Messina, Scolaro: “su Basile macchina del fango. Ecco perchè Oteri ha lasciato Sud chiama Nord…”

Messina, Scolaro: "stiamo assistendo in queste ore ad una serie di dichiarazioni da parte di alcuni personaggi in cerca di autore che ci lasciano perplessi"

StrettoWeb

“Stiamo assistendo in queste ore ad una serie di dichiarazioni da parte di alcuni personaggi in cerca di autore che ci lasciano perplessi. Abbiamo letto una nota di un certo Cosimo Oteri, consigliere comunale di Messina che oltre ad un attacco contro il sindaco Basile si è lanciato in una serie di ricostruzioni a dir poco fantasiose. Innanzitutto esprimiamo solidarietà al sindaco della città metropolitana di Messina Federico Basile vittima della macchina del fango da parte di chi cerca di ledere la sua immagine attaccandolo non avendo elementi politici sui quali discutere ed avviare qualora fosse necessario un costruttivo dialogo. Alla luce della non storia politica del consigliere Oteri forse farebbe meglio a tacere. Sono note le nobili motivazioni che lo hanno spinto a lasciare la maggioranza di Basile in consiglio comunale e la coalizione che lo sosteneva e che aveva consentito la sua elezione e non sono motivazioni che fanno di lui un personaggio politico, anzi lo qualificano tra gli opportunisti e gli sciacalli della politica che purtroppo siamo abituati ad incontrare sul nostro cammino“. Lo dichiara la coordinatrice provinciale di Sud chiama Nord, Melangela Scolaro.

Ricordiamo infatti che Oteri ha lasciato Sud chiama Nord e la maggioranza in consiglio comunale appena quattro mesi dopo la sua elezione perché pretendeva di essere candidato nella lista principale in occasione delle scorse elezioni regionali, posto che fu riservato ad Alessandro De Leo in quanto già consigliere comunale e dunque seguendo un criterio di anzianità anche e consentendogli di essere eletto al parlamento siciliano, anche se questo lo stesso De Leo sembra averlo dimenticato. Ecco perché Oteri ha lasciato la maggioranza di Basile. Nessuna divergenza sulla progettualità per la città, non c’entra il bene comune ma solo opportunismo e personalismi che lo qualificano senza che sia necessario aggiungere altro”, conclude Scolaro.

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