di maggioranza e due assessori di giunta non si erano presentati. Sull’accaduto, Palermo aveva scritto su Facebook: “grazie ai ‘nemici di Mendicino’ si conclude amaramente l’esperienza più bella della mia vita. Chi ha deciso di far venire meno la mia maggioranza ha messo la parola “fine” alla mia Sindacatura“.

Tutti vogliono governare il Comune in default

Parte quindi per Mendicino un periodo di Commissariamento il quale, con le elezioni di Giugno, volgerà al termine per permettere al futuro vincitore di governare – si spera – per 5 anni. La campagna elettorale si è quindi accesa, con ben 6 candidati – all’inizio dei giochi – pronti a prendere posto. Un posto pertanto ambito, in un Comune che è stato ufficialmente dichiarato in “dissesto finanziario”.

Di questi 6, solo in 3 hanno continuato la loro corsa elettorale: Luciano Luciani, “sovversivo buono” della politica mendicinese, Angelo Greco – molto vicino all’ex sindaco Palermo -, e Irma Bucarelli, una delle “colpevoli” che ha fatto cadere il Primo Cittadino. E mentr qualcuno, come a San Luca, non vuole candidarsi, altri invece spingono per poter guidare un paese in default. Perché?

Palermo, il dissesto, e l’autocelebrazione

Intanto la notizia del dissesto, dichiarata dal Commissario Prefettizio Giuseppe Di Martino, sembra “cogliere di sorpresa” l’ex sindaco Palermo. Il quale, dopo un momento di lunga riflessione, si dice “stupito” dell’accaduto. Ancora una volta Palermo affida i suoi pensieri ad una lettera aperta su Facebook.

“Ho avuto bisogno di giorni di tempo per assorbire il colpo, provare a capire meglio cosa fosse successo e, non vi nego, che ancora ora sono abbastanza confuso. Tuttavia, mi rendo conto che, come noto, gli organi commissariali fanno il proprio dovere e assumono le proprie scelte guardando ai freddi numeri che gli uffici pongono loro dinanzi”.

Ad evitare tutto ciò avrebbe dovuto pensarci, invece, la politica e i tanti e diversi che, colpevolmente, negli anni hanno cercato in ogni modo di ostacolare la mia azione di cambiamento, creando, da sponde diverse, tanti problemi all’attività amministrativa, fino a portarmi, di fatto, a rassegnare anticipatamente le dimissioni”.

Palermo, dopo un breve incipit sul dissesto, vira sui suoi riconoscimenti amministrativi. “In meno di 10 anni, ho qui il dovere e il diritto di ricordarlo  a Mendicino abbiamo realizzato la raccolta differenziata, l’ammodernamento della rete idrica e dei depuratori, la pubblica illuminazione a led per ridurre i consumi elettrici e l’avvio delle procedure per la comunità energetica”.

E ancora: “la metanizzazione, la bitumazione di tutte le strade principali e secondarie, nuove vie e rotatorie, l’approvazione definitiva del Piano Strutturale Comunale, la bonifica della vecchia discarica di “croci coperte”, l’avvio dei lavori per la caserma e il poliambulatorio, l’adeguamento sismico o la demolizione e ricostruzione di tutte le scuole e gli edifici pubblici, un asilo nido comunale e il tempo pieno a scuola”.

“Ho dedicato tutto me stesso, con la mia pesante serietà, a questo compito. Non ho rimpianti né vivo di rimorsi, seppur alcune scelte troppo altruiste e generose avrei potuto evitarmele perché come dice qualcuno la politica è una brutta bestia. Ma mi conoscete – ha concluso Palermo – non ci riesco proprio ad essere cattivo, furbo ed egoista”.

“Se tornassi indietro, pur avendo subito tanto male e tante offese gratuite che mi hanno fatto soffrire in modo indicibile, sono certo che dedicherei ancora una volta alla mia bella comunità gli anni più belli della mia vita. Non ho mai pensato di essere l’unico capace di fare cose buone. Al contrario, per me tutti sono necessari ma nessuno è indispensabile”.

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