Morte Onorato a Palermo, Speziali: “non si può sostenere l’ipotesi suicidio”

Vincenzo Speziali, membro del Bureau Politique dell'Internazionale Democristiana): "la mia sincera ed affettuosa vicinanza a Francesca Donato"

StrettoWeb

“Parlo chiaro: conosco Francesca Donato e so essere lei una persona perbene, quindi, certamente, non dedita alla ‘dietrologica mistificazione’. Costei, è una donna perbene, una madre, prima, una moglie dopo (in entrambi i casi devota) e poi, solo poi, una ‘donna politica’. Sto cercando di ritardare le mie condoglianze telefoniche, poiché non so cosa dire, eppure a Francesca – assieme ai suoi figli – mi sento vicino. La morte di Angelo Onorato – per l’appunto, amato marito di Francesca – si iscrive bene, sulla scia dei ‘misteri palermitani’- mi sconvolge, pur se io penso sempre a Francesca e ai loro figli!”. Comincia così la nota di Vincenzo Speziali, Membro del Bureau Politique dell’Internazionale Democristiana, relativamente alla morte a Palermo di Angelo Onorato, marito dell’europarlamentare Francesca Donato.

“Non si può morir così, soprattutto non si può sostenere ‘morte suicida’ uno che va a farlo in un luogo laddove, nel punto si specie dell’insano gesto – al di là di che racconta certuna stampa – non vi sono telecamere di sorveglianza (come confermatami da amici comuni) – e soprattutto, non va due ore prima in aeroporto a prendere il cognato in arrivo, per qualche giorno vacanziero, da Milano”.

“Suvvia, veramente e al netto, persino e soprattutto, delle ‘confidenze’ (pure scritte e confermate, al di lui avvocato), Onorato, ‘temeva e si barcamaneva’, pur se io penso, quanto di ‘Mafia’ vi sia poco (essa, è troppo ‘sopra le righe per non onorare debiti cogenti’), bensì molto di criminalità spiccia e ‘bancarottieristica’, la quale opera in sfregio di legge. Purtuttavia, siccome quest’ultima generica ‘aggregazione di tipo criminale’ (sarebberoni ‘delinquenti comuni’ non hanno ‘fattezze chic’ -intese al pari del richiamo massmediologico dei ‘Mammasantissima’ noti- ‘pascolano’ in piena libertà, poiché i magistrati procuratorili palamermitani, sono dediti, notoriamente (canagliascamente?), a ‘dar la caccia’ agli ‘storici nomi’ (sarà perché sono ‘conosciuti e fanno da richiamo, per loro -fallacemente?- propagandistico?), epperò in luogo alla criminalità nuova, composta da ‘cani randagi’, non vi si trova, giusta, doverosa ed obbligata, azione investigativa”.

“Può essere perché, manco li conoscono in Procura, in quanto suddetti P.M. sono dediti ‘al passato’ e sempre contro i politici -soprattutto democristiani o post si essa- ‘opererebbero, a fronte di assurde ‘contestazioni’ quindi, purtroppo e con dolore, sebbene certo di quanto scrivo e sostengo, suddetta morte, verrà derubricata tra ‘i misteri di Palermo’. Alla cara Francesca e ai suoi figli, giungano le mie sincere ed affettuose condoglianze, precisando quanto e come io resti, comunque, nonostante tutto, suo amico e inteneroio dal di lei dolore e da quello dei loro figli”.

Condividi