Premio Sila ’49, tra i finalisti anche il calabrese Carmine Abate

Appuntamento al Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza.: a presentare “Un paese felice” ci sarà l’autore, Carmine Abate

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In giro per la città, a presentare i libri che compongono la Decina 2024. L’animus itinerante è una peculiarità del Premio Sila. La scelta delle tappe un escamotage per stuzzicare la voglia di immersione tra i libri! Così, dopo le librerie, la sede della nostra Fondazione e la biblioteca del Liceo classico Telesio, tocca al Museo dei Brettii e degli Enotri, dove, venerdì 17 maggio, alle 18, Carmine Abate presenterà il suo “Un paese felice”. Nel centro storico bruzio, dal 17 ottobre, il museo è ospite del quattrocentesco complesso monumentale di Sant’Agostino, a Cosenza, nell’antico Borgo dei Pignatari, noto come “Quartiere Massa”.

Unico scrittore calabrese della Decina 2024, nel suo romanzo, Carmine Abate racconta una storia d’amore e di speranza ambientata in un paesino della Calabria. Amore tra due giovani, amore per la propria terra, per il proprio paese che nel miraggio della realizzazione di un grande centro siderurgico e di una paventata ricchezza, è pronto a snaturare le sue origini. A svendersi con il benestare degli abitanti, di una classe politica confusa e inadeguata. In questo scenario, la giovane Lina, che insieme all’amato Lorenzo, esorta tutti a non cedere alle lusinghe del benessere. E intraprende una lotta sociale e politica dura quanto caparbia.

“Il romanzo di Abate è una storia di ribellione – ha commentato Valerio Magrelli, poeta, scrittore, critico letterario e giurato del Premio Sila – di indipendenza, quasi una piccola utopia concreta, quella di difendere Eranova, paese destinato a essere spazzato via dalle necessità di costruire un polo siderurgico che doveva accompagnare il porto di Gioia Tauro, poi, nella realtà, mai costruito”.

La scheda del libro

Le pietre con cui sono state costruite le case di Eranova, in Calabria, parlano la lingua della leggenda e sono impastate di un magma ribollente capace di travolgere il mondo per come ci viene consegnato. Negli anni Settanta, Eranova è ancora un paese giovane, fondato nel 1896, quando alcuni massari e contadini si ribellarono al marchese proprietario delle terre in cui vivevano per rivendicare la propria libertà, dare sostanza a un’utopia, edificarla in pietra e carne.

Lo sa bene Lina, una studentessa idealista e caparbia come i fondatori del suo paese. Quando Lorenzo la incontra all’università di Bari, ignora il motivo dell’inquietudine che si annida nei suoi occhi verdi, non sa che Eranova rischia di sparire per far posto al quinto centro siderurgico italiano. Lina non si dà pace, e cerca di convincere la gente a lottare contro questa colossale follia, utile solo per riempire le tasche voraci della ‘ndrangheta.

Aiutata da Lorenzo, scrive appelli al presidente della Repubblica, al papa, al presidente del Consiglio, a politici e persino a Pasolini, conosciuto in una libreria di Bari, perché blocchino il progetto, prima che sia troppo tardi. Carmine Abate dipinge il quadro di un’Italia pronta a cedere alle lusinghe del benessere, timorosamente fatalista, in balìa delle emergenze politiche e sociali. E lo fa attraverso la sua scrittura densa e scattante, potente ed evocativa.

Un paese felice è un’abbagliante storia d’amore e di rabbia, di destini individuali e destino collettivo, di “violenza delle memorie” e, nonostante tutto, di speranza. Perché protagonisti sono due giovani conquistati dalla forza dell’utopia, che lottano contro i potenti e non rinunciano a portare il loro impegno nel flusso indifferente della Storia. Attorno a loro, un coro di voci possenti e vive che incrociano la storia di un secolo, catturano la nostra coscienza e rendono attualissima e universale la vicenda di Eranova.

Carmine Abate

È nato a Carfizzi, un paese arbëresh della Calabria. Emigrato da giovane ad Amburgo, oggi vive in Trentino. Come narratore, ha esordito in Germania con “Den Koffer und weg!” (1984) e in Italia con “Il ballo tondo” (1991), cui sono seguiti raccolte di racconti e romanzi di successo. I suoi libri, vincitori di prestigiosi premi, sono tradotti in numerosi Paesi. Con “La collina del vento” (2012) ha vinto il 50° Premio Campiello.

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