Papa Francesco, in medio stat virtus: frociaggine sì, ma non troppo

Le parole di Papa Francesco hanno provocato uno scandalo mondiale: dall'accettazione di tutti ai "troppi froci" il passo è breve

StrettoWeb

Terremoto in quel del Vaticano: Papa Francesco sembra aver sganciato una bomba che, pur non radendo al suolo San Pietro e dintorni, ha di certo creato “rumore” tra fedeli e comuni mortali che non sono votati alla religione cattolica. Il Pontefice, durante una delle riunioni a porte chiuse della CEI, ha esordito nell’Aula del Sinodo ponendo un veto che, secondo le fonti vaticane, starebbe interessando gli ambienti dei seminari. “Basta seminaristi gay” – ha detto Bergoglio di fronte a 200 Vescovi, “c’è troppa frociaggine”.

La “chiacchierata” tra il numero uno della Chiesa e gli altri ecclesiastici, è però trapelata: quello che doveva essere un incontro a “taralluzzi e vino (santo)” è diventato quindi un caso mondiale. Ora, io non posso di certo sapere cosa passa per la testa del Pontefice 87enne, e neanche voglio saperlo – anche se l’ha reso abbastanza chiaro.

E se ce l’ha con i gay che, invece di uscire allo scoperto decidono di votarsi a Dio – una “croce” davvero grande da portarsi – questi sono problemi suoi. Da uomo di Chiesa, infatti, sarà lui a dover fare due conti con l’Altissimo, mica con noi che siamo qui in questa Terra martoriata dal peccato.

“Beata” coerenza!

Ci tengo, però, a ricordare al Papa e a chi ne fa le veci che sarebbe il caso di mantenere, almeno, una certa coerenza. Da paladino del Gay Pride, infatti, non possiamo non notare quanto Bergoglio, a questo giro, abbia peccato (si può dire del Papa?) di superficialità. Perché, da uomo retto e corretto, ci aspetteremmo che, come il cristiano medio indottrinato, aberri la significativa presenza – ormai millenaria – dell’omosessualità, o frocciaggine che dir si voglia, in natura.

Quindi, al pari di chi lo ha preceduto, avrebbe fatto bene a spargere acqua santa sui capi di coloro che, andando “contronatura” nella privacy del proprio talamo, decidano di accoppiarsi con un individuo del loro stesso sesso. La Chiesa non lo permette, non lo riconosce, non lo vuole. Un po’ bigotti, certo, ma se non permettono a preti e suore di sposarsi, figurarsi se lo accettino da parte di meri peccatori.

E invece no: Papa Francesco ci ha fatto credere che la Chiesa avrebbe accettato tutti, anche i froci. Infatti, nel non molto lontano 8 febbraio, in un’intervista per il settimanale “Credere”, il Pontefice ha dichiarato: “benedico due persone che si vogliono bene e gli chiedo anche di pregare per me”. Certo, ha anche precisato che la benedizione non avrebbe “funzionato” sul matrimonio omosessuale ma che non era contro un unione di anime che si amano (e di corpi che si attorcigliano).

Ancora, sempre in un’altra intervista, Papa Francesco spendeva pillole di saggezza e di inclusione: “se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla? Il catechismo della Chiesa cattolica dice che queste persone non devono essere discriminate ma accolte”. Non fa una piega. Mi chiedo, però, se ci siano “limiti” d’accoglienza come nel locale di un privé : possono ricevere il benvenuto della società civile ma non quella “ristretta” del seminario?

Ancora, nella stessa intervista, sulle “presunte lobby gay” chiariva: “si scrive tanto della lobby gay. Io ancora non ho trovato nessuno che mi dia la carta d’identità, in Vaticano”. Allora ho ragione! Si vede che, da poco, avranno messo le guardie svizzere a fare i bodyguard a San Pietro per controllare i documenti. Ma, Papa, c’è scritto sulla carta d’identità l’orientamento sessuale?

Infine, il Santo Padre ci ricorda: “quando il Signore perdona, il Signore dimentica. E questo per la nostra vita è importante: quando noi andiamo a confessarci, e diciamo «ho peccato in questo», il Signore dimentica. E noi non abbiamo diritto di non dimenticare”. Ecco, forse il Papa si è appellato all’oblio anche in questo caso: ha peccato, si è scusato – “nella Chiesa c’è spazio per tutti! Nessuno è inutile, nessuno è superfluo, c’è spazio per tutti” e chiede che venga dimenticato. Tanto c’è il perdono!

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