Ponte sullo Stretto, le farneticazioni del Pd: “il progetto di Salvini è un ecomostro sulle faglie”

Le parole di Annalisa Corrado, responsabile conversione ecologica, clima, green economy e Agenda 2030 nella segreteria del Pd

StrettoWeb

“Ci si ostina a immaginare l’eco-mostro ‘Ponte sullo stretto’ sulla zona più sismica del Mediterraneo, nonostante le argomentatissime obiezioni di studiosi, docenti universitari, tecnici e associazioni ambientaliste, che ne evidenziano i rischi, i mostruosi impatti negativi e le numerose irregolarità progettuali e procedurali. Anche Federlogistica mette in evidenza il problema gravissimo per la portualità e la logistica della manovrabilità per le navi da crociera e i contanair, che non passerebbero sotto un ponte troppo basso“. Così Annalisa Corrado, responsabile conversione ecologica, clima, green economy e Agenda 2030 nella segreteria del Pd.

“Per Salvini è tutto normale e si ostina a promettere che i cantieri apriranno entro l’anno. Eppure davanti alle oltre 200 richieste di integrazione da parte del Ministero dell’Ambiente, la società stretto di Messina ha chiesto 120 giorni di proroga sui tempi del procedimento autorizzativo. Adesso il nuovo allarme arriva da una relazione tecnica commissionata dal Comune di Villa San Giovanni e che verrà consegnata al ministero dell’Ambiente: il Ponte sullo Stretto sarebbe destinato a poggiare su una delle faglie che l’Ispra ha catalogato con rank ‘primary’”.

“Il progetto del ponte di Salvini è fallimentare e pericoloso: lo abbiamo detto fin da subito. È ora di metterci la parola fine perché si tratta di un opera di pura propaganda, foriero di un impatto ambientale e sociale inimmaginabile (pensiamo solo alla distruzione di luoghi meravigliosi e agli espropri) e già ora costosissimo. Sono davvero altre le priorità per il Paese”.

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