Ponte sullo Stretto, lezione magistrale sui terremoti: così il Professore smentisce fake ed allarmismi

Ponte sullo Stretto, così il Professore Ezio Faccioli stronca i disfattisti e smentisce le fake e gli allarmismi sui terremoti

StrettoWeb

Nuova seduta della Commissione sul Ponte sullo Stretto nell’Aula del Consiglio Comunale di Messina. Ospiti, insieme all’Ingegner Devitofranceschi, anche il Prof. Ezio Faccioli e l’Ingegnere Massimo Tarquini Guetti, della Società Stretto di Messina. Magistrale la lezione – perché di lezione vera e propria si tratta – del Prof. Faccioli, che in diretta da Milano ha spiegato perché “i grandi ponti sospesi sono poco sensibili al terremoto”. 

Faccioli, vera e propria autorità dell’ingegneria sismica, è stato introdotto da Devitofranceschi. Per Faccioli, una carriera accademica tra Messico, Usa e Milano. Ha lavorato alla Torre di Pisa, al Laboratorio del Gran Sasso, ad alcune dighe all’estero e all’Italia e non solo. Un vero e proprio esperto nel campo dei terremoti. “Ho davanti a me la stessa diapositiva che utilizzai l’8 ottobre 2004. I grandi ponti sospesi sono poco sensibili al terremoto. Oscillano con dei tempi di oscillazione molto lunghi, circa una trentina di secondi, mentre i terremoti, a causa delle rotture di faglia, generano scuotimenti in cui le oscillazioni del suolo hanno valori considerevolmente inferiori, inferiori ai 5 secondi”, ha esordito.

Poi due esempi. “Per questo il Golden Gate di San Francisco è stato progettato per azioni sismiche nominali solamente del 5% delle accelerazioni di gravità, il minimo, eppure ha superato terremoti con azioni di molto superiori. Altro esempio è il Ponte di Akashi che, non ancora terminato di costruire, ha subito senza danni un sisma di molto superiore a quella di progetto. Le caratteristiche della struttura Ponte tendono a isolarlo rispetto allo scuotimento del sisma”.

Relativamente alla zona di Calabria e Sicilia, “siamo in presenza di una sismicità storica sicuramente sostenuta. In realtà nella zona ci sono stati due terremoti dominanti: quello del 1783, che ha interessato soprattutto la Piana di Gioia Tauro, e quello del 1908, che ha interessato lo Stretto. Questo è l’esempio con cui deve confrontarsi il terremoto di progetto. Tutte le altre scosse sono state più piccole di queste due. Alcuni forti, ma la cui violenza non deve essere sopravvalutata. Il valore della magnitudo del 1908 e molto stimato a 7, un po’ superiore rispetto al terremoto dell’Irpinia del 1980, ma è un terremoto di una magnitudo che in Giappone si verifica 2-3 volte l’anno. Sulla stampa si trovano trovano spesso allarmi su terremoti, da persone che magari non hanno conoscenza”.

La rottura delle faglie

Quali sono i fenomeni fisici che scuotono questi scuotimenti sismici? “I terremoti sono generati da rottura di faglie geologiche che si scollano e scorrono l’una rispetto all’altra. E’ un fenomeno rapido, che dura da meno di un secondo a molti secondi e la cui violenza è governata dalle dimensioni della faglia stessa. Una faglia piccola e corta, anche se attiva, genera uno scuotimento molto più piccolo di quello di una grande, che è quella che interessa le grandi opere”.

“Nella relazione fatta con la Società Stretto di Messina, abbiamo dovuto constatare come nell’ultima dozzina di anni si sono moltiplicati – anche con pubblicazioni in sede scientifica – le identificazioni di faglie la cui rilevanza è dubbia. Una è stata pubblicata nel 2021 da una rivista non particolarmente autorevole”.

“Tanti dicono che il Ponte non si può fare potrebbero esserci terremoti superiori a 7. E’ una cosa falsa e non suffragata dai fatti. Perché? Perché un terremoto di magnitudo 7 presuppone che possa verificarsi una rottura di una faglia lunga all’incirca tra 30 e 40 km in profondità. Abbiamo una riprova di questo molto importante: il terremoto dell’Irpinia del 1980. Si è verificato che la faglia dell’evento – di magnitudo molto simile a quella del 1908 – ha avuto una frattura di una lunghezza complessiva poco inferiore di 40 km”.

In merito agli spostamenti di anno in anno tra Calabria e Sicilia, altra fake smentita. “In base ai dati della documentazione di progetto, gli spostamenti tra Calabria e Sicilia sono dell’ordine di grandezza di qualche frazione di millimetro. C’è chi parla di un centimetro l’anno, ma a noi non risulta”.

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