Stanotte dormirà abbracciato con il logo della Reggina, Nino Ballarino: ce lo immaginiamo così, come un ciclista del Giro d’Italia con la sua prima maglia rosa in carriera. Ha ottenuto il marchio, la prima cosa buona che ha fatto da quando è arrivato a Reggio nove mesi fa. E l’ha fatto in forte contrapposizione con il Sindaco della città. La Fenice Amaranto ha acquisito il marchio, la storia e il palmares della Reggina questa mattina presso il Tribunale, dalla curatela fallimentare del vecchio club di Saladini: come ampiamente anticipato su StrettoWeb nei giorni scorsi, Ballarino è riuscito ad evitare l’asta con il Comune offrendo una cifra superiore a quella cui l’Ente poteva spingersi in base alla delibera di Giunta.
L’Amministrazione Comunale, infatti, aveva stanziato un tetto massimo di 120 mila euro. La Fenice Amaranto ha offerto 125 mila euro, e non ci vuole la sfera di cristallo ad immaginare da dove sia arrivata la soffiata sul tetto massimo del Comune, visti i rapporti strettissimi tra Ballarino e il vice Sindaco Brunetti che è entrato in rotta con Falcomatà e infatti non ha firmato il documento di Giunta con cui il Comune, di fatto, andava a ostacolare la Fenice. Ma ovviamente i diretti interessati diranno che è stata una coincidenza. Il dato politico, oltre all’ennesima umiliazione di Falcomatà uscito dal CeDir scurissimo in volto, è lo strappo con l’ultimo dei suoi vice che gli era rimasto fedele: in 10 anni da Sindaco, il primo cittadino era già riuscito a litigare con tutti gli altri suoi vice, da Anghelone a Neri, da Mauro a Perna fino a Versace e, adesso, anche Brunetti. Sei su sei.
In città serpeggia il retropensiero – alimentato in queste ore dalla solita radio – secondo cui in realtà fosse tutta una messa in scena e che Falcomatà e Ballarino fossero d’accordo. Nulla di più falso. Sarebbe anche illogico: sarebbe stato così, o almeno si sarebbe potuto ipotizzare, se fosse andata al contrario e cioè se Falcomatà avesse acquisito il marchio con soldi pubblici per poi darlo in concessione a Ballarino. Un cattivo pensiero che avevamo anche ipotizzato su StrettoWeb la scorsa settimana, ma che non ha trovato alcuna conferma nei successivi riscontri. In quel caso, Falcomatà avrebbe consentito a Ballarino di risparmiare tanti soldi e ottenere il marchio quasi gratis (con un minimo canone di affitto da spalmare per tutta la prossima stagione). Di fatto la Fenice sarebbe diventata Reggina con soldi pubblici.
E invece è successo il contrario: Ballarino – che è borioso ma non cretino – ha fiutato come Falcomatà lo stesse prendendo in giro, e ha alzato la posta. Se fossero stati d’accordo, Falcomatà non avrebbe costretto Ballarino a spendere 25 mila euro in più di quelli che gli sarebbero bastati per ottenere il marchio se il Comune non avesse presentato la sua offerta. Certo che poi quando qualche autorevole giornalista ha chiesto a Falcomatà se adesso Ballarino regalerà il marchio al Comune (!!!), abbiamo davvero raggiunto il fondo: un teatrino circense in cui deliri, congetture e fantasie superano ogni possibile realtà.
Oggi pomeriggio in conferenza stampa Ballarino annuncerà il desiderio di “mettere in sicurezza” il marchio coinvolgendo il Comune, in qualche modo, che poi ovviamente non avrà alcun seguito concreto perchè non c’è alcuna formula in tal senso. E’ un bene privato, un asset della società, che tra l’altro oggi gli è appena costato 125 mila euro quindi, ragionevolmente, se lo terrà ben stretto. Si tratta di un modo elegante per restituire a Falcomatà i tentativi di prenderlo per i fondelli. C’è però un elemento importante, che è quello della distensione: per questo alla conferenza stampa parteciperanno tutti, anche gli uomini di Bandecchi (che si era già tirato fuori da giorni), e l’incontro si terrà nel palazzo comunale. Un bel modo per ripartire, perchè ormai quel che è stato è stato e non si può che guardare al futuro.
E allora guardiamo al futuro.
I prossimi step per la Fenice: per il nome c’è l’ok della FIGC, tornerà Reggina
Dopo aver ottenuto il marchio e la storia della Reggina, il prossimo passaggio formale sarà quello della denominazione. La Fenice Amaranto non diventa automaticamente Reggina con l’acquisizione del marchio, e sarebbe potuta diventarlo anche senza acquisire il marchio. Ma adesso il pacchetto sarà completo: nome, marchio e storia. La società ha già presentato formale richiesta alla FIGC per cambiare la denominazione sociale in AS Reggina. In base alle NOIF (norme federali), la FIGC deve “tutelare la denominazione sociale risultante dall’atto di affiliazione” mentre “il mutamento di denominazione sociale delle società può essere autorizzato dal Presidente della F.I.G.C. su istanza da inoltrare improrogabilmente entro il 5 luglio per le società associate alla Lega Nazionale Dilettanti. All’istanza vanno allegati in copia autentica, il verbale dell’Assemblea che ha deliberato il mutamento di denominazione, l’atto costitutivo, lo Statuto sociale e l’elenco nominativo dei componenti l’organo o gli organi direttivi”.
La Fenice Amaranto ha già presentato l’istanza qualche settimana fa, e mercoledì scorso Giuseppe Praticò (che diventerà il nuovo Direttore Generale del club) ha incontrato i vertici della FIGC a Roma proprio sul tema della denominazione. L’incontro è stato positivo: c’è l’ok, la Fenice Amaranto si iscriverà al prossimo campionato con il nome AS Reggina. Almeno così è stato indicato nell’istanza. Adesso che c’è il marchio, si potrà anche chiamare Reggina 1914: lo deciderà la dirigenza del club nei prossimi giorni.
Il precedente di otto anni fa
La Reggina ha già affrontato questo iter otto anni fa, quando la nuova società di Mimmo Praticò – inizialmente denominata ASD Reggio Calabria ad agosto 2015 – otteneva il cambio di denominazione in Urbs Reggina 1914 al momento dell’iscrizione al campionato successivo nell’estate 2016, dopo il ripescaggio in serie C, pur non avendo ottenuto il marchio, la storia e il palmares della vecchia Reggina di Lillo Foti che era ancora affiliata in FIGC con la gloriosa matricola 41740. La nuova società di Praticò si era affiliata nel 2015 con la matricola 943512 e il logo della Urbs Reggina 1914 è rimasto per tre lunghi anni il seguente:
Soltanto a febbraio 2019, dopo pochi mesi dal suo arrivo, Luca Gallo acquistava alla cifra di 38 mila euro dal tribunale fallimentare la storia, il marchio e il palmares del vecchio club e quindi poteva cambiare la denominazione in Reggina 1914 (senza più, quindi, la necessità del prefisso Urbs che era dovuto proprio all’impossibilità di utilizzare il brand Reggina non avendone il titolo) e riappropriarsi del logo storico che soltanto dall’estate 2019 tornava a campeggiare sulle maglie ufficiali e in tutti i prodotti e le strutture della società, ben quattro anni dopo la mancata iscrizione della vecchia società che per tutto quel periodo era rimasta orfana della propria identità.
Adesso la matricola FIGC 962432, ad oggi registrata come “La Fenice Amaranto” come si può consultare dal sito ufficiale, potrà cambiare nome ritrovando così la Reggina. Il passaggio verrà formalizzato dalla FIGC all’atto di iscrizione al prossimo campionato.
L’iscrizione e la domanda per il ripescaggio in serie C
Ballarino, rispondendo alle domande dei giornalisti questa mattina, ha detto che è pronto a presentare domanda di ripescaggio in serie C. Ma prima di tutto bisogna aspettare il 4 giugno per capire se ripescaggi ce ne saranno o meno. Quel giorno, infatti, la FIGC comunicherà le idoneità o meno dei club professionistici per le iscrizioni al prossimo campionato. Se ci saranno posti vacanti, si aprirà la corsa ai ripescaggi.
Il regolamento prevede una graduatoria in cui hanno precedenza le squadre Under 23 dei club di serie A, poi le retrocesse della serie C e infine le vincenti dei playoff di serie D , una dopo l’altra, con il principio dell’alternanza. Al primo posto, quindi, per l’ammissione alla prossima serie C al posto di eventuali escluse, c’è il Milan Under 23 di Bonera. Al secondo posto c’è la Recanatese che è la “miglior” retrocessa dai playout di C, terzo il Siracusa, la “miglior” vincitrice dei playoff di D.
Al momento non ci sono altre Under 23 in lizza, l’Inter partirà dal 2025 quindi dopo il Milan si continuerà con gli altri club in quest’ordine:
- Milan Under 23
- Recanatese
- Siracusa
- Fiorenzuola
- Ravenna
- Virtus Francavilla
- L’Aquila
- Alessandria
- Nardò
- Pro Sesto
- Grosseto
- Brindisi
- Desenzano
- Olbia
- Romana
- Monterosi Tuscia
- Vado
- Martina Franca
- Campodarsego
- Reggina
Ad oggi, quindi, la Reggina è 20ª nella graduatoria di eventuali ripescaggi in serie C. In un mondo normale neanche si paventerebbe quest’ipotesi, anche se è scontato che molte piccole società che precedono la Reggina in questa graduatoria non hanno neanche l’intenzione di presentare la domanda di ripescaggio. Questo elenco, infatti, verrà enormemente sfoltito quando – sempre se ci saranno posti vacanti nella prossima serie C – dopo il 4 giugno si apriranno i termini per le domande di ripescaggio. A quel punto si saprà quante società hanno effettivamente presentato domanda e – nell’ordine di questa graduatoria – potranno essere ripescate. Di sicuro c’è che Milan Under 23, Siracusa eRecanatese sono pronte a presentare la domanda. Quindi per consentire alla Reggina di essere della partita, dovranno esserci almeno quattro posti vacanti. Una prospettiva che al momento sembra abbastanza irrealistica. Ma anche se ci fossero cinque o sei posti vacanti, è molto probabile che alcune realtà più importanti che precedono la Reggina in graduatoria (Ravenna, L’Aquila e Grosseto su tutti) possano fare domanda e andare in serie C. Ecco perchè, come anche su questo ci siamo già sgolati da mesi su StrettoWeb, parlare di ripescaggio è una grande fantasia: dovrebbero verificarsi una serie di congiunzioni astrali davvero clamorose, quindi l’esclusione di 5-6 squadre dal calcio professionistico proprio nella stagione in cui invece sta filando tutto liscio, e poi la rinuncia al ripescaggio di altre 14-15 squadre che precedono la Reggina nella graduatoria. Se qualcuno vuole illudersi, è libero di farlo. Che volete che sia, ormai, dopo tutte le favole che i tifosi reggini si sono bevuti negli ultimi anni, una in più o una in meno…
Lo scoglio (urgente) del Sant’Agata: verso un nuovo scontro con Falcomatà?
Lo scoglio più urgente per i prossimi giorni sarà quello del Centro Sportivo Sant’Agata. La struttura non è ancora stata assegnata al club. La Città Metropolitana ha nominato una commissione che dovrà riunirsi e valutare la bontà del progetto con cui il club ha partecipato alla manifestazione d’interesse, ed eventualmente potrà chiedere integrazioni. Questa commissione, poi, dovrà decidere se dare o meno il nulla osta, quindi se considererà il progetto valido o meno secondo le linee guida già illustrate dall’ente. A quel punto il Sindaco potrà procedere con l’affidamento ventennale, senza bando. Oppure potrà mettersi di traverso, ancora una volta, come già accaduto per il marchio. Ed è ciò che Ballarino teme di più, ecco perchè in queste ore si sta dimostrando molto accondiscendente nei confronti del primo cittadino.
Avere il Sant’Agata è fondamentale per il club che deve organizzarsi per il ritiro. Tra due giorni inizia giugno, il tempo stringe e senza il Sant’Agata bisognerà trovare un’alternativa fuori città. Sul centro sportivo il pallino della situazione è ancora tutto nelle mani di Falcomatà.
Per l’allenatore è corsa a tre. Rivoluzione nella dirigenza: tutti i NOMI
Dopo il benservito a Pellegrino, la società si sta riorganizzando. Ieri sera l’incontro decisivo a cena con Ennio Russo, a lungo nello staff amaranto negli anni a cavallo tra Mimmo Praticò e Luca Gallo, che sarà il nuovo Responsabile dell’Area Tecnica. Resta in sella Pippo Bonanno che farà il DS mentre Giuseppe Praticò diventerà DG. Il nuovo organigramma, quindi, sarà il seguente:
- Direttore Generale: Giuseppe Praticò
- Responsabile Area Tecnica: Ennio Russo
- Direttore Sportivo: Pippo Bonanno
Ma ciò che più interessa ai tifosi è chi sarà il prossimo allenatore. Abbiamo già raccontato l’incontro di ieri pomeriggio con Pergolizzi. La società sta parlando anche con Domenico Giacomarro, che è appena stato l’artefice del miracolo Altamura vincendo da rivelazione il torneo più difficile di tutta la serie D. Giacomarro è il profilo più esperto in assoluto: ha già alle spalle una ventina di stagioni in quarta serie, dove ha vinto il campionato tre volte: con la Paganese nel 2006, con il Picerno nel 2019 e con l’Altamura quest’anno. Ma rimane sempre possibile alla fine resti Bruno Trocini, con cui il club si incontrerà nei prossimi giorni. Per la nuova panchina della Reggina è corsa a tre.