“Alla data del 31 dicembre 2023 le carenze organiche complessive della Polizia di Stato ammontavano a 10.271 unità, pari al 9% della dotazione organica prevista dalla legge, risultante dalla differenza tra una dotazione organica pari a 109.408 unità e una forza effettiva pari a 99.137 unità. Questi sono dati ufficiali del Dipartimento della pubblica sicurezza, una situazione che nella nostra provincia vede per molti uffici di polizia percentuali di carenza di organico in crescita nel 2024 per la mancanza di un numero congruo di assegnazione di nuovi agenti e tanti pensionati. Basti pensare che con i prossimi trasferimenti previsti entro l’estate da noi arriveranno soltanto 35 poliziotti appartenenti ai ruoli agenti e assistenti“.
Così, in una nota, Francesco Flachi, Segretario provinciale del Silp Cgil di Reggio Calabria. “Il nostro territorio – spiega il Segretario del Silp Cgil – soffre da tempo di carenze organiche importanti che interessano le articolazioni della Questura e delle Specialità della Polizia di Stato, tutti quei presidi di sicurezza che garantiscono ogni giorno il controllo del territorio e la prevenzione dei reati”.
“Il fenomeno della carenza di personale, che riguarda anche le altre forze di polizia – spiega il sindacalista –, si unisce all’elevata età media che supera i 50 anni e criticità legate alle strutture e ai mezzi. Il Governo in carica, al di là degli slogan, ha mostrato scarsa attenzione per il comparto sicurezza: zero assunzioni straordinarie, zero investimenti, risorse inadeguate per il rinnovo del contratto di lavoro che le lavoratrici e i lavoratori in divisa aspettano ormai da oltre 850 giorni. Tutto questo indice anche sul benessere organizzativo e lavorativo del personale, che sembra interessare sempre meno anche alla nostra amministrazione“.
“Facciamo appello alla comunità civile, alla politica locale, ai parlamentari eletti nel nostro territorio – conclude il responsabile del sindacato di polizia della Cgil – affinché facciano la propria parte a tutti i livelli per esercitare pressione nei confronti del Parlamento e del Governo. Le elezioni europee si stanno trasformando in un’altra vetrina di propaganda fatta di vuote promesse, con un’idea di fondo che ci preoccupa: quella di militarizzare la sicurezza, di farle perdere la sua funzione civile e democratica sancita dalla legge 121/81, di puntare maggiormente sulla repressione che sulla prevenzione così da tenere alto nel paese il clima di paura e incertezza, utile a chi strumentalizza le problematiche della sicurezza per una manciata di voti. Un gioco a cui noi ci opporremo sempre, anche mobilitandoci se necessario”.