Il marchio della Reggina va alla Fenice Amaranto. La società di Ballarino si aggiudica i beni materiali e immateriali, dopo aver offerto 125 mila euro. Non c’è stata asta, perché né Bandecchi (per scelta) e né il Comune di Reggio Calabria hanno rilanciato. Dopo l’apertura delle buste, i protagonisti si sono concessi alla stampa per esprimere le proprie sensazioni a caldo.
Ballarino: “ringrazio Bandecchi e il Sindaco”
Il primo, Ballarino: “tutti e tre avevamo delle motivazioni diverse nella partecipazione. Io voglio ringraziare Bandecchi, perché ha messo a disposizione una sua idea di tranquillità per i tifosi e poi ha deciso di non andare oltre. Voglio ringraziare il Sindaco perché con la sua partecipazione ha voluto mettere una base forte per dire ‘ci siamo noi e garantiamo il futuro di questo marchio’. Quando abbiamo finito abbiamo detto che troveremo un modo, insieme al Sindaco, di vedere come fare, perché questo marchio non debba più andare nelle aule dei Tribunali. E’ vero che con lui ci sono anche stati momenti in cui abbiamo discusso, ma oggi siamo qui vicini che dialoghiamo”.
“Signori, da qua si riparte. Il nome Reggina? Entro il 15 luglio la Federazione potrà cambiare il nome, noi faremo la richiesta immediatamente. Quello che dovevamo fare è stato fatto”. Infine annuncia: “faremo domanda di ripescaggio, ma servono i tempi tecnici”.
Falcomatà: “nostro tetto massimo era di 120 mila euro”
“Complimenti a Ballarino e Minniti. Si chiude questa storia del marchio, la LFA tornerà Reggina. Noi abbiamo partecipato a questa asta ma l’offerta della Fenice era già superiore al massimo per il quale il Comune mi aveva dato mandato di poter offrire. La Fenice ha offerto 125, il nostro massimo era 120“, il commento di Falcomatà.
Tagliavento: “il nostro era un segnale”
Anche l’ex arbitro Tagliavento ha detto la sua, presentatosi a Reggio Calabria per conto di Bandecchi insieme agli imprenditori Jo Scuncia e Salvatore Maio: “siamo venuti qui per partecipare a questa asta, ma eravamo già convinti di non ciò che non avremmo fatto. Abbiamo partecipato nel momento in cui non c’era nessun pretendente e quindi ancora una volta Bandecchi, per l’affetto che prova per città e tifoseria, ha voluto garantire che non venisse perso. Poi quando si sono presentate il Comune e l’attuale proprietaria del titolo, noi ci siamo fatti da parte. Il nostro era un segnale se ci fosse stata necessità, affinché non andasse perso”.